Anche il Movimento Civico IBC dice no alle trivelle in adriatico-
ADRIA-(RO)-Il tema trivelle è ritornato in voga in questi giorni dopo che il nuovo governo sta per varare un emendamento che ammette le trivellazioni nell’alto Adriatico a sud del 45 parallelo ma con il via libera alle estrazioni al largo del Delta del Po. “Come gruppo Urbanistica-Ambiente- Territorio, delle liste civiche Impegno per il Bene Comune, Siamo Adria e Adria Civica –commenta Simone Donà, referente del gruppo di lavoro-siamo contrari alla ripresa di queste estrazioni, chi abita in Polesine è ben consapevole di quali effetti si siano verificati negli anni passati”.
Le provincie di Rovigo, Ferrara e Ravenna ancora oggi risentono degli effetti disastrosi delle estrazioni di metano avvenute a partire alla fine degli anni ’30 e negli anni ’40 e ‘50 attraverso una rete di un numero importante di pozzi nel nostro territorio, per mezzo dei quali si sono estratti negli anni ‘40, all’incirca 200 milioni di metri cubi di metano all’anno, mentre nel decennio successivo i prelievi sfiorarono i 300 milioni di metri cubi annui prima della loro sospensione definitiva, voluta dal governo nel 1961. Dall’inizio degli anni ’50 a metà degli anni ’70 il Delta del Po è sprofondato di oltre 2 metri con punte di 3,5 metri e negli anni ’80 è arrivato a punte di circa 4 metri nel delta, abbassamenti dovuti soprattutto al fenomeno della subsidenza. Dopo il 1964 per ricorrere ai ripari si dovette riprogettare il sistema di bonifica dovuto alla conseguenza dell’alterazione dell’equilibrio idraulico.
Ad oggi il costo di energia elettrica per permettere alle idrovore di funzionare e di evitare l’allagamento dei terreni costa molto sulle tasche dei Polesani. Ricordiamo a riguardo che il territorio del comprensorio del Consorzio di Bonifica Adige Po a cui appartiene il nostro Comune, viene gestito da 58 impianti idrovori e 170 pompe. Un servizio che ha comportato nel 2021, una spesa di energia elettrica di circa tre milioni di euro. A questi dati si aggiungono quelli del Consorzio di Bonifica Delta del Po, che per mantenere in sicurezza i comuni del Basso Polesine e del basso veneziano, vengono utilizzate una quarantina di idrovore e centotrenta pompe, per una spesa di 2 milioni e 400mila euro di energia elettrica per il 2021. Spese di gestione destinate ad aumentare visto il vertiginoso costo dell’energia elettrica, pari a 50 euro per ettaro, a cui vanno aggiunti i costi di manutenzione. “Il Movimento Civico Impegno per il Bene Comune è sempre stato coerente in questi anni sulla posizione verso le trivelle, –commenta il coordinatore del Movimento Civico Federico Paralovo- in tempi non sospetti quando nessuno parlava di queste problematiche, 6 anni fa, il movimento civico IBC promosse un incontro in sala Cordella ad Adria con l’Ingegnere Giancarlo Mantovani, direttore dei consorzi di bonifica Polesani, in cui venne affrontato il tema della subsidenza e per denunciare i danni che le estrazioni causarono al nostro territorio, oltre alla minaccia ambientale, sociale ed economica che deriva dalla prosecuzione di questa pratica”. Nel maggio del 2021 le liste civiche di maggioranza Impegno per il Bene Comune e Siamo Adria hanno rafforzato la presa di posizione verso il No alle Trivelle con una mozione presentata in consiglio comunale dai capigruppo di maggioranza Enrico Bonato e Sara Mazzucato. Un atto che fu approvato all’unanimità dal consiglio Comunale. Una seduta pubblica che registrò la mancata presenza di alcuni consiglieri comunali e l’uscita dal consiglio di altri consiglieri di opposizione, nel momento in cui venne trattata.
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