La consigliera regionale BARTELLE (M5S) commenta la sentenza della CEDU sulla vicenda delle due donne sanzionate per aver indossato in pubblico il Niqab.
VENEZIA – La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Patrizia Bartelle interviene in merito al rigettato ricorso, da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo, sul caso Belkacemi e Oussar. La vicenda delle due donne sanzionate per aver indossato il niqab in pubblico, le quali hanno fatto ricorso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sostenendo che l’art. 563 bis del codice penale belga violerebbe la libertà di religione e il diritto al rispetto della vita privata e familiare.
Nello specifico l’articolo 563 bis del codice penale belga punisce chiunque stia in pubblico con il volto mascherato o nascosto in tutto o in parte tanto da non essere riconoscibile senza fare alcun riferimento specifico al burqa e al Niqab. Una norma quindi non discriminatoria perché se per ragioni di sicurezza si impedisce il travisamento del volto in pubblico – spiega la CEDU – il consequenziale divieto di indossare il niqab è ammissibile. “Precisato questo, – afferma la Bartelle – nessuno si sarebbe sognato di contestare nulla, se le due norme venete del regolamento approvate in Consiglio regionale si fossero limitate a recepire l’art. 5 L. 152/75 che – proprio come il codice penale belga – punisce chi indossi qualunque mezzo idoneo a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona. Ma in consiglio regionale il leghista Alberto Villanova ha promosso le norme che regolano le modalità di accesso alle sedi istituzionali della Regione strumentalizzando, a proprio uso e consumo, la giurisprudenza della CEDU, dimostrando di non voler comprendere che il problema non é il divieto di stare in pubblico con il volto coperto o travisato ma l’espresso riferimento ad “abiti o indumenti di qualsiasi origine etnica o culturale, quali ad esempio il burqa e il niqab”.
“Nel comunicato stampa apparso sul sito della Regione Veneto – puntualizza la Bartelle – Villanova omette di chiarire la circostanza per cui l’art. 563 bis del codice penale belga punisce chiunque stia in pubblico con il volto mascherato o nascosto in tutto o in parte tanto da non essere riconoscibile senza fare alcun riferimento specifico al burqa e al niqab a differenza delle norme di recente varate dal Consiglio Veneto.La portata discriminatoria di tale passaggio è pregiudiziale rispetto a qualunque altra analisi di tali norme e ne inficia ogni eventuale aspetto positivo al punto da renderne doveroso il ritiro per una questione etico-morale”. Insomma, conclude la consigliera penta stellata, “Si tratta dell’ennesima brutta figura planetaria rimediata dal Veneto”. Patrizia Bartelle (Consigliera Movimento 5 Stelle Regione Veneto) www.patriziabartelle.it – bartellep@consiglioveneto.it
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