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COVID.PRESIDENTE VENETO-“ORDINANZA SU MASCHERINE E’ UN ALTRO PASSO IMPORTANTE VERSO LA NORMALITA’, MA LA PROTEZIONE DIVENTI PARTE DELLA CULTURA”

VENETO-“L’ordinanza ministeriale sulle mascherine porta con sé un altro passo verso la normalità. Il Veneto la adotterà con alcune prescrizioni ulteriori, almeno per un mese. Ma, guardando anche al futuro, è bene che la memoria della pandemia non diventi un semplice ricordo: alcune buone prassi devono restare parte della cultura del rispetto e della prevenzione. L’uso della mascherina, al di là della normativa, è anche una forma di protezione di chi è più fragile. È bene quindi che nei reparti ospedalieri e nelle strutture sanitarie si possa conservare anche un domani questo gesto volontario; un semplice raffreddore, cosa di poco conto per un visitatore, per un malato può essere qualcosa di estremamente serio. Accolgo quindi con favore le nuove e meno vincolanti prescrizioni sul tema, ma raccomando nel contempo che l’uso volontario e consapevole della mascherina possa diventare consuetudine per proteggere le persone anziane o chi è in cura. Un piccolo gesto dal significato importante: spero possa divenire prassi al dì là di ogni normativa”.

Così il Presidente della Regione del Veneto commenta la situazione del primo giorno lavorativo in cui, in ottemperanza all’ordinanza del ministro della Salute, viene meno l’obbligo diffuso dei dispositivi di protezione individuale nelle strutture sanitarie. Spiega, inoltre, l’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali della Regione del Veneto: “Con una circolare la Regione del Veneto ha diramato a tutte le strutture le ultime indicazioni del Ministero sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Il Veneto ha voluto conservare, in aggiunta a queste, una linea di maggiore prudenza. Fino al 31 maggio abbiamo reputato di mantenere in vigore l’obbligo di utilizzo della mascherina in tutti i locali interni delle strutture sanitarie ed ospedaliere, anche se non adibiti espressamente all’attività sanitaria e assistenziale, ed anche nelle strutture socio-assistenziali anche non residenziali, limitatamente agli operatori”.

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