GRANDE APPREZZAMENTO PER IL CONCERTO DI CHIUSURA DEL FESTIVAL- Scroscianti applausi per Corti e Arlotti. Il Callido fa amare la musica classica sacra.
ROVIGO- Un concerto di magnificazione della musica classica sacra e dell’organo Callido numero 34, datato 1767. Si è chiusa così la 19ma edizione del festival Antichi organi del Polesine di Asolo musica, che ieri sera, 10 dicembre, ha organizzato l’ultimo concerto al Tempio La Rotonda di Rovigo, con protagonisti assoluti Marco Arlotti alla consolle e Guido Corti al corno francese.
Applausi incessanti per i due musicisti che hanno saputo fondere armoniosamente le sonorità molto identitarie di uno strumento antico con la potenza evocativa del corno, in un discorso musicale che ha toccato varie epoche, dal Rinascimento (Gabrieli e Cavazzoni), al Settecento Barocco (Bach e Krebs) fino alle aperture più melodiche del moderno (padre Pellegrino Santucci).
Il Callido 34, il più antico organo del Polesine, è uno strumento difficile, con soli otto registri di cui solo due da concerto, e presenta delle rischiose soluzioni strutturali per il musicista ingenuo (ad esempio non ha la scala di note più gravi), ma Marco Arlotti, da organista di infinite tecnica ed esperienza, ha compiuto delle vere prodezze, facendo respirare il Callido al limite delle sue possibilità. Notevoli le interpretazioni di Morandi (Offertorio in do maggiore) e di Cavazzoni (inno Ave Maris stella) e la varietà di suoni e colori anche in duo col corno, come nell’Allegro moderato di Haydn. Da parte di Guido Corti, uno dei cornisti più famosi d’Europa, è arrivata tutta la suggestione immaginifica di storia e paesaggi di altri tempi, le pennellate dei ritratti alla corte di Guglielmo Gonzaga, lo sguardo del pellegrino che si apre sulla pianura dopo l’attraversamento del valico. In questa accoppiata con l’organo antico, assolutamente inedita per il Polesine, Corti ha offerto il suono quasi mistico del corno francese, ora potente come un avviso ai naviganti, ora contemplativo come campane orientali. Ipnotico.
Applausi scroscianti e richieste di bis. Il pubblico de La Rotonda, avvolto da tele e statue, ha colto e apprezzato tutta la bellezza della musica classica sacra. La serata è stata introdotta dal direttore del Festival, l’organista Nicola Cittadin, con l’assessore all’Ambiente del comune di Rovigo Dina Merlo, ente che supporta e patrocina da sempre la rassegna organistica, e dal presidente del Sindacato del tempio Luciano Zanforlin, con i suoi spunti storico-aneddotici insostituibili. Il festival Antichi organi del Polesine, di Asolo musica, Regione del Veneto, Mic, col patrocinio della Provincia di Rovigo e delle Diocesi di Adria Rovigo e di Chioggia, ed il sostegno dei comuni di Rovigo, Lendinara, Loreo, Porto Tolle, attende ora il pubblico all’edizione 2023, che sarà il ventennale organistico polesano.
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