Giornate FAI di Primavera 2024
ROVIGO-Come ormai accade da 32 anni a questa parte con l’arrivo della primavera infatti, si apre la stagione dei grandi eventi FAI proprio con queste giornate, che per la Fondazione rappresentano l’evento più importante dell’anno. Insieme alle Giornate FAI d’Autunno, queste costituiscono uno dei momenti principali di raccolta fondi attraverso i quali la Fondazione può continuare la propria mission di salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale italiano. Ad oggi, grazie in buona misura a questi grandi eventi di piazza, sono più di 70 i beni FAI in tutta Italia, di cui quasi 55 aperti al pubblico ed è proprio soprattutto grazie al contributo dei privati in queste occasioni che è stato possibile restaurare, mantenere e poi aprire a tutti questi luoghi meravigliosi.
Quest’anno le Giornate FAI di Primavera saranno sabato 23 e domenica 24 marzo. Per la Delegazione di Rovigo in particolare si tratta di giornate speciali, poiché quest’anno ricorrono i 25 anni dalla nascita della Delegazione FAI di Rovigo. Per questo, queste Giornate FAI rappresentano anche l’apertura di una stagione di festeggiamenti che culminerà con le Giornate FAI d’Autunno e si articolerà in una serie di iniziative che si svolgeranno nei prossimi mesi. In occasione di questa importante ricorrenza abbiamo scelto di ritornare nel capoluogo polesano e aprire quindi ben quattro luoghi nella città di Rovigo. Si tratta di luoghi molto vicini tra loro, che invitano alla passeggiata in centro e alla riscoperta di alcuni angoli più o meno conosciuti della nostra città.
Sono luoghi che rappresentano in qualche modo uno spaccato della nostra società, lo studio, la formazione, l’imprenditoria, l’agricoltura, il commercio, la bonifica, l’acqua. Sono luoghi del Polesine che sono così radicati in noi e che diamo così tanto per scontato che non ci accorgiamo di quanto siano legati fra loro e quanto siano stati e siano essenziali per il nostro territorio: per coltivare i terreni si è reso necessario bonificarli, per bonificarli qualcuno ha studiato, per far studiare chi ha bonificato qualche genitore avrà lavorato duramente e di conseguenza qualcuno ha fatto impresa e per questo sono luoghi intrinsecamente legati con la nostra identità polesana. Anche per questo motivo aggiungono un valore in più a queste giornate, poiché il senso dell’operato del FAI e dei nostri volontari di conseguenza è anche quello di dare valore a queste storie, aiutandoci a ricollegarci con le nostre radici e la nostra identità. Non da ultimo, la parola Ambiente all’interno dell’acronimo FAI la ritroviamo anche qui, a ricordarci l’importanza di continuare a prenderci cura delle nostre terre.
Partiamo dunque da Palazzo Angeli, aperto dalla Delegazione l’ultima volta in occasione della Rovigo In Love nel febbraio 2020. Si tratta di uno dei palazzi più belli della città, chiuso per tanto tempo e abbandonato al degrado e che oggi è tornato a splendere dopo un lungo ma accurato restauro. Fatto erigere dal Conte Giovanni Angeli nel 1780, fu commissionato a Francesco Schiavo. L’edificio presenta elementi in stile neoclassico e romantico, in una commistione che rappresenta il gusto dell’epoca. A sbalordire sono in particolare gli affreschi interni, dalla sala blu alla sala con le grottesche, ma non meno stupefacenti sono stucchi e sculture. Dopo la morte, il Conte lascia l’edificio in eredità al Comune di Rovigo che lo destinerà a diversi utilizzi fino al suo abbandono nel 1982. Oggi è tornato agli antichi splendori ed è divenuto la sede rodigina del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara.
