LOREO-Celebrazione santissima trinità.
Loreo-Meravigliosa notte di fede e preghiera per i “fradèi” della confraternita della Santissima Trinità di Loreo che hanno rinnovato l’antico rito che, immutato, si ripete da circa cinque secoli.
Già nel pomeriggio di sabato i confratelli, provenienti da tutta Italia, si sono recati nell’antico oratorio perfettamente restaurato nel 2014, per pregare di fronte al Crocefisso e per registrare la propria presenza nei registri della confraternita. Sono seguite le confessioni fino a mezzanotte quando la campana dell’Oratorio li ha chiamati a raccolta per il rito della vestizione dei “novissi”. Accompagnati da padrino presentatore hanno indossato il saio rosso, che li accompagnerà sul letto di morte, il cingolo ed il cappuccio. Il padre Guardiano ed un confratello anziano in sostituzione del priore recentemente deceduto, hanno guidato il suggestivo rito della vestizione. I confratelli si sono portati poi nel duomo del Longhena dove, a porte chiuse, hanno proceduto all’elezione del loro nuovo priore, un confratello laico eletto a vita, che guiderà i prossimi passi della confraternita. Il conclave dei “fradèi” ha eletto Roberto Rizzato quale loro nuova guida che fino a che Dio vorrà, li guiderà nei passi futuri. Il nuovo priore Roberto Rizzato ha ringraziato i confratelli per la sua elezione chiedendo subito una speciale preghiera per tutti i defunti ed in particolar modo per il priore Oscar Fanton che fino a poche settimane dalla sua scomparsa ha guidato con mano ferma la confraternita. Per Oscar Fanton una preghiera solenne a Maria nel ricordo dello speciale legame della confraternita anche a Maria Madre Celeste. Speciale infatti l’appuntamento 2018 nella Festa della Santissima Trinità che ha visto non solo l’elezione del nuovo priore, fatto che si ripete raramente nel secolo, ma anche di una notte che ha ricordato il 26 maggio 1736, festa della Santissima Trinità, quando i fratelli Antonio e Francesco Polo, umili pescatori di Loreo, rivolsero a Maria una supplica per ottenere il miracolo di una pesca miracolosa. Proprio in quella notte il miracolo avvenne e da allora si susseguirono i miracoli grazie a Maria ed alla sua effige oggi conservata nel duomo. Immagine miracolosa che da allora, venerata con il nome di Beata Vergine della Carità, elargisce grazie, soprattutto di guarigione, a quanti a Lei si rivolgono.
Al termine del rito notturno, che la regola prescrive nel segreto ed a porte chiuse, i “fradèi” hanno seguito il Cristo crocefisso sino alla chiesa della Madonna del Pilastro, chiesa che vede le sue origini sin dal 1053, situata a circa due chilometri dal centro. Sulla strada del ritorno solo le candele e la luce del plenilunio hanno illuminato la veglia di preghiera all’interno del camposanto, seguita dal ritorno all’oratorio della Confraternita dove Don Angelo Vianello, padre guardiano della confraternita, ha celebrato per tutti la messa propria della Festa. Al termine della santa messa è seguito il saluto del nuovo priore che non ha mancato di raccomandare la piena osservanza delle regole e la partecipazione ai momenti di fede e preghiera. Andrea Bellato . Nella foto: i fradèi di ritorno dalla chiesa del Pilastro
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