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“Adria,città che legge” Ecco il report delle iniziative dedicate a Francesco Antonio Bocchi: “personaggio illustre” adriese.

ADRIA-A scrivere il report, il referente della biblioteca Comunale Antonio Giolo. Molte sono state le iniziative realizzate ad Adria nella seconda parte del 2021 per ricordare i duecento anni dalla nascita del più importante storico e archeologo che Adria e il Polesine abbiano avuto.

Si è cominciato il 10 settembre ai Giardini Zen con l’indimenticabile “Intervista impossibile”, a Francesco Antonio Bocchi, interpretata da Monica Stefani e da Claudio Zanforlin, nei panni dello studioso, e con il successivo percorso cittadino nei luoghi dove egli ha vissuto e ha operato: la casa natale in Corso Vittorio Emanuele II, la Biblioteca – Archivio comunale, dove sono conservate le sue pubblicazioni e i suoi numerosi manoscritti, il Ginnasio “Carlo Bocchi” dove ha insegnato per 35 anni, la prima sede del Museo civico in piazza Marino Marin.

Sempre nell’ambito del Progetto “Adria Città che legge”, da una collaborazione tra il Museo Archeologico Nazionale e il Cpssae, cui hanno aderito anche l’Associazione Studio D e il Gruppo archeologico adriese, sono stati organizzati ben 4 incontri di giovedì, dal 18 novembre al 9 dicembre, su Francesco Antonio Bocchi e l’archeologia. Incontri in cui sono stati letti scritti del Bocchi e di Luigi Groto “Cieco d’Adria” ai quali sono state collegate letture di opere classiche e contemporanee affini come tematica. Gli incontri sono stati animati da Raffaele Peretto e Sandra Bedetti del Cpssae, da Alberta Facchi, direttrice del Museo, da Stefania Paiola di Studio D e da Antonio Fabris per il Gruppo archeologico. Ma hanno collaborato diversi lettori, in incontri molto vivaci e ricchi di sorprese: Mara Bellettato, Paolo Bellintani, Antonio Giolo, Mauro Colombo, Niccolò Paganin, gli stessi Stefania Paiola e Antonio Fabris, gli studenti del Liceo Classico “Bocchi Galilei. Gli incontri si sono conclusi il 9 dicembre con “Un The con Francesco Antonio Bocchi nel Domestico Museo”, con lettura delle descrizioni che l’archeologo ha fatto delle sue ricerche, l’esposizione al pubblico di reperti solitamente conservati nei depositi e… la degustazione di the pregiati offerti dall’IPSEOA “G. Cipriani”.

Sul sito del Comune, tra i personaggi illustri, è stata inserita una scheda su Francesco Antonio Bocchi, con la presentazione di alcuni aspetti della sua vita e della sua intensa attività in ambito culturale e sociale. Molte informazioni sul periodo che va dalla nascita al matrimonio, nel 1846, sono tratte dai 4 volumi di un suo manoscritto, presente nell’Archivio antico, conservato presso la Biblioteca comunale, dal titolo “Le mie confessioni”. In esse troviamo informazioni interessanti sulla sua formazione scolastica, sulla frequenza della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova e sulle sue vicende amorose giovanili. Altre informazioni si trovano nel suo vastissimo epistolario in cui si ricavano notizie sulla famiglia, sugli amici e sui tantissimi corrispondenti famosi italiani e stranieri. Francesco Bocchi, oltre ad essere stato per vent’anni consigliere comunale, ha fatto parte di tanti enti pubblici e privati: Accademia dei Concordi, Ateneo Veneto, Deputazione di Storia Patria e molte altre Accademie ed Atenei. E’ stato Ispettore agli scavi e ai monumenti, socio dell’Istituto Filarmonico, fabbriciere della Cattedrale, Cavaliere della Corona e socio fondatore della “Società di Mutuo Soccorso fra gli operai adriesi”. I suoi studi più significativi sono quelli in ambito storico e archeologico: il famoso e ristampato  “Il Polesine di Rovigo”, il “Trattato Geografico-economico” e “Sull’importanza di Adria antica la Veneta dimostrata dalle figuline del Museo Bocchi”. Per non parlare delle sue ricerche in ambito ecclesiastico confluite nell’opera “Della sede episcopale di Adria”. Si è occupato persino del folklore e del dialetto, traducendo una novella del Boccaccio in tanti dialetti diversi. E c’è ancora un aspetto singolare, e poco noto, della sua personalità da citare: la sua attiva partecipazione a incontri conviviali piuttosto scanzonati, organizzati dalla società Filolitrica e da Tuba magna. a scheda rinvia a quella che è la pubblicazione che tratta in modo ampio e dettagliato del personaggio e delle sue molteplici attività culturali: “Francesco Antonio Bocchi e il suo tempo” ed. Minelliana, 1993, a cura di Antonio Lodo. Il testo raccoglie gli Atti del convegno tenuto il 21-22 aprile 1990 a Adria.

Il Museo nazionale, in occasione di questo anno particolare (e non solo per le celebrazioni del Bocchi), ha effettuato grazie al lavoro assiduo e costante del suo personale, anche in modalità lavoro agile, la trascrizione digitale integrale dei cataloghi archeologici del Bocchi, con decine di migliaia di reperti. Un’operazione coadiuvata dalla dott.ssa Wiel-Marin grande conoscitrice dell’opera del Bocchi in campo archeologico, che sicuramente costituirà un punto di svolta per lo studio delle famose collezioni archeologiche della famiglia e i cui risultati troveranno posto nel sito web del museo, di prossima uscita. Resterebbe da realizzare una grande impresa: la digitalizzazione dei famosi “Annali Policinensi”, che costituiscono la sua opera più importante, rimasta inedita. In una sinergia tra Biblioteca, Museo Archeologico e Accademia dei Concordi, che conserva l’ultima e più completa redazione del manoscritto. Un’impresa per la quale necessita il contributo di  Riuscire a realizzarla, sarebbe il modo migliore e utile di ricordare questo nostro grande concittadino.

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