A breve distanza da Palazzo Angeli troviamo la Camera di Commercio. Nonostante sia normalmente aperta al pubblico, per la sua funzione di servizi al cittadino non è un luogo in cui ci si reca abitualmente. L’edificio, che si affaccia su piazza Garibaldi, colpisce per la sua maestosità già dall’esterno, e le sue decorazioni sono frutto della maestria di Lorenzo Cadorin, già decoratore del Caffè Florian di Venezia. In origine tuttavia la sua funzione era più oscura, in quanto sede del palazzo pretorio in cui risiedevano le sale adibite alla giustizia con carceri e sala della tortura. La sua destinazione d’uso cambierà verso la fine dell’Ottocento, quando verrà adibito a Borsa con tanto di Caffè, noto ancora oggi. Alla Camera di Commercio accompagneranno i visitatori tra lo spettacolare salone del grano, la sala consiliare e la sala di giunta gli Apprendisti Ciceroni® della classe 4BSA dell’Istituto di Istruzione Superiore Primo Levi di Badia Polesine, che grazie al FAI Scuola potranno mettere in pratica mesi di studio e preparazione per l’occasione.
Il vice presidente Gian Michele Gambato Vicario della Camera di Commercio di Venezia Rovigo dichiara: “In occasione delle Giornate FAI di Primavera 2024, che sono uno dei più grandi eventi di valorizzazione del patrimonio culturale, artistico, naturalistico e scientifico del nostro Paese, la Camera di Commercio di Venezia Rovigo aprirà la sua sede rodigina a tutti i visitatori. La valorizzazione della Cultura è uno dei compiti affidati alle Camere di Commercio dalla riforma del 2016. Ecco perché, quando il FAI ci ha contattati per coinvolgerci in questo evento abbiamo detto sì senza alcun indugio. La sede camerale è uno dei luoghi simbolo di Piazza Garibaldi e della Città di Rovigo; al suo interno, da più di un secolo, si svolgono tutte le attività legate alle imprese del commercio, dell’industria, dell’artigianato e dell’agricoltura. Il Salone del Grano, teatro della compravendita di granaglie, di esposizioni fieristiche e merceologiche per tutto il ‘900, restaurato e restituito alla cittadinanza nel 2014, è la punta di diamante di un edificio di altissimo pregio. Aprire la nostra sede alla cittadinanza, il 23 ed il 24 marzo prossimi, consente di rafforzare il costante dialogo con il territorio, di far conoscere il nostro ente e di valorizzare l’architettura, la storia e le opere artistiche che si trovano all’interno. Un pensiero particolare va a tutti i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Superiore “Primo Levi” di Badia Polesine che, durante questo fine settimana, faranno da “ciceroni” per il FAI. L’entusiasmo e la passione per la Cultura vanno coltivati costantemente per avere una mente libera ed elastica che dia spazio a creatività ed innovazione.”
A pochi passi si trova Palazzo Bonanome Ravenna, attuale sede del Consorzio di Bonifica Adige Po. Di origine cinquecentesca, è uno dei palazzi più antichi della città. I suoi interni sono finemente decorati e fanno respirare ancora l’aria di casa della nobiltà che vi risiedeva. Negli anni, dopo i vari passaggi di proprietà tra le ricche famiglie nobili, diviene edificio di uso pubblico con la Cassa di Risparmio prima e il Consorzio di Bonifica poi, nel 1928. La sua posizione tra il Teatro Sociale e la Camera di Commercio lo fa passare in secondo piano all’occhio di chi passa, ma non appena ci si sofferma sulla sua facciata, si scopre un altro gioiello dell’architettura rodigina, che all’interno nasconde piccole meraviglie.
Per concludere, dietro Palazzo Bonanome Ravenna, in via Verdi, troviamo Palazzo Campo, anche in questo caso proprietà del Consorzio di Bonifica Adige e Po. Situato a pochi passi dalla celebre Rotonda, la sua storia è tutta da scoprire: un primo nucleo infatti si trovava al di fuori dalle mura cittadine, ma il suo interesse aumentò agli occhi delle famiglie che vi risiederono nel momento in cui venne inglobato nel centro città. La sua sfortuna è legata però proprio a questi passaggi di proprietà, fino alla svolta di inizio 1900 in cui il Consorzio di Bonifica ne fece una delle sue sedi principali. Attualmente i suoi uffici sono vuoti, ma ciò consente di ammirare ancora di più i ricchi stucchi e le decorazioni architettoniche al suo interno. Per l’occasione, qui sarà ospitata la mostra dedicata ai 25 anni della Delegazione di Rovigo.
