A proposito di Cardiologia, dell’Ospedale Pubblico di Adria. Prima di perdere 2 cardiologi, Zaia verifichi cosa è successo all’ULSS 5!
ADRIA-(RO)-La Cimo-FESMED, in data 8 Agosto 2024, dopo le note vicende che hanno portato alle dimissioni del Cardiologo Dr. Gabriele Braggion e dopo le rassicuranti (anche per il sindaco Barbujani?) dichiarazioni di Pietro Girardi, sul fatto che all’Ospedale di Adria il reparto di Cardiologia “non è allo sbando”, tra le altre cose, con lettera al Direttore Generale, gli risponde così:
- “ Il Direttore Generale continua a parlare di 4 unità mediche in organico (che comunque dovrebbero essere 6)” mentre “ a tutti gli effetti le unità mediche operative sono solo 3”.
- Nell’unica riunione fatta per coinvolgere anche i cardiologi di Adria, “ non si è mai parlato della nuova organizzazione della cardiologia, ma si è solo discusso su come gestire la riabilitazione cardiologica durante il periodo estivo: discusso per modo di dire”, in quanto ogni proposta fatta da chi rappresentava la cardiologia di Adria, non è stata minimamente presa in considerazione. La nuova organizzazione della cardiologia di Adria…. è stata comunicata solo successivamente con una “sterile” mail, senza averne mai parlato di persona”.
- “Infine, si constata amaramente e con grande dispiacere che questa Direzione (a differenza della precedente) si riempie tanto la bocca di benessere organizzativo e di grande disponibilità alla discussione ma nella realtà dei fatti percorre l’esatto opposto. La decisione sofferta (prima del Dr. Braggion e a breve anche di un altro cardiologo di Adria) di lasciare dopo tanti anni il SSN e il posto di lavoro (…) nasce proprio da questa considerazione”.
- “La percezione che si è avuta in questa vicenda è di una totale non conoscenza e di un completo disinteresse della Direzione alla professionalità, all’esperienza e alle competenze di chi lavora da decenni in questa Azienda (…) pensando di sostituirli con gli specializzandi in formazione che, per quanto bravi e capaci, hanno ancora molto da imparare”. Dodici anni fa la cardiologia di Adria era una “filiale” della medicina con strumentazione scarsa e in parte obsoleta. Attualmente si era arrivati a 10 posti di cardiologia per acuti e 5 posti di riabilitazione cardiologica e dopo un duro lavoro (…), si era arrivati “progressivamente una strumentazione completa e di livello” alto, sia per la cardiologia che per la riabilitazione cardiologica. Ci sembra quindi inopportuno che il Direttore Generale parli di “… una fattiva collaborazione che possa contribuire allo sviluppo di un clima organizzativo favorevole, attrattivo per i nuovi e motivati professionisti …”. Sarebbe molto più opportuno invece che la Direzione si impegnasse di più ad evitare (in un momento storico che tra l’altro nuovi professionisti si fatica a trovarli) di perdere i vecchi e motivati professionisti . Distinti saluti.
E, a fronte di tutto ciò, non sarebbe necessario che Zaia, verificasse se le dichiarazioni CIMO corrispondono al vero? Questo, per capire meglio quanto è successo all’Ospedale di Adria in questi primi mesi di gestione Girardi. Brusco Guglielmo – Rifondazione Comunista – Sanità – Polesine
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