BartolomeyBittmann-Straordinari archi a percussione a Le Campagnole di Canda.
CANDA-(RO)-“Venticinque anni è un traguardo importante per Tra ville e giardini, con cui valorizziamo il nostro territorio, attraverso l’arte, la cultura, lo spettacolo. Il Comune di Canda è tra i cofondatori perché la sostiene fin dall’inizio. È anche mia coetanea: non posso che farle l’augurio di altri 25 anni di successi”. Così il neo sindaco di Canda Simone Ghirelli nell’aprire la serata del 16 luglio della rassegna provinciale Tra ville e giardini 25 anni, c he ha fatto tappa nel verde parco alberato della residenza Le Campagnole, con l’eccezionale duo d’archi austriaco BartolomeyBittmann.
Il sindaco ha ingraziato la sua amministrazione presente in forze in prima fila e il volontariato locale ce in 24 ore ha allestito l’area spettacoli. Per la parte organizzativa, in quota Provincia di Rovigo, la consigliera alla Cultura Lucia Ghiotti ha ringraziato, a sua volta, Regione del Veneto e Fondazione Cariparo “che rendono possibili queste serate con un biglietto largamente accessibile”. “Siamo orgogliosi di questa 25ma edizione – ha ribadito Ghiotti – con il direttore artistico Claudio Ronda ed i nostri uffici cultura provinciali abbiamo confezionato questo programma artistico 2024 che speriamo sia all’altezza di questo venticinquesimo”.
Certamente all’altezza sono stati i due virtuosi dell’arco Matthias Bartolomey (violoncello) e Klemens Bittmann (violino e mandòla), che si sono esibiti con i brani di Zehn, album celebrativo dei loro dieci anni insieme. Con approccio empatico al pubblico, un po’ in italiano e in inglese, hanno raccontato la genesi dei loro brani ed i concept ispiratori della loro musica. Una musica certamente non convenzionale prodotta con tecniche inusuali, seppure usando strumenti antichi “classici”, oltre che preziosi, come un violino del 1777 di fattura austriaca ed un violoncello del 1726 di una liuteria romana. I due musicisti sperimentano fino a limite delle possibilità sonore degli strumenti, intessendo i brani con ritmi battenti, in dialogo tra i due archi e sporadiche armonie. Il violoncello chiamato ad un suono percussivo, ricco di armonici e divagazioni jazz, rock e folk, sostiene il violino che ossessiona con prolungati suoni tenuti in “détaché” o “sforzati”. Corde percosse col legno e “chop”. Poi le parti si invertono, soprattutto, quando entra in scena la mandòla in duo col violoncello. Poi entrambi gli strumenti tengono la nota e si prolungano ad altezze diverse, in dissonanza progressiva. Cambi di ritmo, variazioni di colore. L’abilità tecnica dei BartolomeyBittamann è evidente e parte da una solida e consolidata tecnica classica per lasciarsi andare al groove, prolungato, crescente e poi quasi sussurrato a spegnersi, da far invidia al frinire delle cicale in coro, zittite pure loro da cotanta meraviglia. Per loro i meritati applausi degli spettatori di Tra ville e giardini.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.