Oltre alle consuete visite, saranno presenti nella giornata di domenica alcuni ragazzi dell’orchestra Young Venezze dell’omonimo Conservatorio rodigino, diretti dalla Professoressa Daniela Borgato, che allieteranno e scandiranno i momenti di visita con delle brevi esibizioni musicali. Siamo particolarmente felici di rinnovare la collaborazione con questi ragazzi talentuosi e per noi è motivo di vanto e orgoglio poter condividere con loro i nostri spazi. Per tutta la durata della manifestazione invece, sarà presente presso Palazzo Campo una mostra che raccoglie foto, documenti e articoli di giornale che ripercorrono la storia della Delegazione di Rovigo a partire dal 1999 fino ai giorni nostri. Certo non è comprensiva di ogni evento messo in piedi dalla Delegazione, anche perché non basterebbero 20 pannelli per raccontarli tutti! Abbiamo però cercato di raccontare quanto più fedelmente possibile il lungo percorso attraverso i momenti salienti e l’evoluzione di questo gruppo. Al termine della visita e a coronamento della mostra, i visitatori troveranno una serie di video girati durante gli anni.
Gli orari di apertura saranno dalle 9:30 alle 12:30 (con ultimo giro alle 12:00) e dalle 14:00 alle 18:30 (con ultimo giro alle 18:00) per entrambe le giornate. Le visite dureranno circa 30-40 minuti e gli orari potrebbero subire leggere variazioni a seconda dell’affluenza. La partecipazione è libera, tuttavia essendo una giornata di raccolta fondi verrà chiesto un contributo libero a partire da 3€ in ogni luogo. I luoghi saranno aperti a tutti ed è garantito in tutti i luoghi anche l’accesso a chi ha disabilità motorie, per dare a chiunque l’opportunità di godere di questo fine settimana di festa. Il consiglio, come sempre, è quello di anticipare le visite al mattino e possibilmente al sabato per chi può, al fine di ridurre le eventuali code che sono solite formarsi la domenica pomeriggio.
Infine, un paio di considerazioni personali. Si è pensato a lungo ad un titolo che potesse ben identificare i luoghi che andiamo ad aprire in questa edizione delle Giornate FAI, ma non c’era nulla di adatto che potesse descrivere il lavoro di preparazione che c’è dietro e al contempo dare un’idea del risultato finale. Le nostre Giornate FAI iniziano circa sei mesi prima di quei due giorni che sono l’effettiva apertura e di cui il pubblico fruisce: si deve pensare al luogo, ai luoghi all’interno del luogo, trovare dei contenuti interessanti, un racconto da narrare, contattare i proprietari, convincerli ad aprire le porte di casa loro ad un numero sconosciuto di persone, prendere accordi, farci autorizzare, fare sopralluoghi, studi, ricerche, verifiche, ulteriori sopralluoghi, ulteriori tagli ed ulteriori verifiche finché la narrazione fila liscia senza intoppi e sia interessante da ascoltare. Nel frattempo dobbiamo coordinare i volontari in base al loro tempo libero, stimolarli, formarli e gratificarli. Si devono richiedere patrocini, collaborazioni, organizzare conferenze stampa, ospitate in radio… Mentre scrivo questo intervento su Google Drive sono le 23e30 e Margherita me lo sta grammaticalmente e sintatticamente correggendo, Silvia sta le modificando le foto sui pannelli della mostra, altri stanno predisponendo le ultime modifiche sui riassunti per i narratori, altri invece stanno già studiando con l’ansia che li assale perchè non vogliono sbagliare… il tutto per due giorni! Ma chi ce lo fa fare? Ecco, con il FAI possiamo toccare con mano dove vanno le nostre fatiche: abbiamo oltre 70 testimonianze di dove vanno a finire le nostre ore di volontariato e questo per noi è una certezza