DAL MADAGASCAR GLI AUGURI DI BUONA PASQUA DI DON GIUSEPPE MIELE.
PORTO VIRO-(RO)-Carissimi amici, ringrazio il Signore per avermi dato la possibilità di rientrare in Madagascar e di raggiungere la mia nuova comunità da dove vi scrivo. Sì, è già un mese che mi trovo in Madagascar: sto bene, mi sento in forma e, per ora, non ho alcun problema di salute.
Ho trascorso una decina di giorni a Fianarantsoa nella comunità dove ho lavorato fino a giugno scorso; ho incontrato i confratelli, i ragazzi e i giovani per i quali e con i quali ho condiviso sei anni di attività e di vita, i maestri del Centro di Formazione al Lavoro e gli animatori dell’oratorio… quanti ricordi !! In quei giorni ho cercato di trasmettere ai nuovi confratelli il lavoro fatto ma soprattutto lo spirito che animava i progetti, realizzati e in corso di attualizzazione, in modo che possano essere continuati e migliorati dalle loro nuove idee.
Ho partecipato, poi a Tana, a due giorni di riunioni con i direttori e una mezza giornata con il consiglio ispettoriale e quindi in viaggio verso la nuova “terra promessa” dove il Signore mi ha inviato a lavorare : Tamatave o, come la chiamano i malgasci, Toamasina. Vi sono arrivato dopo 350 km impiegando in macchina una giornata intera: pensavo che fosse solo la strada di Fianarantsoa a essere disastrata, invece anche questa, se non le simile, è senza dubbio peggiore. E’ una camionabile che sopporta tutto il trasporto di merci da Tamatave che ha il porto più grande del Madagascar alla capitale Tananarive e da qui sono smistate in tutta la nazione. L’avevo già percorsa anni fa, ma oltre alle difficoltà naturali dovute a tratti di ripida discesa (Tananarive è a 1.400 metri sul mare e Tamatave si trova al livelo del mare) con le conseguenti curve e tornanti, la difficoltà sono le buche enormi che interrompono continuamente il ritmo del viaggio. Ovviamente anche l’intenso traffico di camion rallenta la corsa e spesso si è costetti a darsi alternanza nell’utilizzo della strada perchè è possibile passare solo da una parte, dove la buca è meno profonda. Abbiamo trovato tre camion rovesciati uno dei quali nel bel mezzo della strada.
Sono arrivato è ho potuto subito ‘assaporare’ il caldo umido della regione, ho dovuto tirare fuori il mio asciugamanino e metterlo sulla spalla pronto ad asciugare i sudori dovuti non al lavoro, ma la caldo. Il giorno dopo la pioggia si è presentata con qualche acquazzone che, se da una parte rinfrescano l’aria, dall’altra appena riviene il sole si cambia in umidità che rende ancor più penoso il caldo. Nessun problema, sapevo già che tempo trovavo qui e poi io soffro più il freddo che il caldo quindi un po’ di giorni e poi mi sentirò a mio agio. In comunità abbiamo vissuto un momento particolare quando don Graziano, vicario ispettoriale, durante la preghiera della sera ha letto la lettera del Rettor Maggiore nella quale approvava, secondo le regole canoniche, la nuova comunità di Tamatave indicando il suo lavoro in tre punti: Parrocchia, Oratorio e Centro di Formazione Professionale; in seguito don Graziano, sempre a nome del Superiore Maggiore, mi ha insediato come primo direttore dell’opera.
Tutto nuovo dunque? No, da tre anni dei confratelli hanno avuto l’incarico di preparare la nostra venuta : hanno fatto conoscere don Bosco e i Salesiani in diocesi e nel territorio (nella più povera e popolata periferia della città) dove si trova la nostra opera ; hanno cominciato l’Oratorio e già si vede molto movimento di ragazzi e giovani; hanno messo le basi di una prossima parrocchia; hanno costruito una scuola di recupero per i ragazzi/e più poveri del territorio in cui si dà tutto pur che vengano a scuola e in tre anni si portano a dare gli esami della sesta (in Madagascar le elementari sono di sei anni e non cinque come da noi). E’ un tipo di scuola che abbiamo in tutte le nostre opere in Madagascar: è un servizio per i più poveri che ci attira la benevolenza non solo della gente e delle autorità, ma soprattutto di Dio. E’ stato fatto un grande hangar per l’oratorio, ma durante la costruzione si è pensato di adibirlo anche come chiesa parrocchiale provvisoria: devo dire che è ben fatto. Domenica scorsa abbiamo celebrato cento anni della presenza degli Scaut in Madagascar: una folla immensa e l’hangar era pieno all’impossibile. Per fortuna che le sue mura arrivano solo fino a tre metri e poi ci sono altri due metri senza niente quindi un po’ di brezza dell’oceano indiano rendeva meno opprimente il caldo. Il cardinale, si dimostrava fiero di quella che lui pensava fosse la chiesa della prossima parrocchia e diceva che è la chiesa più spaziosa della diocesi. Gli dissi: “Monsignore, quella costruzione non è la chiesa parrocchiale, ma un hangar per l’oratorio”; l’ho visto un po’ deluso per cui aggiunsi “Monsignore quando faremo la chiesa parrocchiale la faremo più bella e ancor più grande”; a questo mio, dire il sorriso è riaffiorato sulle sue labbra.
