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Incontro ricco di applausi per Silvia Rossi, che ha presentato il suo romanzo “Lascerò la luce accesa”.

ROVIGO – Giovedì 31 ottobre, nel salone d’onore di Palazzo Casalini si è svolto l’incontro dedicato a Silvia Rossi, la prima delle sette autrici polesane emergenti invitate a impreziosire, con la loro presenza, la rassegna “Quello che le donne scrivono”, organizzata dall’associazione culturale “CRAMS” in collaborazione con BVR Banca Veneto Centrale. La scrittrice, che vive e lavora come insegnante a Villamarzana (RO), sollecitata dalle domande pertinenti e argute di Martina Romagnolo, ha presentato il suo secondo romanzo “Lascerò la luce accesa”.

Esiste una letteratura polesana al femminile? Ci sono oggi scrittrici, nate o che vivono tra l’Adige e il Po, che valga assolutamente la pena leggere? Se alla volontà di dare risposte plausibili a queste domande, si aggiunge il desiderio di contribuire a dare opportuno riscontro alle legittime istanze di quelle donne appassionate di scrittura che, vivendo in zone geograficamente ai margini dei grandi circuiti culturali, vedendosi spesso precluse le possibilità di partecipare a rassegne letterarie e presentazioni di libri promosse sul territorio, chiedono che gli vengano offerti maggiori occasioni per farsi conoscere in ambito locale, allora è possibile comprendere appieno le motivazioni che hanno spinto i promotori a dare vita a questa kermesse letteraria.

«Il mondo della scrittura al femminile è vivace e in crescita anche in provincia di Rovigo – Ha affermato la presidente dell’associazione “CRAMS”, Chiara Paparella, nel suo intervento introduttivo – Purtroppo, da ciò che vediamo esposto nelle vetrine delle librerie e dai programmi delle rassegne letterarie che si svolgono nelle biblioteche del territorio ciò non traspare adeguatamente. Le donne continuano a essere penalizzate». Paparella ha poi aggiunto: «Con questo ciclo di incontri, oltre a dare voce a sette autrici del territorio, autentici talenti locali capaci di raccontare con i loro libri in modo efficace la vita quotidiana e la contemporaneità, intendiamo sottolineare che in Polesine la narrativa vive ed è vigorosa, grazie anche alle voci policrome di tante donne attraversate da vere tensioni culturali, sociali, politiche, a volte perfino tragiche. Occorre però impegnarsi per concedere loro le stesse occasioni di incontro e di confronto che vengono date ai loro colleghi maschi, all’insegna della parità di genere».

A seguire, Martina Romagnolo ha presentato Silvia Rossi, autrice scoperta grazie al passaparola, accomunata alle altre sei protagoniste della rassegna da un particolare non trascurabile: ha anche lei un grande talento, che di certo la porterà lontano. Quando nel 2016 con il romanzo “Il respiro del cuore” fece il suo ingresso nel mercato editoriale, in molti concordarono nell’affermare le grandi capacità di Silvia Rossi. Un’impressione suffragata ulteriormente all’uscita del suo secondo romanzo: “Lascerò la luce accesa”, pubblicato nel novembre 2023, che ci ha consegnato un’autrice maturata e consapevole, dallo stile narrativo intenso e profondo.

Anche questa volta l’autrice non si smentisce. Ha confezionato un libro ben strutturato, con descrizione dei luoghi, delle cose, dei personaggi e soprattutto dei sentimenti scritti minuziosamente. Con la sua scrittura arguta, raffinata, curata in ogni parola, Silvia Rossi risulta padrona di un linguaggio che la rende un’autrice di indubbio livello. Il libro narra la storia di Valeria, Matteo ed Elena: tre personaggi, tre protagonisti, tre vite. Quando Valeria incontra Matteo, l’uomo che le ruba il cuore, capisce che il sogno più grande della sua vita ha la possibilità di realizzarsi: stringere il corpicino caldo di un bambino tutto loro. Niente è più importante, perché lei sembra nata per questo. Per accudire, proteggere, amare la sua creatura. Mentre l’obiettivo tarda ad essere raggiunto e il mondo della coppia si lacera nella ricerca estenuante di un figlio, l’incontro con Elena, la donna del passato di Matteo, scombussolerà maggiormente l’equilibrio già precario della coppia. È il crollo di tutti i progetti? Sarà la fine o un nuovo inizio?

