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IL VENETO CHE VOGLIAMO SCENDERÀ IN PIAZZA IN DIFESA DEI LAVORATORI DELLA SPEEDLINE.

VENETO-La Speedline di Santa Maria di Sala delocalizza, 605 posti di lavoro a rischio.
Dopo la chiusura della Whirpool di Napoli con 320 persone che hanno perso il lavoro. Dopo la decisione della Gkn di Campi Bisenzio di delocalizzare, con 428 operai che rischiano il posto di lavoro, mentre leggiamo in queste ore che Caterpillar comunica la chiusura dello stabilimento di Jesi, altri 270 posti di lavoro,  arriva anche in Veneto il gelido vento della delocalizzazione.   La multinazionale Ronal ha deciso di spostare in Spagna e Polonia la produzione dello stabilimento Speedline in provincia di Venezia: 605 posti di lavoro più l’indotto. Circa 800 lavoratori e lavoratrici. E altrettante famiglie.

 

Dalle realtà più piccole, come Arkema a Ficarolo coi suoi 17 posti  alle realtà più grandi, le multinazionali decidono. Le multinazionali aprono, chiudono, spostano. Il più delle volte senza nemmeno accettare un confronto con le istituzioni, locali, regionali e o nazionali . Così Ronal  non si è presentata all’incontro in Regione giovedì 09. L’acquisizione sempre più massiccia delle aziende venete e italiane da parte di multinazionali straniere dovrebbe quanto meno aprire un dibattito. È evidente che questo management cosmopolita è del tutto sradicato da comunità e territori e può decidere in breve tempo di spostare all’estero la produzione. Non c’è argine alla logica del profitto più utilitaristica, non c’è fedeltà o senso di responsabilità sociale d’impresa.

25 anni di assenza di una politica industriale, dove gli unici interventi nel mondo del lavoro sono stati quelli di destrutturare i diritti e di  aumentare la precarietà, mentre nessuna regola è stata pensata per garantire la continuità del lavoro, per impedire alle multinazionali il ‘prendi i soldi e scappa’. Centinaia, migliaia di lavoratrici e lavoratori ricevono, nei modi più svariati, informazione che il loro posto di lavoro non ci sarà più. Tutto qui. In fabbrica ogni giorno, per anni, per decenni. Poi basta. Arriva il momento in cui un boarding di plurimilionari decide che il tuo lavoro non c’è più. Proprio in queste ore molta politica accusa CGIL e UIL di conflittualità. Certo. È conflittualità, per difendere i salari, quelli che sono andati indietro mentre in Europa andavano avanti. Per difendere il lavoro. È il ruolo del Sindacato.

La politica non è un campo neutro. È il luogo dove si rappresentano gli interessi. Interesse del nostro Paese dovrebbe essere salvare i luoghi di lavoro. Al di là di tutta la retorica rintronante su autonomia e prima gli italiani, è difronte a queste chiusure che si sceglie chi e cosa viene prima. Le istituzioni, dalla Regione al Governo, hanno un compito da portare avanti per non lasciare passare in silenzio la fuga di interi pezzi di industria dall’Italia. La politica non è un campo neutro, nemmeno ai tempi del governo di unità nazionale.  In Parlamento è stata depositata la proposta di legge promossa dai lavoratori GKN con il supporto di giuristi per mettere dei vincoli ai poteri delle multinazionali. Si proceda con la discussione e l’approvazione.  A Santa Maria di Sala il lavoro va salvato. Domenica 19 dicembre saremo presenti a Santa Maria di Sala accanto ai lavoratori e alle lavoratrici in difesa del lavoro, in difesa del tessuto industriale e sociale del nostro paese.

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