Per il Centro di Formazione Professionale è tutto da inventare e da concretizzare. Durante le ultime vacanze il nostro Ufficio Progetti aveva fatto un’inchiesta presso le fabbriche e i laboratori della città per avere delle indicazioni; stiamo valutando le indicazioni e la loro fattibilità. Dove trovare il terreno per tante cose? Nessun problema perchè la provvidenza già da tempo aveva riservato questo terreno per noi; abbiamo sofferto per averlo, ma ora è là. Un territorio di circa 10 ettari che poi è stato diviso in due da una strada (25 metri di larghezza) che il comune ha fatto per permettere l’entrata nel quartiere attraverso bus, taxi, camion… senza trascurare la lunga fila di persone che passano a piedi. La strada è larga, ma piena di buche: l’altro giorno sono uscito per farmi un’idea della situazione e sulla strada ho visto delle biciclette adattate per portare persone o merci cariche di quattro sacchi di riso ciascuna; un conduttore non è riuscito a schivare una buca (e ce ne sono tante !!!) per cui la bicicletta si è rovesciata facendo cadere i quattro sacchi di riso nella pozzanghera piena d’acqua; ha fischiato e gli altri amici si sono fermati a dargli una mano. Una parcella di circa sei ettari vedrà il Centro di Formazione Professionale, l’Oratorio e la casa della comunità, l’altra -di circa quattro ettari- sarà utilizzata per la chiesa parrocchiale, aule per la parrocchia e poi la costruzione di scuole elementari, medie e liceo visto che i ragazzi dei nostri quartieri sono numerosissimi…
Una grande sorpresa ho incontrato a Tamatave: un grande numero di ex allievi del nostro Centro Professionale di Mahajanga lavorano come tecnici in una grande fabbrica internazionale. E’ una soddisfazione: il lavoro fatto con tanti ‘sudori’ ha reso i suoi frutti. La casa della comunità era stata prevista per l’oratorio quindi oltre alle camere dei confratelli non ci sono altri locali per la vita della comunità: ci si adatta e, poco alla volta, si realizzerà anche quello che sarà necessario. Ci siamo incontrati in comunità per programmare le attività di quest’anno e proiettarci sul lavoro del prossimo anno. Ci siamo detti di continuare rafforzando quello che stiamo facendo, ma aprendo gli orizzonti per prepararci a completare il progetto di Tamatave. Tante iniziative sono uscite dalla riflessione, soprattutto siamo convinti di dover proseguire su questa strada che, se da una parte è dura da percorrere, dall’altra è bella e ci porterà a completare ciò che la congregazione ci chiede. Ci vorrà coraggio, volontà e pazienza perchè spesso i tempi di Dio non sono i nostri. Il nostro conto in banca ci permette di vivere senza fare tante cose, ma non di realizzare tutto quello che è programmato. Sappiamo molto bene, tuttavia, che la nostra banca è solo una succursale di quella della Provvidenza per cui siamo al sicuro; se quello che vogliamo fare è opera di Dio, sarà Lui a faci avere ciò di cui abbiamo bisogno per realizzarla. Termino salutandovi con tanta riconoscenza per la preghiera e per l’affetto che mi avete dimostrato in questo periodo di malattia: siate certi della mia preghiera affinchè il Signore vi ricompensi con tutto ciò di più bello e caro di cui avete bisogno. Vi auguro una buona e santa Pasqua vissuta nella gioia del perdono ricevuto/donato e nella pienezza di vita che Gesù ci dà con la sua morte e ressurrezione. Con affetto.
Per aiuti a don Bepi: GRUPPO MISSIONARIO SAN GIUSTO – ODV (Porto Viro – RO) CONTO CORRENTE BANCARIO-DONA IL 5×1000 sulla denuncia dei redditi IBAN IT04J0898268730005001001334 C.F. 90015210298 BANCADRIA – PORTO VIRO (RO) causale di versamento : A DON BEPI MIELE PER SOSTEGNO MISSIONE MADAGASCAR
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