Manca una disciplina regionale che tuteli le azioni delle guardie ambientali.
PORTO VIRO-(RO)-E’ destinata a provocare una polemica politica l’approvazione della convenzione tra il comune di Porto Viro e le giacche verdi che sarà discussa nel consiglio comunale del 6 settembre. Il motivo riguarderebbe l’illegittimità dell’attività, secondo la normativa vigente, riportata in sintesi in un documento firmato dal prefetto Clemente Di Nuzzo, il 12 agosto 2022.
UN PO’ DI STORIA PER FAR CAPIRE. La questione della figura dell’ispettore ambientale volontario o guardie ambientali era già stata ampiamente affrontata dall’Amministrazione Barbierato che intraprese un percorso mirato a livello territoriale con l’obiettivo di costituire un gruppo di volontari che potesse approcciarsi con i cittadini per responsabilizzarli sulle buone prassi di attenzione all’ambiente sensibilizzandoli sui danni provocati dall’abbandono dei rifiuti e informando come incide notevolmente sulle bollette di tutti i cittadini lo smaltimento dei rifiuti che gli incivili abbandonano lungo gli argini e per le strade del territorio. Un lavoro sinergico portato avanti dall’Amministrazione Barbierato con il circolo locale di Legambiente. La campagna informativa, sorretta da nuovi strumenti introdotti con il sindaco Barbierato, venne discussa in diversi consigli comunali e venne volutamente travisata dai consiglieri di opposizione per conquistare le pagine di cronaca locale. Una questione caduta nel limbo con l’amministrazione Barbujani.
Riportiamo la parte della lettera firmata dal prefetto di Rovigo che interessa la “vigilanza ecologica ed ambientale: può essere svolta dalle guardie ecologiche o ambientali volontarie nominate con il procedimento da leggi regionali;non esiste una disciplina statale di tale vigilanza[…]Resta esclusa la possibilità per i Comuni di utilizzare figure diverse da quelle indicate dalla legge di volta in volta applicabile, prescindendo dai requisiti e dalle condizioni richieste e sostituendo la disciplina legale con quella prodotta da propri amministratori.[..](art.347 c.p.)Del pari è precluso ai Comuni di prescindere dalle dipendenze e dalle strutture di coordinamento operativo previste dalle norme vigenti in ciascun settore, così come di avvalersi nell’esercizio delle funzioni di polizia locale ad essi spettanti, della “collaborazione”, anche occasionale, di guardie volontarie”.
Il fronte comune di diversi sindaci del delta aiuterebbe ad accelerare l’istituzione delle guardie ecologiche volontarie (GEV).Una figura che sarà discussa in prima commissione regionale per poi approdare in consiglio regionale per l’approvazione. La proposta di legge, con Cristina Guarda come prima firmataria per il Veneto, si ispira alle leggi già in vigore in altre regioni italiane. G.F.
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