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Pubblico in piedi per l’apertura del Festival Antichi organi del Polesine Sul Callido di Loreo, Sartore suona i crescendo di Giovanni Morandi.

LOREO (RO), 30/11/2024 – Con uno straordinario concerto di suoni inusuali ed operistica vivacità si è aperto a Loreo, venerdì sera, 29 novembre, nella chiesa dell’Assunta, il XXI Festival Antichi organi del Polesine: un progetto culturale di Asolo musica, Mic-Regione Veneto, con la direzione artistica del maestro Nicola Cittadin. Alla consolle dell’organo Gaetano Callido opera 239 del 1787, c’era il concertista e titolare dello strumento di Santa Maria in punta (Ariano), Luca Sartore, che si è esibito in un comprensivo del marchigiano Pietro Morandi, allievo di padre Giovanni Battista Martini, l’erudito di Bologna e, soprattutto, sulle partiture colorite e coinvolgenti di suo figlio Giovanni Morandi (1777-1856), che fu mentore ed ispiratore di Gioacchino Rossini.

La serata, molto partecipata, col pubblico ad applaudire in piedi in un’esplosione di gioia e riconoscenza, è stata aperta dalla consigliera alla Cultura di Loreo, Marilena Berto che ha detto: “Accogliamo con orgoglio questa manifestazione culturale di eccellenza”. Il sindaco Moreno Gasperini, impegnato altrove, ha voluto raggiungere l’evento in tempo per le ultime sonate e per concludere la serata ricordando che: “Dopo una giornata di impegni quotidiani, ascoltare questa musica trasporta in una dimensione di pace”. Del senso della musica ha parlato anche il padrone di casa, il parroco don Stefano Doria: “Un valore culturale – ha rimarcato – ma anche un valore spirituale, perché capace di elevare il nostro spirito”. Il direttore artistico, Nicola Cittadin ha fatto i ringraziamenti di rito, ricordando che il festival ha i patrocini delle Diocesi di Chioggia e di Adria-Rovigo e della Provincia di Rovigo, oltre il sostegno ed il contributo del Comune di Loreo, oltre che di Lendinara, Giacciano con Baruchella, Porto Tolle e Rovigo. “Voi custodite uno strumento importante – ha sottolineato Cittadin – È un bene dell’intera comunità. Un suono che nasce con i vostri trisavoli come una voce dal passato, che vi proietta nel futuro”.

Luca Sartore si è prodotto in un’esecuzione impeccabile, con tocco deciso, ma impercettibile, faceva tutt’uno con il Callido, tipologia di strumento cui è particolarmente affezionato, impartendo ai registri, una continua variazione di toni, colori, vibrazioni. Assolutamente a proprio agio tra le partiture di Giovanni Morandi, che conosce alla perfezione, ne ha enfatizzato lo stile melodrammatico e la vivacità. In effetti, l’interprete ha già pubblicato sei dichi dell’opera omnia del compositore marchigiano, in prima assoluta, per l’etichetta Da Vinci classics, ed altri è in procinto di registrare. Fra l’altro, le registrazioni hanno coinvolto due organi polesani, quello di Santa Maria in punta e quello di Mardimago di Rovigo.

Il programma musicale si è aperto con due brani di padre Martini, più solenni; poi una partitura di Pietro, ed il resto dedicato a Giovanni. Fra una sequenza e l’altra, Luca Sartore si soffermava a raccontare aneddoti e infarcire di informazioni le musiche. Ha narrato del rapporto con Gioacchino Rossini, segnalando come il “crescendo” della sonata seconda in La minore è quello stile che verrà poi attribuito a Rossini con l’aggettivo “rossiniano”. Sonate svolazzanti, fiorite e vivaci, operistiche, per l’appunto, che raccontano della società dell’epoca, in cui alla popolazione meno abbiente, che non aveva denaro da spendere per andare a teatro, poteva ugualmente ascoltare l’opera recandosi a Messa. Sartore ha aperto tutti i registri del Callido, spingendosi su suoni poco utilizzati, tromboncini, violetta bassi, tremolo, anche con l’aiuto di Nicola Cittadin a far da registrante. Da segnalare il meraviglioso intervento di un fischietto ad acqua (suonato da Cittadin) nella Sonata in Re maggiore, che davvero ha proiettato il pubblico tra i versi degli uccelli di palude. Uno strumento costruito da Benvenuto Fecchio del Museo L’Ocarina del Po a Grillara (Ariano). A dimostrazione di come davvero il suono dell’organo rappresenti un territorio e col territorio riesca benissimo ad amalgamarsi.

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