Contaminazione Pfas e analisi del sangue in Zona Arancione, Associazioni-“La Regione Veneto le renda gratuite”
VENETO-A seguito pubblicazione della Delibera della Giunta Regionale n. 1752 del 30 dicembre 2022 desideriamo esporre quanto segue.
Finalmente, per stessa ammissione della Regione con comunicato stampa dell’11 gennaio scorso, i cittadini della zona arancio sono riconosciuti a rischio.
Ciononostante dovrebbero sobbarcarsi una spesa di 90 euro per conoscere il proprio stato di contaminazione per un avvelenamento di cui non sono minimamente responsabili. La sorveglianza sanitaria e il monitoraggio non devono e non possono essere a carico del cittadino. Non è uno sfizio o un privilegio per pochi conoscere i propri livelli di PFAS nel sangue! Ѐ UN DIRITTO, tanto più che ai cittadini della zona rossa e ai cittadini del comune di Trissino è permesso di analizzare il proprio sangue gratuitamente. Perché i cittadini della zona arancione dovrebbero pagare? Un laboratorio tedesco certificato per le analisi sui PFAS nel sangue, prevede una spesa di 80 euro a persona in regime privato. E’ inaccettabile pagare per un servizio erogato dalla Regione in regime di convenzione più di quanto è richiesto all’estero in regime privato!
Crediamo che la questione dei fondi per effettuare le analisi in zona arancione si potrebbe facilmente bypassare tenendo conto che, come si evince dal ‘Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta a PFAS’ n. 16 pubblicato a novembre 2022 dalla Regione Veneto, solamente il 60% circa dei cittadini che hanno ricevuto l’invito a partecipare allo screening nella zona rossa ha aderito. Il che significa che resta un 40% circa di disponibilità per effettuare ulteriori analisi per i quali la Regione ha già stanziato i fondi a copertura sia dell’utilizzo dei macchinari, sia del personale necessario allo svolgimento delle operazioni di screening. Chiediamo inoltre chiarimenti rispetto al termine dei 90 giorni laddove si scrive che l’effettuazione dei dosaggi ematici sarà possibile per 90 giorni dall’adozione del provvedimento, quando invece è più verosimile che il servizio sarà operativo a partire da 90 giorni dopo la pubblicazione della delibera stessa. Rispetto a quanto affermato nella delibera sul tema dell’acqua erogata dal servizio acquedottistico in zona arancione vogliamo infine ricordare che: – Nei Comuni di Arzignano, Montecchio, Chiampo, Montorso da molti anni viene erogata acqua con decine di nanogrammi di PFAS per litro. Sebbene non vengano superati i valori di performance fissati dalla Regione per le acque destinate al consumo umano, ricordiamo che i PFAS sono sostanze bioaccumulabili e che i suddetti valori di performance non garantiscono alcuna sicurezza per la salute dei cittadini e non hanno riscontro né nei limiti proposti da EFSA (Autorità Europea per la Salute Alimentare) né dalla EPA (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Usa). Infatti all’estero, e più precisamente in Danimarca, nel giugno 2021 sono stati ristretti i limiti per l’acqua potabile a 2 nanogrammi/litro come sommatoria di 4 PFAS. Siamo molto lontani dai 390 nanogrammi ammessi in Regione Veneto come somma di Pfas e 90 nanogrammi ammessi per la somma di solamente due PFAS (PFOS e PFOA). – Nei Comuni di Vicenza e limitrofi fino al 2013 una parte dell’acqua erogata veniva attinta al pozzo Scaligeri. Questo pozzo è stato chiuso tempestivamente nel 2013 a causa degli altissimi livelli di PFAS rilevati. Ne consegue che anche questi cittadini sono stati esposti a valori sconosciuti, ma potenzialmente e verosimilmente elevati, di contaminazione. Pur nella soddisfazione di assistere a questa apertura istituzionale, ci aspettiamo che a breve la Regione apporti le opportune modifiche rispetto a quanto espresso nella succitata delibera e la adegui a una democratica modalità di effettuazione delle analisi e di esercizio di un diritto di tutta la cittadinanza del Veneto.
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