Meritati applausi per Cristina Zangerolami e per “Il curatore di anime”.
ROVIGO-La scrittrice rodigina ha presentato il suo primo romanzo di genere poliziesco alla rassegna letteraria “Quello che le donne scrivono”.
Giovedì 7 novembre Palazzo Casalini ha ospitato il terzo appuntamento della rassegna “Quello che le donne scrivono”, ciclo di incontri letterari al femminile promosso dall’Associazione Culturale “CRAMS” con la collaborazione di BVR Banca Veneto Centrale. Protagonista della serata è stata la scrittrice rodigina Cristina Zangerolami, che nel corso dell’incontro ha presentato, in dialogo con la giornalista Sofia Teresa Bisi, il suo sesto romanzo “Il curatore di anime”, Rossini Editore (2024). «Sono molto felice che anche questa sera la partecipazione di pubblico sia particolarmente numerosa, a testimonianza di quanto la rassegna venga ormai percepita e apprezzata, da un numero sempre crescente di lettori, come luogo che valorizza le scrittrici polesane, consentendo contestualmente di confrontarsi con tematiche che coinvolgono la vita quotidiana» – ha sottolineato Chiara Paparella, ideatrice della manifestazione, nel suo saluto iniziale.
Di fronte a una sala particolarmente attenta si è poi andata a dipanare l’esposizione degli aspetti salienti del libro: un giallo davvero pieno di misteri, intrighi e tanta passione, con delle vicende che conducono i protagonisti in un viaggio intenso e colmo di sorprese, restando sempre avvincente e non scontato e banale. A fare da sfondo a tutto ciò, la città di Rovigo. Protagonista della storia è il quarantaseienne Claude Martigny, commissario in forza alla questura di Rovigo. Una mattina riceve la visita inaspettata di un’affascinante quanto misteriosa investigatrice privata, Elettra Smirnova. La donna riesce a convincerlo a riaprire le indagini sulla misteriosa sparizione di Anna Gruber, caso archiviato ritenendo che la donna si fosse allontanata spontaneamente. Le indagini condurranno il commissario alla scoperta di altre improvvise sparizioni: quella di un anziano vedovo e di una cinquantenne ninfomane. Interrogatori e indagini faranno emergere un’atroce e inaspettata verità, mentre Martigny, tra un impegno e l’altro, trova il tempo di corteggiare l’avvocato Carlotta Maltesi e di mettere a segno l’arresto di un giovane spacciatore che crea molto scompiglio in questura.
Tanti gli spunti di riflessione emersi dalla chiacchierata tra la scrittrice e la sua intervistatrice, che con grande savoir faire e capacità dialettica ha stimolato uno spontaneo e interessante dialogo. Zangerolami, rispondendo alle domande di Sofia Teresa Bisi, ha condiviso aneddoti e curiosità sul processo di ricerca e scrittura del libro, offrendo uno sguardo approfondito sul suo modo di concepire la vita e la scrittura. «A me non piace prendere le cose troppo sul serio – ha raccontato l’autrice – Parlo di argomenti delicati, ma con leggerezza e facendo divertire il lettore». Tra i suoi autori preferiti, contemporanei e non, spiccano Jane Austen, Guillaume Musso e Nicholas Sparks. Cristina Zangerolami ha raccontato di svolgere la professione di avvocato civilista e penalista. In lei vive però un’anima romantica, fantasiosa e creativa che l’ha portata a scrivere, nel periodo compreso tra giugno 2010 e novembre 2023, ben cinque romanzi sentimentali. Sollecitata dall’abile e preparata interlocutrice, Cristina Zangerolami ha confessato di avvertire un naturale bisogno fisiologico di raccontare e condividere quelle storie che le nascono nella testa e che, sempre più spesso, oltre ad affidare alle pagine di un romanzo, sente di voler trasporre anche in immagini visive o nel testo di una canzone.
“Il curatore di anime” è, tuttavia, un romanzo che si distingue dalla sua precedente produzione “rosa”. Siamo di fronte a un giallo poliziesco, sebbene non privo di toni comici e spassosi e con l’aggiunta di qualche sfumatura sentimentale. «Per essere il primo giallo dell’autrice, il commissario Martigny non ha nulla da invidiare a suoi colleghi di carta più famosi», ha commentato Sofia Teresa Bisi. La storia, avvolta da un alone di mistero, è scritta bene ed è adatta anche a chi ha voglia di approcciarsi al genere poliziesco. Del resto, la pratica forense dell’autrice deve aver aiutato non poco nella stesura del libro. Inoltre, nonostante nel racconto non ci siano riscontri con esperienze autobiografiche, i personaggi sono tutti ben caratterizzati, interamente frutto di pura fantasia. «Mi piaceva, anche – ha confidato la scrittrice – che all’interno del racconto comparissero personaggi che usano un linguaggio vero e spontaneo, come i due collaboratori del commissario Martigny, che parlano dialetti come il romano e il napoletano, che suonano pieni e giocosi».
Nel corso dell’incontro è stato infine rivelato che mancano pochi giorni al lancio di “The Key to Memories”, la settima fatica letteraria di questa prolifica autrice. «Una nuova storia d’amore capace di far ridere, piangere e forse persino arrabbiare». Ma chi ha imparato ad apprezzare le vicende del commissario Martigny non deve disperare, la scrittrice rodigina ha assicurato che presto ci sarà una prosecuzione: «ho già scritto i primi capitoli di una nuova storia». La serata si è conclusa tra gli applausi del pubblico e il tradizionale firmacopie. La rassegna proseguirà giovedì 14 novembre sempre a Palazzo Casalini – alle ore 17.30 – con Barbara Buoso che presenterà il suo libro “L’ordine innaturale degli elementi” (Baldini+Castoldi). L’incontro sarà moderato dalla giornalista Elisa Barion. La rassegna “Quello che le donne scrivono”, giunta alla sua seconda edizione, intende configurarsi come un percorso volto a coniugare la scoperta della scrittura al femminile polesana con l’approfondimento della conoscenza dell’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 dell’Agenda 2030, quello sulla “Parità di genere”, incentrando gli appuntamenti su tematiche che coinvolgono la vita quotidiana. Il ciclo di incontri letterari gode del patrocinio della Regione Veneto, della Provincia e del Comune di Rovigo e della Consigliera Provinciale di Parità.
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