ROVIGO-Notti di stelle nel giardino di palazzo Casalini.
Torna alla grande l’appuntamento estivo più atteso dagli appassionati di jazz
Rovigo – È partita nel migliore dei modi la quinta edizione di “Jazz Nights at Casalini’s Garden”, rassegna promossa da RovigoBanca e Conservatorio “Francesco Venezze”, ideata dall’indimenticato Marco Tamburini e a lui dedicata, con una serata davvero ricca, che proponeva ben tre gruppi per un totale di quindici musicisti.
Dopo i saluti iniziali di Stefano Onorati, direttore artistico della manifestazione, e di Lorenzo Liviero, presente sul palco nella duplice veste di presidente dell’istituto di credito cooperativo rodigino e del Conservatorio di Musica, è toccato al Siena Jazz Ensemble inaugurare la serata. Il settetto, guidato da Achille Succi, clarinetto basso, era formato da Jacopo Fagioli, tromba, Bruno Governatori, chitarra, Marco Benedetti, contrabbasso, Simone Brilli, batteria, più due sorprese non annunciate, Manuel Caliumi, alto sassofonista del Conservatorio rodigino al posto dell’annunciata cantante Lia Ferro, e il pianista Giovanni Venturini, studente del Conservatorio senese. Il gruppo, che ha concluso con il concerto nel giardino Casalini un seminario di tre giorni organizzato nell’ambito di un collaudato interscambio didattico fra i Conservatori di Siena e Rovigo, entrambe eccellenze della didattica jazzistica italiana, ha presentato un arrangiamento di un brano di Horace Silver, e tre composizioni originali di Succi, Fagioli e Benedetti. Dopo l’applaudita esibizione dell’ensemble senese l’atmosfera si è improvvisamente rarefatta, per toccare momenti di grande intensità con la riuscita esibizione del duo formato dal pianista Stefano Onorati e dal trombettista Fulvio Sigurtà, entrambi docenti del Venezze. Un concerto davvero “senza rete” quello del duo in cui, come ha tenuto a precisare Onorati in sede di presentazione, «non conta quello che abbiamo scelto di suonare, ma come lo suoneremo». Per la cronaca sono stati scelti come canovaccio su cui improvvisare un brano di Richie Beirach e uno di John Taylor, entrambi pianisti, ma la musica è subito scivolata su binari molto liberi, in cui più che i riferimenti armonici delle composizioni prescelte contava lo stretto dialogo intrecciato fra Sigurtà e Onorati, non solo eccellenti strumentisti ma musicisti completi, parsi davvero in serata di grazia, che hanno regalato forti emozioni a un pubblico che ha seguito quasi in religioso silenzio la loro toccante performance. La dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che quando ci sono il giusto interplay e una sincera urgenza espressiva anche la musica più libera, apparentemente difficile, riesce a coinvolgere gli ascoltatori.
La tensione si è quindi felicemente stemperata con il sestetto scelto per chiudere la serata, una produzione originale del festival. Ha riscosso subito un grande successo il pirotecnico e spettacolare “Trumpet Summit” che ha visto all’opera tre dei migliori allievi di Marco Tamburini, i trombettisti Antonello Del Sordo, Francesco Minutello e Pasquale Paterra che, dopo aver brillantemente completato gli studi a Rovigo, sono oggi importanti protagonisti del giovane jazz italiano. Ognuno di loro ha presentato un arrangiamento originale di un brano di Tamburini e alla fine, il gioioso incedere ritmico del tema di “Una Mas”, celebre blues a tempo di bossa nova di Kenny Dorham, ha contagiato l’ancora numeroso pubblico presente. É stato un finale riuscito e festoso, che ha visto aggiungersi al sestetto, completato da Antonio Floris, chitarra, David Paulis, contrabbasso, Enrico Smiderle, batteria, tutti allievi del conservatorio rodigino, la tromba di Sigurtà e il piano di Onorati: il miglior modo per ricordare quell’approccio divertito e solare che ha caratterizzato molta musica di Marco Tamburini. L’attesa è ora tutta per il secondo appuntamento del festival, in programma sabato 7 luglio, che vedrà prima il quartetto della clarinettista Zoe Pia presentare il progetto “Shardana”, una delle più apprezzate produzioni discografiche italiane del 2016, e quindi l’esecuzione da parte dell’ensemble di Barga Jazz diretto da Massimo Morganti della “Little Sweet Suite”, opera inedita di Kenny Wheeler, con ospite speciale la straordinaria trombettista canadese Ingrid Jensen.
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