Al principio il romanzo sembra un triangolo amoroso. La storia può sembrare come tante: una coppia in crisi, un vecchio amore che ritorna e con esso i tormenti, i rimpianti e i ricordi. Tuttavia, la cosa che più colpisce il lettore è la veridicità dei personaggi, le loro debolezze, le scelte umane e non edulcorate. Il romanzo tratta diverse tematiche delicate come il non riuscire ad avere figli o malattie gravi e terminali. I tre protagonisti intrecceranno i fili delle loro vite, metteranno in gioco tutto ciò che hanno di più caro al mondo, rischiando di perdere tutto. Cadranno, si feriranno, si abbandoneranno ma si rialzeranno sempre, contando sempre su quell’amore che ha dimostrato di avere un’infinità di sfumature, dolci e amare, felici e tristi, dolorose e reali.

 

Alle interessanti domande poste in modo appropriato e intelligente da Martina Romagnolo, hanno fatto eco per tutta la durata dell’incontro le garbate e puntuali risposte di Silvia Rossi. Intervistatrice e autrice hanno parlato a trecentosessanta gradi della scrittura e delle tematiche trattate nel libro, dando vita a un dialogo intenso e franco, capace di soddisfare la curiosità del numeroso pubblico presente. A fare da sfondo a questa storia d’amore sembra esserci una sola certezza: la speranza, rappresentata da una luce che sempre traspare tra le pagine del libro. Una luce che alla fine del romanzo andrà a incarnarsi in una conclusione tanto inaspettata quanto sorprendente.

A fine intervista, Martina Romagnolo ha chiesto alla scrittrice se una possibile chiave di lettura del romanzo potesse celarsi dietro all’immagine in copertina, raffigurante un ancora in riva al mare, mentre gabbiani intrepidi si librano nell’azzurro del cielo. «Niente è stato lasciato al caso – ha risposto sorridendo Silvia Rossi – In copertina abbiamo voluto sintetizzare tre storie, tre vite e tre modi di affrontare le complessità del vivere quotidiano. Di fronte a un mare calmo, ma agitato quanto il cuore di Matteo, un’ancora stabile e salda come Valeria condivide la scena con dei gabbiani liberi e indipendenti come lo spirito di Elena. A ben guardare, a fare da contraltare e a dare sicurezza c’è anche una lanterna che, con la sua luce accesa, lascia intravedere un timido messaggio di speranza. Per me la speranza è tutto. Sono convinta che si vive di speranza, perché è il motore che ci accompagna nella quotidianità» 

Nel corso della serata non sono mancati attimi di assoluta sincerità. «Personalmente non ho avuto la fortuna di essere mamma – ha confidato l’autrice – penso che lo si possa essere, però, in tanti modi. Questo libro è anche un messaggio per tutte coloro che non hanno la fortuna si sentirsi dire ‘mamma’». Altro momento di particolare franchezza si è avuto quando Silvia Rossi, rispondendo a una precisa domanda della Romagnolo, ha svelato di non avere intenzione di impegnarsi a breve nella stesura di un nuovo libro. In questo periodo della sua vita, la scrittrice sente la necessità di una pausa utile a riossigenarsi e a trovare ispirazione per una nuova storia. «Sarà, comunque, qualcosa di più leggero e meno impegnativo», ha confessato la scrittrice prima di ricevere l’applauso conclusivo del pubblico.

Il libro di Silvia Rossi è risultato un concentrato di pensieri, sorprese e scoperte e il fascino dell’autrice, che ha saputo presentarlo al pubblico con grande empatia, ha fatto il resto emozionando e coinvolgendo la platea. Il lungo firmacopie ha chiuso una serata speciale e allegra insieme, nella consapevolezza di aver scoperto in Silvia Rossi un vero talento.

La rassegna proseguirà tutti i giovedì fino al 12 dicembre. Il prossimo appuntamento è in programma giovedì 7 novembre sempre a Palazzo Casalini – alle ore 17.30 – con Cristina Zagerolami e il suo ultimo romanzo: “Il curatore di anime” (Rossini Editore). L’incontro sarà moderato dalla giornalista Sofia Teresa Bisi.

Il ciclo di incontri letterari, giunto alla sua seconda edizione, è organizzato dall’Associazione Culturale “CRAMS” di Rovigo in collaborazione con BVR Banca Veneto Centrale e gode del patrocinio della Regione Veneto, della Provincia e del Comune di Rovigo e della Consigliera Provinciale di Parità. La rassegna “Quello che le donne scrivono” intende configurarsi come un percorso volto a coniugare la scoperta della scrittura al femminile polesana con l’approfondimento della conoscenza dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 dell’Agenda 2030, quello sulla “Parità di genere”, incentrando gli appuntamenti su tematiche che coinvolgono la vita quotidiana.

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