CUNEO SALINO E SICCITA’-IL POLESINE ENTRA NELLA STRATEGIA NAZIONALE PER IL CONTRASTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI.
Il Sottosegretario Velo risponde all’interrogazione del parlamentare polesano Diego Crivellari. Piano nazionale e monitoraggio continuo.ROMA 13/06/2017 – <Per il Ministero dell’Ambiente la siccità e il cuneo salino nelle acque del Polesine rimangono fenomeni critici ed osservati speciali.
E’ importante che il Governo stia affrontando questo problema, di rilevanza nazionale, con una strategia legata ai temi dei cambiamenti climatici>. Con queste parole il deputato polesano Diego Crivellari ha replicato alla risposta del Sottosegretario di stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del Mare Silvia Velo in merito all’interrogazione sul perdurante pericolo idrico per siccità e l’innalzamento del cuneo salino nei fiumi. <Le problematiche concernenti la crisi idrica della Regione Veneto – ha continuato Crivellari – sono state inserite e considerate all’interno del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. In particolare, sono già state elaborate e diffuse a livello nazionale le linee guida per le valutazioni ambientali delle concessioni di derivazione delle acque e per la definizione del deflusso minimo vitale e deflusso ecologico. Per il distretto padano e a quello delle Alpi orientali, gli osservatori competenti hanno già dichiarato la presenza dello scenario di severità idrica media, ed hanno già sviluppato con la collaborazione di tutti i soggetti pubblici e privati chiamati a intervenire, programmi di gestione delle criticità idrauliche già sopraggiunte o comunque ipotizzabili. In particolare, per quanto concerne il bacino del fiume Adige, l’amministrazione regionale, nell’aprile del 2017, ha dichiarato lo stato di crisi idrica ed ha imposto una limitazione dei prelievi irrigui. Nel contempo sono stati attivati i possibili approvvigionamenti idropotabili alternativi legati all’acquedotto regionale Mosav, in corso di realizzazione. Con riferimento, invece, all’area del fiume Po, la competente Autorità di bacino ha fatto presente che il quadro climatico osservato nell’ultimo ventennio e previsto per il futuro è tale da configurare una situazione di criticità crescente, sia sotto il profilo della siccità che sotto il profilo della carenza idrica, per far fronte alla quale è necessario operare sulla sostenibilità dell’uso e della gestione proattiva degli eventi estremi. A riguardo, si fa presente che l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, in atto nel distretto del fiume Po, si è riunito il 14 marzo e l’11 aprile scorsi per esaminare la situazione relativa alla disponibilità idrica. Il 4 maggio si è tenuta un’ulteriore riunione in cui si è proceduto ad aggiornare il quadro complessivo sulla disponibilità della risorsa, concludendo che la situazione presenta uno scenario di severità idrica bassa, criticità ordinaria. La domanda è ancora soddisfatta, ma gli indicatori mostrano un trend verso valori più preoccupanti.
L’Autorità di bacino ritiene, pertanto, opportuno continuare il sistema nella fase operativa di vigilanza, in quanto permane la preoccupazione derivante dalle previsioni meteorologiche a tre mesi, che fanno ritenere possibile l’evoluzione verso uno scenario di severità idrica maggiore. Per il cuneo salino, l’Autorità di bacino del distretto del fiume Po segnala che ad oggi, grazie alle ultime perturbazioni, il livello del Po è in crescita, con una portata di 1400 metri cubi al secondo. Tale valore è comunque al di sopra della soglia di allerta per l’intrusione del cuneo salino fissata, invece, a 650 metri cubi al secondo. Questo è un nodo che da diversi anni è presente e riguarda sia la foce dell’Adige sia il delta del Po in particolare, ed è qualcosa che crea molti problemi all’uso delle risorse idriche per quanto riguarda l’agricoltura e anche poi per la popolazione civile e per uso potabile. Io credo, in particolare, che questo tema del cuneo salino abbia bisogno di investimenti pubblici e da questo punto di vista anche sul nostro territorio, in Polesine e in Veneto, devo dire che è molto significativo il ruolo svolto dai consorzi di bonifica. Monitorare, collaborare, cooperare e fare in modo che questa strategia nazionale venga maggiormente conosciuta dalla popolazione – ha concluso Crivellari – nello spirito collaborazione istituzionale che credo sarà l’unica via per far fronte a un tema e a un nodo sempre più emergente per il Veneto ma anche per l’intera Italia>.
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