PORTO TOLLE-Il sindaco Claudio Bellan guida la protesta dei pescatori a Venezia.
Tra cartelli, pettorine, fischietti e trombette i pescatori hanno attirato l’attenzione dei passanti e turisti in maniera pacifica rendendo superflua la presenza dei poliziotti. Pescatori e amministratori si sono rivolti ai rappresentanti politici regionali per le condizioni di emergenza nelle quali versa uno dei primi porti in Veneto (per numero di imbarcazioni e volume di pescato) vittima dell’interramento causato dalle continue mareggiate che ostruiscono di sedimenti e sabbia, la bocca di porto e i fondali della laguna di Barbamarco. La delegazione,giunta a palazzo Ferro-Fini è stata ricevuta dai rappresentanti del consiglio regionale. <<Un incontro a porte chiuse, dove è stato concesso solo agli addetti stampa della regione Veneto, con l’esclusione quindi delle giornaliste che lavorano nella zona del Delta, di poter accedere alla riunione.(Come dire informazione si, ma filtrata da noi della Regione Veneto) Nonostante questo increscioso episodio, abbiamo raccolto le testimonianze riportate di chi è intervenuto direttamente alla riunione.>> Nel suo intervento il sindaco ha evidenziato quanto sia importante il settore della pesca quanto il prosecco per il governatore Zaia e per questo l’importante comparto economico trainante ittico del Delta deve avere la stessa dignità di altri prodotti. Unanime il coro degli intervenuti per gli interventi di somma urgenza , per i quali la burocrazia ne rallenta la fattibilità, almeno 40 giorni di ferma per i pescatori che non scelgono di spostarsi a porto Garibaldi. ”Agli inizi degli anni 80- ha detto Fabrizio Boscolo della cooperativa Villaggio Pescatori –eravamo in 400 pescatori, fino ad arrivare a 2mila posti di lavoro, in un territorio in cui manca altra alternativa credibile”. “Se non ci date una mano voi politici, perderemo un’altra laguna, dopo le due già perse. E questo significherebbe la morte della pesca nel Delta e di noi pescatori”. “Avevamo previsto una manifestazione sia via terra, sia via mare, con motopescherecci-ha detto Giuliano Zanellato della cooperativa Pila mare- ma a causa del maltempo non potevamo uscire ed entrare in sicurezza dalla bocca di Barbamarco. In questi ultimi nove anni sono stati fatti 9 interventi di somma urgenza e negli ultimi 4 anni sono stati spesi più di due milioni di euro di fondi pubblici. Vogliamo evitare che si ripresenti un’altra situazione , che si creò nel 1987 quando un peschereccio si incagliò, e nell’impatto provocò la caduta e la morte di un pescatore”. A supportare le marinerie di Pila anche Emanuele Finotti ,presidente della cooperativa Maistra e vice presidente del consorzio pescatori. “Abbiamo 1470 addetti e produciamo un volume di 60 milioni di euro. E questo ci porta ad essere i primi nella produzione di molluschi. Siamo vicini ai pescatori delle marinerie di Pila per l’importanza della vivificazione della laguna di Barbamarco. “E bene che le risorse che si stanno spendendo per le somme urgenze, -commenta la Bartelle-siano messe a sistema, visto e considerato che ogni volta che viene concordata una somma urgenza, trascorrono almeno 40 giorni di pratiche burocratiche, per le autorizzazioni varie. Periodo in cui i pescatori o emigrano con le proprie imbarcazioni a Porto Garibaldi o semplicemente non pescano”. A tracciare il cronoprogramma delle azioni messe in campo dalla Regione è stata l’assessore ai lavori pubblici: “L’obiettivo prioritario della Regione è mettere in sicurezza i pescatori e i motopescherecci – ha scandito Elisa De Berti – Pertanto, d’intesa con il Prefetto di Rovigo, abbiamo affidato a Sistemi territoriali il compito di eseguire un ulteriore intervento di somma urgenza, che troverà capienza nel fondo già stanziato per il 2018. Inoltre, la settimana prossima, la Giunta regionale delibererà un nuovo intervento per un impegno finanziario di circa 450 mila euro, destinato ad allargare il canale esistente a 50 metri di larghezza e sino a 4 metri di profondità, secondo le indicazioni della Capitaneria di Porto”. Nel frattempo – ha aggiunto l’assessore ai lavori pubblici –
la Regione è già al lavoro per definire in sede tecnica un progetto di intervento strutturale permanente, che consenta di superare la logica della continua emergenza. D’intesa con il mondo della pesca e i diversi soggetti istituzionali che hanno competenza sull’area deltizia, la Regione – ha avvertito l’assessore – si incarica di elaborare una soluzione tecnica, a proprie spese (100 mila euro il budget stanziato), da presentare al governo nazionale. “Lo scorso anno il governo nazionale ha stanziato 40 milioni per i porti, ma a Pila non è arrivato nemmeno un centesimo – ha sottolineato l’assessore – Dobbiamo lavorare insieme e fare squadra, perché anche Pila entri nelle rete portuale italiana e benefici dei relativi finanziamenti”. “Credo che i pescatori polesani abbiano ricevuto ogni possibile garanzia dalla Regione Veneto di massima attenzione e volontà di intervento – commenta l’assessore polesano Corazzari – Il porto di Pila, che è infrastruttura indispensabile per una delle eccellenze produttive del territorio, insiste in un’area delicata, in continua trasformazione, estremamente fragile dal punto di vista ambientale e naturalistico. Per questo la Regione Veneto ogni anno ha continuato a garantire, con 190 mila euro di risorse proprie, interventi urgenti di manutenzione degli accessi alla laguna di Barbamarco. Ora l’amministrazione regionale si fa carico di una progettazione complessiva più ampia che, nel rispetto dei vincoli ambientali, possa assicurare la prosecuzione delle attività di pesca e di molluschicoltura, con il duplice obiettivo di salvaguardare ecosistema e attività produttive. Perchè la laguna e l’area del delta non possono prescindere dal continuo intervento manutentivo dell’uomo”.
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