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Tutti cantano “Romagna mia” con gli Extraliscio-Il Palazzetto di Corbola diventa una balera.

CORBOLA-(RO)- Per la “sigla” dei saluti finali, tutti sul palco (almeno una discreta quantità di pubblico) a cantare “Romagna mia” con Mauro Ferrara The original e Mirco Mariani direttore d’orchestra. È successo di tutto, musicalmente parlando, domenica sera (18 agosto) al palazzetto dello sport di Corbola, col concerto degli Extraliscio, penultimo appuntamento della rassegna “Tra ville e giardini 25 anni”. Canto a cappella, scaletta ribaltata, improvvisazioni simil jazz tra fisarmonica e “balletti” al theremin (strumento elettronico che non prevede contatto con l’esecutore), impossibili duetti tra voce umana e auto-tune, siparietti tra Mariani e Ferrara (“182 anni che canta ‘Romagna mia’ e non ha ancora una crepa!”), cambi di tempo e di velocità, lo stravolgimento e la ricomposizione dei classici del liscio, firmati Casadei. La pioggia ha dirottato lo spettacolo che si doveva fare in piazza Chiesa, ma la risposta degli spettatori è stata comunque ampia.  

Quando iniziano le difficoltà, è allora che si vedono i musicisti di razza. Ma qui c’è l’adunanza dei fenomeni. La line up annunciata è stata forzatamente stravolta, sicché si sono trovati Mauro Ferrara, la voce di “Romagna mia nel mondo”; l’incredibile Massimo Simonini a “danzare” al theremin; Luca Casadei alla fisarmonica, da due giorni nel gruppo, a rimpiazzare mellotron e synt; Gaetano Alfonsi alla batteria, senza un bassista; Mirco Mariani alla direzione d’orchestra, voce, effetti auto-tune, pianoforte e, all’occorrenza, batteria: quando il batterista va a fare i cori di Rosamunda con Ferrara. Tutto si mescola, si separa e si ricompone; tutti fanno tutto anche l’impossibile, sotto la direzione del genio sonoro Mariani. L’apertura è con una nostalgica “Romagna mia” a cappella di Mauro Ferrara: la sua voce calda e potente, ha una limpidezza invidiabile. “L’ultimo cantante dopo Claudio Villa e Massimo Ranieri – ridacchia Mariani – morto lui…” E l’altro si tocca. Poi è tutto un rifiorire dei brani storici che hanno fatto il Liscio e classici folk, completamente riarrangiati in chiave acustica, per lo più rallentata, a metterne in risalto la poesia. “Ciao Mare”, la romanesca “Sinnò me moro”, la messicana “Cucurucu Paloma”, sono tutte rilette da Mariani per voce e piano.

Ma i ritmi si sanno alzare ed il pubblico viene chiamato a cantare e batter le mani. Bello il mash up tra “Marina” (“Marina Marina Marina ti voglio al più presto sposar” di Rocco Granata del 1959) e la tradizionale “Uva fogarina”. Un bell’assolo di Luca Casadei alla fisarmonica, uno dei giovani musicisti più virtuosi della Romagna. Spassoso, oltre che complesso, il dialogo tra la fisarmonica ed il “dispettoso” theremin di Simonini, che gli cambiava il tempo. Suonano di tutto: il canto ebraico “Gam gam”, “La rosa bianca” (di Sergio Endrigo), il classico “Bella straniera”, “Romagna e Sangiovese”, “La ballata del camionista” cantata da Ferrara a cappella, che è il simbolo dei suoi 26 anni nell’Orchestra Casadei; “Voglio vederti cantare”, omaggio a Battiato con tutto il pubblico in piedi a ballare; in fondo, i brani originali degli Extraliscio firmati Mariani: “Sono stanco”, “La nave sul monte”, eventualità assurda che si è rivelata poi realtà, perché c’è davvero una nave a Genga (Ancona), costruita da un abitante del posto in ricordo del figlio appassionato di navigazione; il brano sanremese “Bianca luce nera” cantato e applaudito e poi “Festa di gioventù”, inno del Carnevale di Viareggio del 1953. Infine tutti sul palco (o quasi) per formare la più grande orchestra del mondo e cantare “Romagna mia” con Ferrara, diretti da Mirco Mariani.

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