Fare rete fra gli amministratori del territorio e ragionare in termini di Area Vasta.
VENETO-Sabato 27 novembre, nella sala Forum di San Martino di Venezze un momento di riflessione tra Il Veneto che Vogliamo e alcuni Amministratori dei principali comuni polesani. Ospiti della neo eletta Sindaca Elisa Sette, i sindaci Omar Barbierato di Adria, il sindaco Edoardo Gaffeo di Rovigo e la consigliera regionale Elena Ostanel de Il Veneto che Vogliamo.
Ha introdotto i lavori Claudio Curina, uno dei portavoce: “Il Veneto che Vogliamo, dopo l’esperienza elettorale che ha portato alla elezione di Elena Ostanel in Consiglio Regionale, si propone alle realtà Civiche presenti sul territorio come naturale interlocutore per elaborare e far camminare una proposta politica che, partendo dalle esigenze locali, ricerchi soluzioni in una scala più ampia, di area interprovinciale e regionale”.
Nel corso del dibattito sono intervenuti gli altri portavoce: Andrea Micheletti e Laura Bassi. Micheletti si è soffermato sull’importanza del turismo per la nostra provincia, il Parco del Delta del Po si troverà a gestire diversi milioni di euro, per turismo, intermodalità con il treno, fluviale e bici: somme che potranno dare impulso a progetti che possono sfruttare le caratteristiche del Polesine. Laura Bassi ha presentato l’appello per la tutela dei migranti, lanciato da Il Veneto che Vogliamo e a cui hanno aderito diverse liste civiche, associazioni, sindacati e partiti. L’appello poi è stato inviato ai massimi organi del parlamento italiano ed europeo. Elisa Sette ha sottolineato l’importanza di fare rete su progetti che coinvolgano più comuni, come la pista ciclabile destra Adige. Omar Barbierato ha ricordato i tanti progetti che si stanno concretizzando, “la rete, la progettazione e la visione comune rappresentano le novità politiche importanti in Polesine e nel Veneto per costruire un nuovo paradigma in politica, fatto di competenze e ricerca della squadra”. Si è soffermato sulla “formazione, come strumento di sviluppo del territorio”, sul Tavolo Sanità per la difesa della sanità pubblica e delle RSA che rischiano di sparire tra enormi difficoltà economiche e la politica regionale non ascolta.
Anche Edoardo Gaffeo è tornato sul tema: “Le Amministrazioni devono fare rete, nell’ottica di un ampliamento delle proprie competenze per ragionare in termini di Area Vasta”. Ha ricordato che il civismo, per definizione, è legato al territorio, ed è quindi dalla lettura del territorio che occorre iniziare per poter svolgere quell’opera di rilancio che, per usare ancora una volta le sue parole “è lunga, una sorta di lotta contro i mulini a vento, ma va fatta”. “Per fare politica per il territorio serve programmazione, non si può partire da singoli pezzi cercando in modo complicato di collegarli tra loro, bisogna partire con metodo programmatorio. Ed è il metodo, infatti, che definisce il terreno di scambio, un metodo non ideologico, che punti all’individuazione e soluzione di problemi concreti, che punti ad una lettura del territorio, ma non fantasiosa – come avvenuto anche in Veneto negli ultimi decenni. Il Veneto che Vogliamo è un aggregatore di esperienze civiche sul territorio e deve riuscire a farsi portavoce di istanze provenienti dal basso a livello regionale, e se possibile anche a livello nazionale.”
Un passaggio significativo sulla ZLS: “Come Sindaci abbiamo ritenuto opportuno provare a lavorare sulla ZLS, e a proposito di ciò segnalo il grido di allarme del Presidente di Confindustria Venezia-Rovigo proprio oggi (il 27/11 ndr) sui quotidiani, che segnala la possibilità che questo tema scompaia dall’agenda politica del governo. Su questa tema ci deve essere Il Veneto ce Vogliamo, ci devono essere i partiti tradizionali. Non ho sentito proposte di tipo programmatorio, di natura infrastrutturale, per consentire di collegare un porto ad un retroporto che si trova a 90 km di distanza totalmente non infrastrutturato”. La parola quindi a Elena Ostanel: “Il Polesine è un laboratorio importante: non è scontato, tantomeno in Veneto, che i Sindaci facciamo rete tra loro”. La gravità della situazione è poi spiegata in modo semplice e chiaro: la Regione a guida leghista non si occupa dei temi sociali, non investe nulla per i giovani, ad esempio lasciando senza risorse una legge del 2008 dedicata proprio a loro. Nella manovra di bilancio ci si dimentica di loro, della disoccupazione giovanile e delle donne, che è in continuo aumento. A fronte di ciò le risorse restano a zero. Il Veneto che Vogliamo, inoltre, ha proposto di inserire 5 milioni euro per le RSA: rischiamo di non averle più. Questa giunta regionale si vanta di governare una regione tax free, ma di fatto la scelta della Lega è di tagliare Irpef a chi guadagna più di 75.000 euro l’anno, rinunciando poi a fare investimenti per i giovani e le donne, tagliando la cultura, non occupandosi delle RSA che rischiano di saltare, schiacciate da pandemia e debiti, dove a pagare il prezzo sono le lavoratrici, i lavoratori, gli ospiti, le famiglie. E’ intervenuto quindi Davide Benazzo della CGIL per ricordare la situazione pesante nella sanità polesana e l’importanza di fare rete. Mirko Bolzoni, di Sinistra Italiana ha sottolineato l’importanza degli Istituti Tecnici Superiori per favorire la formazione e l’occupazione dei giovani. Il Veneto che Vogliamo – coordinamento polesano.
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