ROVIGO-Jazz Nights, grandi emozioni musicali nel giardino Casalini Due memorabili live show inaugurano il festival rodigino all’insegna di un cartellone eclettico e ricco di qualità.
ROVIGO-Ha preso il via venerdì 7 luglio la quarta edizione di “Jazz Nights at Casalini’s Garden”, rassegna nata dalla collaborazione tra RovigoBanca ed il Conservatorio “Francesco Venezze”. L’apertura ha visto rinnovarsi il successo della scorsa edizione, con tutti i posti a sedere disponibili nel Giardino di Palazzo Casalini occupati già prima dell’inizio della serata, che aveva due gruppi in programma, e molte persone disposte ai lati in piedi, a cercare un po’ di refrigerio ma soprattutto della buona musica, com’è quella che riserva da sempre il festival, capace di mettere insieme protagonisti della scena jazzistica nazionale ed internazionale, ma anche molte giovani promesse del jazz italiano, fra cui un posto di riguardo viene occupato naturalmente dai migliori studenti del Dipartimento Jazz del Conservatorio rodigino.
A proposito di giovani, ma solo per l’anagrafe, visto che non possiamo più parlare soltanto di giovane promesse, ma di realtà ormai consolidate del jazz made in Italy, ha riscosso notevoli consensi l’apertura riservata al trio D.O.V.E. (Drums, Organ, Vibes, Ensemble), guidato dal vibrafonista padovano Giovanni Perin, vincitore nel 2016 della prima edizione del premio Marco Tamburini, indimenticato trombettista e docente del Venezze, ideatore e principale artefice della rassegna estiva del Casalini. Performance energica e brillante, pienamente convincente, con un originale quartetto che al vibrafono del leader affiancava l’organo hammond di Giulio Campagnolo, la batteria di Andrea Davì ed il sempre più personale sax tenore di Tommaso Troncon, ospite speciale aggiunto del trio. I brani in repertorio erano quelli del recentissimo album di Perin, “Wher are you?”, proposto dal musicista, in sintonia con le più recenti tendenze del mercato discografico solo in vinile ed in digitale, scaricabile con apposito link. Niente Cd quindi. Composizioni originali, di Perin e di Campagnolo, si sono alternate ad originali riletture di standard, e l’atmosfere è parsa per lo più festosa, ritmicamente coinvolgente, assai apprezzata dal pubblico presente, anche dai non strettamente appassionati. L’unica variante rispetto al disco è stata la presenza di Troncon al posto del veterano sassofonista vicentino Ettore Martin, che era invece l’ospite speciale della registrazione. Con ancora nelle orecchie il suono del sassofono di Troncon, il passaggio al profondo, maturo ed altrettanto energico sax tenore di Fabio Petretti è sembrato quasi naturale, comunque dolce ed estremamente piacevole. La carica di energia lasciata sul palco dai quattro giovanissimi del D.O.V.E. non si è affatto spenta, è anzi ulteriormente lievitata con il jazz moderno ma saldamente radicato nella tradizione boppistica e modale del quartetto del sassofonista romagnolo, da anni figura di spicco del jazz italiano, oltre che apprezzato docente del Conservatorio “Venezze”. Anche in questo caso è stato presentato un recente lavoro discografico che, contrariamente a quello di Perin, viene offerto nel più convenzionale formato del compact–disc. L’album, “Petretti Sound”, che ha già riscosso larghi consensi fra la stampa specializzata, aveva come quello di Perin un ospite speciale, il celebre ed originale chitarrista Bebo Ferra, presente anche al concerto rodigino, dove però, anziché suonare in soltanto due brani, ha dialogato con il quartetto di Petretti lungo quasi tutto il set. Il concerto ha riproposto l’intero repertorio del disco, formato esclusivamente da composizioni del leader, che non è solo un riconosciuto virtuoso del suo strumento ma anche un raffinato arrangiatore e compositore. Dalle delicate, quasi eteree, “Rintocchi di quiete” e “Aereo-Song” al più dinamico blues di “ORF” o all’ipnotico pedale modale di “Corner”, tutti i brani hanno messo in risalto l’affiatamento del quartetto ed il prezioso lavoro svolto dall’ormai collaudatissima sezione ritmica. Onore al merito quindi anche al pulsante contrabbasso di Paolo Ghetti, alla solidissima batteria di Stefano Paolini ed al pregnante pianoforte di Michele Francesconi, le cui felici invenzioni melodiche hanno offerto ulteriore slancio a Petretti, se mai ce ne fosse stato bisogno, per liberare le sue lunghe e felici improvvisazioni. Successo pieno e caloroso, prolungati e pienamente meritati gli applausi per tutti i musicisti.
L’attesa è ora tutta per la serata evento della rassegna, nata grazie alla collaborazione con lo storico Deltablues, festival giunto con questa alla trentesima edizione. L’appuntamento è fissato per mercoledì 12 luglio (ore 21.30, ingresso gratuito), in piazza Vittorio Veneto, per lo spettacolare incontro fra la Big–Band del Venezze, diretta da Massimo Morganti, con ospite speciale Stefano Onorati al pianoforte, e la batteria di Dave Weckl, vera e propria “star” del firmamento jazzistico internazionale, maestro assoluto del suo strumento, diventato celebre soprattutto per l’ormai trentennale collaborazione con Chick Corea.
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