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OMOSESSUALI NO, MA FASCISTI SI.

Veneto che Vogliamo Polesine-E’ di questi giorni la notizia che in una scuola del vicentino gli studenti abbiano espresso il desiderio, in totale libertà, di instaurare un tavolo di confronto su tematiche lgbt.
In un mondo normale, dove la libertà di pensiero dovrebbe essere garantita, soprattutto a chi frequenta le nostre scuole, questa notizia non sarebbe nemmeno dovuta apparire in un giornale, probabilmente non avrebbe nemmeno rilevanza, se non per i diretti interessati.
Ma dato che siamo nel mondo dell’apparenza, dove il neo pseudo fascismo è tornato di moda, come i jeans a zampa di elefante o la frangetta a sipario, ecco, in questo mondo vanesio e di prime donne, la politica veneta di Fratelli d’Italia non poteva mancare di dare un esempio di grande lungimiranza e capacità, attraverso lo sgomento dell’assessore all’istruzione Donazzan, che ha ritenuto, testuali parole, “inopportuno e forzato trattare un tema così delicato” in ambiente scolastico. Inopportuno e forzato è avere ,nel 2021, una assessore all’istruzione che ha evidenti problemi con temi che riguardano tutto ciò che non rientra nella sua visione ristretta di famiglia, di genere, di sfera sessuale. Come se fosse lei a dover decidere cosa va bene e cosa no. Del resto è evidente che non ci si possa aspettare una visione illuminata da una assessore all’istruzione che va in diretta radio a cantare Faccetta nera e a vantare le proprie origini fasciste.

Gli studenti sono più avanzati di queste cariatidi della politica, che si indignano per le richieste di adolescenti che chiedono un confronto, quando loro non si scusano nemmeno per essersi professati emissari temporali di un credo sorpassato che ha portato morte e distruzione nel nostro Paese. Sarebbe il caso, che il nostro assessore si impegnasse piuttosto nel partecipare a questo confronto e andasse anche a confronto con gli anziani chiusi nelle nostre RSA, per sentire con le proprie orecchie come il fascismo che lei decanta in radio sia stato vissuto dalla generazione che oggi è l’ultima testimone vivente del dolore e della morte causate dal ventennio fascista. Essere omosessuale, bisex o transex non è una colpa, non lede nessuno, non priva la libertà altrui ma soprattutto non uccide nessuno. Del fascismo non si può dire la stessa cosa. Ed è questo che va insegnato nelle scuole. Occorre però cambiare assessore. Siamo negli anni “20, si, ma del 2000. Veneto che Vogliamo – Coordinamento Polesine

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