ed una garanzia sul nostro operato. In più, in quei due giorni abbiamo il feedback dei visitatori, i sorrisi, gli applausi a fine giro, il numero delle iscrizioni e delle presenze, i contributi raccolti, il riscontro nella stampa locale o regionale. Ogni volontario si concentra su quello che gli è più vicino come ricompensa per questo tempo trascorso, e negli anni futuri lo potrà ri-cor-dare, dare nuovamente al suo cuore, perché è proprio di questo il senso del volontariato: uno scambio continuo tra chi dà e chi riceve e viceversa e a giovarne è sempre lo spirito. Non è possibile quindi riassumere in poche parole un evento di questa portata, che porta con sé un bagaglio di fatiche, lavoro ma tanta tanta soddisfazione. Dal 1999 i volontari della Delegazione di Rovigo si impegnano per portare avanti la mission del FAI nel territorio di Rovigo e quindi per far godere ai polesani delle meraviglie artistiche, culturali e ambientali di questa terra. Ognuno di loro ha lasciato una piccola parte di sé nel suo percorso e oggi noi vogliamo festeggiare e ringraziare anche loro, raccogliendo quanto hanno seminato e piantando a nostra volta nuova semenza per il futuro.
E’ il momento dei ringraziamenti e questa volta sono davvero tanti, a partire dal Consorzio di bonifica Adige e Po che ci ha già ospitato negli anni e che ancora una volta ha messo a disposizione i propri locali, questa volta ben due; un ringraziamento in particolare, senza voler escludere nessuno, al Direttore Marco Volpin, al Presidente Roberto Branco e a Chiara Costantini, che con grande disponibilità ci ha seguito nei vari sopralluoghi. Un ringraziamento alla Camera di Commercio che ci ha dato la grande opportunità di aprire le porte di questo luogo magnifico, tanto caro ai rodigini, e nello specifico il grazie va al Dott. Gian Michele Gambato, a Monica Guariento, Chiara Tagliaferro e Cristina Tronchin per il supporto e il tempo speso per definire ogni dettaglio. Ringraziamo l’IIS Primo Levi, gli studenti Apprendisti Ciceroni e la professoressa Mazzetto, che con il loro impegno hanno reso possibile questo ulteriore passo in avanti della Delegazione e ai quali speriamo di aver trasmesso la nostra passione. Un grande grazie all’Università degli Studi di Ferrara che ci ha accordato di nuovo la fiducia e non ha esitato a riaprirci le porte di questo prezioso scrigno, e qui ringraziamo il Presidente del CUR Diego Crivellari e la Professoressa Serena Forlati, Direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza di Ferrara.
Un grazie a Qualbuonveneto, nelle persone di Samuele e Sabrina, che si sono dimostrati disponibilissimi sin dall’inizio, oltre che delle persone eccezionali, contribuendo con il loro lavoro a rendere queste giornate ancora più emozionanti. Il Conservatorio Francesco Venezze e in particolare la Professoressa Daniela Borgato nonché i ragazzi dell’ orchestra Young Venezze che hanno aderito all’iniziativa. La FIAB, che non manca mai di supportarci in ogni evento e anche questa volta sarà con noi a condividere questi momenti. Un grazie anche alla Croce Rossa, sempre presente e disponibile a supportare le nostre iniziative con i preziosi volontari. Infine, un gigantesco grazie a tutti i volontari che hanno collaborato non solo per la realizzazione dell’evento partecipando e lavorando anche “offline”, ma anche a coloro che hanno partecipato alla produzione della mostra, con particolare attenzione ai volontari passati che hanno messo a disposizione il loro materiale, condividendo ancora una volta momenti preziosi che rimarranno nel futuro.
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