Il Lions Club “Contarina-Delta Po”apre il Cantiere lavoro.
PORTO VIRO-(RO)-Chi può avere conoscenze ed esperienza di prima mano sulle esigenze vere di chi si trova in difficoltà? E dopo l’analisi dei bisogni e le strategie per essere al fianco delle categorie più fragili (anziani, poveri, emarginati, giovani) chi poteva mettere insieme delle proposte concrete sul campo, meglio di un Presidente Nazionale del “NOI Associazione”, di un direttore dei mitici Oratori salesiani e di un sindaco che vive la trincea di una piccola comunità avara di nascite e povera di strutture e servizi?
È per rispondere a queste domande che Mauro Zennaro – Presidente del Lions Club “Contarina-Delta Po” – ha voluto mobilitare il club e mettere in cantiere un “progetto-service” per intercettare e dare una possibile soluzione ai bisogni di almeno una delle categorie poste sotto osservazione, quei giovani per i quali si rischia che scada il tempo per intervenire concretamente: si allude in particolare a quelli che – o per carattere schivo, o per scarsa autostima o, peggio, per essere deliberatamente emarginati dai loro stessi coetanei – sono rintanati in casa nella solitudine delle loro stanzette, ostaggio dei social che li stanno svuotando e paralizzando.
Illuminanti gli interventi dei relatori. In particolare don Giovanni Pojer, direttore del centro salesiano “San Giusto” di Porto Viro ha esordito proponendo ai convenuti l’audio di alcune brevi interviste ai ragazzi dell’oratorio che – a fronte di poche domande sulle loro aspettative – hanno concentrato le loro risposte prevalentemente sull’avere “soldi”, mettendo decisamente in secondo piano obiettivi come il lavoro o una famiglia. “Dobbiamo creare un rapporto con la scuola”, spiega don Giovanni, “il luogo dove i ragazzi passano tutti e con la quale è possibile avviare un rapporto costruttivo e di collaborazione”.
“I ragazzi che fanno almeno un po’ di vita sociale si possono dividere così: 30% nello sport, 30 % in parrocchie e oratori, e il restante 30% sono…fantasmi invisibili!” dice Don Damiano Vianello, presidente del NOI nazionale. “Occorre dunque uscire dalla routine delle solite proposte, dalla propria zona comfort, e percorrere con questi ragazzi la loro strada. E riassume così gli ambiti di possibili interventi: un luogo, che favorisca l’incontro tra ragazzi e coordinato da un educatore professionale; un tempo certo, quello dello studio e della formazione, spesso oggetto di abbandono scolastico: cosa proporre a quei ragazzi?; un peso, cioè l’autorevolezza di quel terzo settore – tra cui anche un club Lions – che sostenga esigenze e progetti dei giovani, mettendo in rete Istituzioni, enti e territorio”.
Un’indicazione unisce i relatori: la necessità di trovare soluzioni comuni e condivise, perché solo il reciproco riconoscimento e la collaborazione potrà dare forma a qualcosa di veramente valido. Comuni, scuole, parrocchie, oratori e associazioni del volontariato, se alleate, possono essere la molla giusta per far partire una stagione nuova per i giovani che – non dimentichiamolo – dovranno farsi carico di un futuro neanche tanto lontano.
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