Centenario della morte di Giacomo Matteotti-Omaggio a un’icona del socialismo italiano, oggi cittadino onorario adriese.
ADRIA-(RO)-Giovedì 11 aprile a Adria in sala Cordella Diego Crivellari e Francesco Jori hanno presentato il volume “Giacomo Matteotti”, figlio del Polesine” (ed. Apogeo).
Dopo i saluti del sindaco di Adria Massimo Barbujani, l’iniziativa è stata presentata da Corrado Franzoso dell’Anpi e coordinata dalla prof.ssa Silvia Polato, dirigente scolastica del liceo Bocchi-Galilei, in dialogo con gli autori. Giacomo Matteotti, parlamentare socialista e uomo che credeva nella libertà e nella giustizia sociale, il 10 giugno 1924 a Roma venne rapito e assassinato da una squadraccia fascista. Il mandante fu Benito Mussolini. A cento anni dal suo barbaro assassinio, molto dobbiamo a Giacomo Matteotti, un grande italiano del Novecento, un figlio del Polesine, che ebbe il coraggio di affrontare a viso aperto Mussolini. Il libro ripercorre la vita e la carriera politica di Matteotti, dall’impegno locale a quello nazionale e mette in evidenza le sue idee socialiste e la determinazione con cui denunciò i crimini e la violenza del fascismo nel Pese e nel Parlamento.
“Giacomo Matteotti – scrive Franco Verducci nella prefazione – e il coraggio e la lucidità che ha nel denunciare il fascismo sono alla base della riscossa che venne poi, che è fondamento della nostra Repubblica”. Matteotti, che oggi possiamo considerare il primo oppositore di Mussolini, pagò con la vita il suo coraggio e la decisione di affrontare a viso aperto il Duce e la sua dittatura. Matteotti venne rapito e assassinato il 10 giugno 1924. In questo libro gli autori ricostruiscono nei minimi dettagli la vicenda del deputato socialista che in Parlamento aveva denunciato apertamente le violenze delle camicie nere e i brogli elettorali e tutti i sistemi impiegati per impedire la libera espressione della volontà popolare. Era il 30 maggio 1924 quando tenne il suo celebre discorso alla Camera. Alla fine di quel discorso Matteotti pronunciò le seguenti parole: “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Il deputato socialista era consapevole dei rischi che correva. Nel libro viene proposta anche un’attenta rivisitazione della tormentata storia del Polesine e vengono messi in evidenza i rapporti di Matteotti con la sua terra, una terra per la quale lui si è sempre battuto, stando sempre dalla parte delle classi meno agiate.
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