Sbagliato il divieto assoluto di pesca professionale nelle acque dolci: salvaguardiamo il settore, non sono tutti bracconieri.
Venezia–Zottis e Azzalin (PD)-“Giusto e doveroso combattere la pesca abusiva nelle acque interne, senza però penalizzare i tanti pescatori professionali che non possono essere automaticamente equiparati a bracconieri”.
È quanto chiedono i consiglieri del Partito Democratico Francesca Zottis e Graziano Azzalin a proposito del provvedimento in discussione in commissione Agricoltura alla Camera, ovvero la proposta di modifica dell’articolo 40 della legge 154/2016 riguardante il bracconaggio ittico nelle acque interne. “La modifica prevede il divieto della pesca professionale in tutte le acque dolci (fiumi, canali) ad esclusione di quelle lagunari, salmastri e alcuni grandi laghi e laghi minori. Se l’obiettivo è condivisibile, non nascondiamo la preoccupazione per un divieto così esteso che comporta un grave danno all’economia legata ai pescatori professionali. In alcuni territori esiste un indotto storicamente e culturalmente importante legato ai pescatori professionali di acque interne che non sono certo bracconieri. Riteniamo essenziale incentivare i controlli per bloccare chi esercita in modo illecito – sottolineano i due consiglieri dem – ma non a danno di chi lavora onestamente e permette di immettere nel mercato prodotti freschi”.
“Ci siamo mossi con i nostri colleghi in Parlamento affinché la Commissione riprenda in mano il testo per emendarlo. Tra le ipotesi che abbiamo condiviso c’è per esempio quella di dare potere alle Regioni per individuare tutte le vie d’acqua, non solo i laghi o i grandi laghi, dove derogare alla norma. Non possiamo abbandonare a se stesso un settore perché la sua voce è meno forte di altre. Anche questo – concludono – è Made in Italy da salvaguardare!”.
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