Il momento storico del presidente del Consiglio Bisco, per Lala Lubelska.
ADRIA-“Il nostro pensiero, in questo 5 maggio, va a lei, Lala Lubelska, che 77 anni fa veniva liberata dal campo di sterminio di Mathausen. E’ un ricordo dovuto ed importante.” Afferma il presidente del Consiglio Franco Bisco, nel citare quanto venne deliberato dal Consiglio Comunale l’8 febbraio 2021 .
“Il ricordo alla Lubelska è dovuto per rispetto verso una donna che nella sua vita ha superato una prova inconcepibile come l’internamento in un campo di prigionia, per il solo fatto di essere ebrea. Non si può comprendere e non si può capire come una persona possa superare una prova così dura dal punto di vista fisico, psicologico, umano.
E’ importante perché questa donna ce l’ha fatta e quindi abbiamo il suo ricordo. Anche se oggi non è più qui tra noi, la nipote, Rachele Cicogna, ne tiene viva la memoria portando la testimonianza sia di quello che era sua mamma, in una vita ricostruita dopo essere passata per l’inferno, sia dei racconti che ha ascoltato e che oggi ci parlano di cose che non devono più ripetersi e che anche i giovani devono sapere. Sapere perché non possano più ripetersi. Dopo la sua liberazione, appunto il 5 maggio del 1945, Lala riuscì a ritrovare in Italia un ragazzo che, nel campo in cui erano internati, le regalò un pezzetto di pane, e del quale si innamorò. Con quel ragazzo, Giancarlo Cicogna, si sposò e costruì una nuova famiglia a Badia Polesine. Con Lala Lubelska, oggi, ricordiamo anche una cittadina onoraria di Adria, Liliana Segre, e con loro tutte le donne, bambini e uomini che hanno vissuto questa tragica esperienza: alcuni sono sopravvissuti, tanti non sono tornati. Un pensiero doveroso, va anche al compianto alpino Arduino Nali . Dobbiamo sempre ricordare la sopraffazione che una dittatura può esercitare sui suoi cittadini, le ingiustizie e le angherie cui una persona può essere sottoposta. La risposta che hanno dato Lala, Liliana, Arduino e tanti altri, sono risposte di vita e di speranza, contro l’odio, il dolore, la malvagità”.