Comunicati stampa

I GIOVANI DEL NORD FANNO MENO SESSO RISPETTO AI COETANEI DEL SUD, L’INDAGINE DELLA FONDAZIONE FORESTA.

Una doppia indagine statistica su oltre duemila giovani evidenzia differenze di comportamento tra i giovani del sud rispetto ai coetanei del nord.  Il professor Carlo Foresta: “Paragonando gli esiti all’identica ricerca fatta su Padova emerge anche che i giovani del sud consumano significativamente più marjuana, le ragazze del sud appaiono più disinibite e i ragazzi del nord sembrano avere meno interesse per la sessualità” Il disagio giovanile si concretizza con l’abuso di pornografia on line, con l’utilizzo di droghe, soprattutto marjiuana o con avventure sessuali non protette. Ma i trend sono diversi a seconda che si analizzi il Nord o il Sud Italia. È questo l’esito di una doppia ricerca effettuata dagli studiosi dell’Università di Padova, che prima hanno valutato i profili di 1.426 studenti veneti e poi quelli di 891 pugliesi nell’ambito del progetto di prevenzione andrologica DiGit-Pro promosso dalla Fondazione Foresta. “Gli stili di vita sono per il sistema endocrino-riproduttivo dell’uomo fattori di rischio per l’infertilità e per il funzionamento endocrino del testicolo e per la sessualità”, spiega il professor Carlo Foresta. Nel dettaglio, queste sono alcune delle analisi prodotte dallo studio. I risultati della ricerca saranno presentati tra venerdì 30 e sabato 1 dicembre nel corso di un convegno al Castello Carlo V di Lecce.

AL SUD NON SI PARLA DI SESSO IN FAMIGLIA (MA SI FA PRIMA) La composizione familiare dei giovani della provincia di Lecce è più numerosa poiché solo il 12% dei ragazzi è figlio unico, mentre il 18% a Padova. In ogni caso il riferimento familiare per le informazioni sulla sessualità e sulle malattie del sistema endocrino-riproduttivo e sessuale a Lecce è ritenuto di poco rilievo (68,7% degli intervistati a Lecce contro 62,9% a Padova). In genere, i giovani leccesi, rispetto ai coetanei padovani, considerano le istituzioni come la famiglia, gli insegnanti e i medici, di scarso riferimento per l’approccio a queste tematiche.

 GIOVANI PIU’ ALTI AL NORD: CONSEGUENZA DELL’INQUINAMENTO? Continua a crescere il trend dell’altezza nei giovani del terzo millennio, tuttavia il confronto tra le popolazioni studiate mette in evidenza che i giovani maschi del nord rimangono due centimetri più alti rispetto a quelli di Lecce (179,4 contro 177,4 centimetri), mentre le ragazze sono di poco più alte rispetto a quelle di Lecce (165 vs 164 cm). Questa osservazione è importante poiché potrebbe essere conseguenza di un più alto tasso di inquinamento ambientale nel nord, che interferendo soprattutto con l’attività degli ormoni maschili, può determinare proprio nel maschio un aumento della lunghezza degli arti e quindi dell’altezza generale. A tal proposito, il gruppo di ricerca ha dimostrato che nei giovani padovani si determina uno squilibrio tra la lunghezza del tronco e quella delle gambe, esprimendo in questi casi un ritardo nel blocco della crescita per la presenza di sostanze inquinanti che interferiscono con gli ormoni maschili.

I GIOVANI AL SUD FUMANO, BEVONO E SI DROGANO DI PIU’ Nei giovani leccesi vi è una maggior abitudine al fumo di sigarette (43% contro 37%), che si riscontra in ugual misura tra maschi e femmine. Vi è un incremento del consumo di alcolici nel fine settimana, e un incremento di uso di sostanze stupefacenti, soprattutto marjiuana. Dato interessante, le ragazze di Lecce dichiarano di assumere sostanze stupefacenti di gran lunga più frequentemente rispetto alle giovani ragazze padovane, ma addirittura più frequentemente degli stessi maschi leccesi.  Nella sfera sessuale i giovani di Lecce hanno una maggior propensione ad avere atteggiamenti a rischio, infatti quasi il 50% dichiara di avere rapporti non protetti, rispetto al 35% dei coetanei di Padova. Questi atteggiamenti si riflettono anche nella scarsa attenzione alla contraccezione, e nel già frequente uso, sia a Lecce che a Padova, della pillola del giorno dopo.

TROPPO PORNO ON LINE E RAGAZZE DISINIBITE  Tra gli intervistati, sia padovani che leccesi, è fortemente incrementata la frequenza di coloro che giudicano non soddisfacente la propria sessualità. Le motivazioni delle più frequenti difficoltà erettive e l’assenza di desiderio sessuale possono avere diverse interpretazioni. L’elevata emancipazione del sesso femminile, gli atteggiamenti ormai disinvolti delle ragazze che non si distinguono da quelle dei ragazzi, possono creare un senso di inibizione, che poi può diventare patologia quando la sessualità multimediale prende il sopravvento.  Infatti il collegamento ai siti pornografici è dichiarato nella grande maggioranza dei maschi, sino al 90%, e sia i maschi che le femmine utilizzano questa modalità per un autoerotismo che può diventare anche molto frequente (90% nei maschi, 43% nelle ragazze). Per quanto riguarda le abitudini sessuali emerge un dato che merita approfondimenti: una percentuale tra il 10 e il 19% dichiara una sessualità fluida, e questo atteggiamento è molto più evidente tra le ragazze, sia di Padova che di Lecce.

LO STUDIO A LECCE L’indagine è stata svolta nel corso del 2018 con la partecipazione di 891 studenti (479 maschi e 412 femmine) di età compresa tra i 18 e i 21 anni frequentanti gli istituti superiori di Lecce e provincia che hanno aderito al progetto DiGit-Pro. Un’indagine promossa dalla Fondazione Foresta Onlus che vede così un ricco ampliamento del progetto che nel Padovano viene portato avanti da oramai quindici anni.

LO STUDIO A PADOVA L’indagine è stata svolta nel corso del 2017 su 1.426 studenti dell’età compresa tra i 18 e i 21 anni che frequentano i 19 istituti superiori di Padova e provincia. Tra di loro 825 sono i maschi e 601 le donne. L’età media dei loro genitori è compresa tra i 49 anni delle madri e i 52 dei padri. Un’indagine realizzata dal professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta Onlus; i responsabili scientifici per la parte psicologica sono Luca Flesia e Francesca Cavalieri. Hanno partecipato anche gli psicologi Stefano Angelini, Enrico Tonon; i medici Umberto Valente, Nicola Cacco, Antonio Anastasia; Davide Daloisio e Patrizio Giannini. Hanno collaborato Marta Ghisi e Gioia Bottesi del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova.

IL CONVEGNO Venerdì 30 novembre al Castello Carlo V di Lecce, in viale XXV Luglio, il XIII Convegno di Medicina “I nuovi confini dell’aging: tra fisiologia e patologia”, presieduto dal professor Carlo Foresta e dal dottore Andrea Lenzi, durante il quale verranno presentati i risultati dello studio condotto dal team dei ricercatori dell’Università di Padova che dimostrano la correlazione tra obesità nel maschio, osteoporosi e ipogonadismo. Sabato 1 dicembre, nella stessa location, il secondo convegno dal titolo: “La salute sessuale e riproduttività dei giovani: significato clinico e ruolo delle reti territoriali”, nel quale verranno illustrate le differenze individuate sullo stile di vita e i comportamenti a rischio di 891 giovani del sud Italia e 1426 del nord.

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