Disìme la vostra.
PAPOZZE-Giovedì 26, in sala consiliare Anita Gallimberti ha presentato l’ultima sua fatica: “Disìme la vostra.”
“Un piacere venire a Papozze,” dice Anita Gallimberti, reduce dalla mostra cinematografica di Venezia, per presentare il suo ‘Disìme la vostra’, ci vengo volentieri perché Papozze e Panarella mi hanno sempre accolta con calore facendomi sentire ospite gradita quasi fossi una loro cittadina”.
Archiviato con un lusinghiero successo, il Gran galà lirico di fine estate, tenutosi presso il Palasport, anche in questa occasione, sala consiliare gremita e incuriosita dalla nuova proiezione. Molti i presenti infatti che hanno manifestato calore e si sono congratulati con la regista e con alcuni degli attori intervenuti per l’occasione. Dopo il saluto del sindaco, Pierluigi Mosca, dialogando con Luciana Passarella, nelle vesti di presentatrice, Anita Gallimberti ha proseguito ringraziando Papozze perché la scenografia comprende molti luoghi del territorio comunale: le stalle di Bertuzzi e Ruzza, il passo sul Po in località Mercato Vecchio, la golena di Panarella, stradoni e capezzagne. E pure numerosi attori locali che accanto ai più collaudati, Roberto Marangoni, Mirella e i Buontemponi, si sono mossi con naturalezza e spontaneità. “E’ stato veramente bello e gratificante, ha concluso, lavorare con persone generose che avrebbero qualcosa da insegnare anche a professionisti.
Li ringrazio così come devo ringraziare gruppi e compagnie teatrali che si sono prestate ed hanno collaborato al buon esito. A seguire la visione che ha tenuto tutti col fiato sospeso per ascoltare le fòle di Tunìn che, durante il filò nella stalla, lascia il suo uditorio a bocca aperta. Un tuffo nella tradizione popolare genuina con la strega Spusina che fa sortilegi sulle ragazze in età da marito, sulle streghe che partono per il Sabba recandosi al di là del Po, su Salvanélo dispettoso che ruba i cavoli e per questo deve scappare sulla luna, sul pozzo dei rasoi ove fanciulle inermi sprofondano e muoiono, sul gorgo di Corcrevà da cui, nelle notti di luna piena, riemerge la giovane morta di crepacuore per l’amore negato. E poi ancora il torototela che strimpella il suo strumento gracchiante o il venditore del Pojana che augura un nuovo anno che certamente sarà migliore di quello appena trascorso.
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