FOTOVOLTAICO VENETO: GIROTTO (M5S), SANZIONI SPROPORZIONATE GSE METTONO A RISCHIO BILANCI DI COMUNI, IMPRESE E PRIVATI.
Treviso, 30 giugno – Il Veneto è la seconda regione per installazione di impianti fotovoltaici con il 13,5 per cento di installazioni d’Italia. Ma le regole in vigore vanno cambiate subito perché rischiano di schiacciare questa esperienza, mandando gambe all’aria i bilanci di Enti pubblici, privati e operatori del settore che hanno scelto le buone pratiche delle rinnovabili. A causa di strumenti normativi inadeguati, infatti, il GSE applica sanzioni sproporzionate sulle irregolarità per gli impianti fotovoltaici incentivati negli anni scorsi. In parole povere, basta un banale vizio di forma, un documento scritto male, per far scattare una penale eccessiva, che prevede la restituzione degli incentivi erogati negli anni. Dobbiamo quindi evitare ulteriori storture che mettano a rischio gli investimenti del settore. Chi agisce in buona fede va tutelato, non punito”. Lo dichiara il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto, che ha presentato un’interrogazione urgente ai ministri dello Sviluppo economico e delle Finanze. “Non possiamo permettere che le sanzioni – per giunta retroattive – si espandano a macchia d’olio solo perché la norma è sbagliata”, insiste Girotto. “Ma vediamo qualche numero: in Veneto ci sono 74.229 impianti fotovoltaici, ovvero un tredicesimo dell’intero territorio italiano. Circa il 50 per cento di questi sono attività produttive; mentre il 20 per cento sono rivolti a impianti di grandi dimensioni, ovvero industrie. L’80 per cento degli impianti quindi sono erogano potenza sotto i 20Kw. E per numerosità il 62 per cento è va dai 3Kw a 20Kw. In buona sostanza si tratta di proprietari di casa e aziende i cui investimenti sono a rischio a causa di un sistema poco equilibrato”. Dai dati sui controlli pubblicati dal GSE a livello nazionale si nota che nel 2016 si sono rilevate irregolarità per il 35% dei controlli effettuati, una quota più che tripla rispetto al 10% del 2015. Le verifiche del 2016 sono state effettuate su oltre 4.000 impianti per quasi 3 GW di potenza. Con la conclusione dei procedimenti si è ridotto il costo di tutti gli incentivi di circa 39 milioni di euro. “La legge impone la decadenza degli incentivi e la loro restituzione in caso di irregolarità. E fin qui nulla da dire.
Ma qui siamo al paradosso che una svista nella compilazione di un documento equivale alla truffa architettata per rubare i soldi degli incentivi. In questo caso vengono sanzionate ugualmente con la sospensione della tariffa e l’obbligo di restituire quanto ricevuto”, spiega il senatore 5 Stelle. “Nel caso ad esempio dei Comuni questo rischia di trasformarsi in un doppio danno per la collettività: da una parte si condannano soggetti sostanzialmente incolpevoli, dall’altra si privano gli impianti della spinta finanziaria per continuare la produzione, minando di fatto il raggiungimento degli obiettivi internazionali per le fonti rinnovabili e rischiando l’abbandono di una parte sostanziale degli impianti più recenti ed innovativi costruiti in Italia. Calenda e Padoan – conclude Girotto – intervengano con urgenza per modificare il regime sanzionatorio, bloccando il rischio di sanzioni sproporzionate relative alle verifiche sugli impianti a fonte rinnovabile.
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