La chimica in agricoltura stermina le api ed è allarme per salute umana.
Venezia – “L’utilizzo dei prodotti chimici in agricoltura, come dimostra il recente caso del Friuli, può avere un impatto immediato sugli insetti, come le api o altri micro organismi. Il problema però riguarda anche l’essere umano, sul quale non c’è un effetto immediato ma un effetto accumulo. Quindi dove noi vediamo che c’è una moria di api, dobbiamo vedere un allarme”. Così la Consigliera regionale Patrizia Bartelle (Italia In Comune) che aggiunge: “È il segnale che c’è qualcosa che non va, un avvertimento che non possiamo ignorare: bene ha fatto la magistratura friulana a indagare gli oltre 400 agricoltori friulani e a porre sotto sequestro 250 fondi agricoli. Con la salute non si scherza, sono anni che gli apicoltori lanciano l’allarme, anch’io sono stata in prima linea in quanto tecnico apistico: sappiamo perché le api muoiono, sappiamo che vi saranno danni anche per gli esseri umani. E allora perché c’è voluto così tanto prima che la normativa italiana recepisse alcuni limiti relativi all’uso della chimica in agricoltura, mentre in Francia e in altri Paesi queste leggi sono state approvate da tempo?”.
“Non mancano però dei segnali positivi – conclude Bartelle – innanzitutto, è sempre più frequente la richiesta da parte dei consumatori di patti etici per la produzione, e il numero di aziende che mostrano sensibilità su questo tema, richiedendo la certificazione ambientale, è in crescita. Queste tendenze vanno incentivate. L’altro segnale straordinario è quello di venerdì scorso, quando milioni di studenti in tutto il mondo hanno dato vita alla marcia per il clima nell’ambito di FridaysForFuture. Questi giovani chiedono un cambiamento radicale nel sistema di produzione, penso che dovremmo semplicemente ringraziarli e ascoltare il loro messaggio”. P.B.
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