Jada Rubini e il valore dell’amicizia al femminile.
ROVIGO-Presentato a Palazzo Casalini il romanzo “L’attico. Amicizie lontane”, ultimo capitolo della trilogia dedicata a un gruppo di studentesse nella Padova universitaria.
Calorosa accoglienza nel salone d’onore di Palazzo Casalini per la presentazione del libro “L’attico. Amicizie lontane”, un romanzo di Jada Rubini, pubblicato dalla Casa editrice Elmi’s World di Padova. Il libro, terzo capitolo di una trilogia che racconta la storia dell’amicizia tra un gruppo di studentesse nella Padova universitaria, si inserisce tra le proposte scelte per la rassegna “Quello che le donne scrivono”, ciclo di incontri letterari al femminile giunto alla sua seconda edizione. Presenti all’evento l’autrice e la sua intervistatrice, Ketty Areddia.
A introdurre l’evento Chiara Paparella, ideatrice del progetto e presidente dell’associazione “Crams” che, nel ringraziare BVR Banca Veneto Centrale per il sostegno concesso all’iniziativa culturale, ha ricordato che «scopo della rassegna è quello di dare voce a una selezione di autrici del territorio che, sebbene alcune di loro non siano ancora entrate a pieno titolo nei circuiti nazionali della promozione e della commercializzazione, è possibile definirle veri talenti locali, interessanti e capaci di raccontare in modo efficace la contemporaneità». L’ospite di questo sesto appuntamento della rassegna è stata Jada Rubini, giovane scrittrice di 27 anni, nata a Chioggia ma cresciuta a Cavarzere. Dopo essersi diplomata al liceo classico Carlo Bocchi di Adria, si è trasferita a Padova per condurre gli studi universitari di filosofia. Nel capoluogo euganeo, dove sono ambientati i suoi ultimi tre romanzi, la scrittrice si è laureata in filosofia nel 2020 e nel 2024 ha conseguito anche la laurea in Scienze Filosofiche.
A marzo di quest’anno è uscito il suo quinto libro, il terzo dedicato alle vicende di un gruppo di ragazze che si sono conosciute e diventate grandi amiche. L’amicizia femminile è un sentimento universale, che ritroviamo in tutte le letterature del mondo, declinato nelle sue diverse espressioni, compreso la sorellanza, cioè quello speciale legame che unisce le sorelle, e che nella narrazione di Jada Rubini diventa un sentimento di reciproca solidarietà fra ragazze, basato su una comunanza di condizioni, esperienze e aspirazioni. Il romanzo racconta le vicende di Jasmine, la protagonista, che, dopo la laurea e lo scombussolamento a causa di una maternità non ricercata, sembra aver finalmente trovato un equilibrio tra famiglia e lavoro. Pagina dopo pagina, si ha modo di apprezzare la crescita personale e psicologica di questa giovane donna. Le sue amiche del cuore, già conosciute dai lettori nei precedenti episodi, saranno ancora presenti, ma la nuova vita frenetica di tutte renderà più difficili e lontane le loro frequentazioni.
L’incontro è stato ben condotto dalla giornalista Ketty Areddia, che ha introdotto i temi della serata, come l’amicizia, l’accettazione di se stesse e degli altri, la maternità e le difficoltà di viverla da single, il non abbattersi mai e continuare a lottare per i propri ideali. Argomenti che sono stati poi approfonditi e dipanati dall’autrice nel corso della conversazione. Lo sviluppo completo della protagonista della storia corrisponde, come abilmente ha fatto notare l’intervistatrice Areddia, alla crescita personale dell’autrice. Del resto, questo lavoro è giunto a distanza di cinque anni dal libro che ha dato avvio alla trilogia della bravissima scrittrice cavarzerana e a tre anni dal suo secondo libro. È del tutto normale, quindi, che l’approccio ai temi fondamentali della vita possa essere risultato più concreto e maturo.
Tuttavia, è la stessa Jada Rubini a puntualizzare che in questo, come nei precedenti episodi della trilogia, l’aspetto autobiografico abbia corrisposto solo per il cinquanta per cento alle sue vicende personali. Il resto dei contenuti è frutto esclusivo della sua fervida fantasia e della sua capacità di osservazione, abilità da lei esercitata con naturalezza. «Fin da piccola – ha raccontato la scrittrice – mi piaceva inventare storie, che poi ho imparato anche a scrivere. Già dalle scuole elementari ho avuto modo di partecipare a diversi concorsi letterari. A 16 anni ho vinto un concorso di scrittura a livello europeo e a 19 anni ho pubblicato il mio primo libro». Sollecitata dalle domande della giornalista, Rubini ha raccontato di non avere ancora vissuto l’esperienza del parto e della maternità. Ciò nonostante, ha potuto scriverne perché è sua abitudine ben documentarsi su tutto ciò che non fa parte delle sue conoscenze ed esperienze personali. I racconti di una zia di Porto Viro, che ha sperimentato il parto cesareo, e quelli di alcune mamme single sue amiche le hanno consentito di trattare tali argomenti nel romanzo, con dovizia di particolari.
Il libro, avvincente, scorrevole, divertente e ricco di emozioni, è stato presentato al numeroso pubblico che ha seguito con evidente partecipazione l’appassionata e vibrante conversazione tra la giornalista e l’autrice. Il romanzo, come l’intera trilogia, si vive come un film. Una sorta di sceneggiatura cui però la sua creatrice ha deciso di non dare più un seguito. «Ho già dato tutto a Jasmine e Jasmine lo ha dato a me. Ora vorrei dedicarmi a qualcosa di nuovo. Ho già qualche idea in merito: storia e protagonisti saranno sempre al femminile, ma non posso ancora parlarne». La serata si è conclusa tra gli applausi del pubblico e il tradizionale firmacopie. Il ciclo di incontri letterari, che vanta il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia e del Comune di Rovigo e della Consigliera Provinciale di Parità, proseguirà giovedì 5 dicembre a Palazzo Casalini – sempre alle ore 17.30 – con la scrittrice adriese Daniela Gambaro e il suo ultimo libro: “Verdissime” (Nutrimenti). L’incontro sarà moderato dalla giornalista Giorgia Brandolese.
La rassegna “Quello che le donne scrivono”, giunta alla sua seconda edizione, intende configurarsi come un percorso volto a coniugare la scoperta della scrittura al femminile polesana con l’approfondimento della conoscenza dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 dell’Agenda 2030, quello sulla “Parità di genere”, incentrando gli appuntamenti su tematiche che coinvolgono la vita quotidiana.
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