POMERIGGIO CAPOLAVORO A SAN MARTINO DI VENEZZE.
SAN MARTINO DI V. (RO) – Quando il teatro fa il suo mestiere, quello di coinvolgere emozionando, i risultati si vedono. Oltre 230 persone di varie provenienze, il Forum di San Martino di Venezze al completo di bambini entusiasti e adulti anche di più; selfie con gli attori, domande a fine spettacolo, merendine (dello sponsor) consumate socialmente con gli amichetti, 50 minuti di ascolto in autonomia separati da mamma e papà (fatti sedere nel settore posteriore della sala). Non si può chiedere di più alla rassegna “Il teatro siete Voi” di Irene Lissandrin e ViviRovigo, tornato al Forum di San Martino domenica 13 novembre scorso, con un autentico capolavoro teatrale della compagnia Il Baule volante, “La Bella e la Bestia”, reinterpretazione in chiave epica della più inclusiva e affascinante fiaba della tradizione.
L’accoglienza della sala festante è toccata all’assessore alla Cultura Ilenia Francescon: “Un grande applauso per tutti noi, che siamo qui oggi! – ha detto Francescon – Questa struttura è funzionante dal giugno 2019, pensata per tutti gli eventi di San Martino, poi ci sono state le note limitazioni Covid: rivederla vivere pienamente è un grande orgoglio per il paese intero”. Un saluto anche dal sindaco Elisa Sette, mentre Irene Lissandrin ha ricordato la lunga collaborazione col comune in riva all’Adige e la partenza a San Martino di ben due degli undici laboratori teatrali per ragazzi messi in campo dal progetto “Il teatro siete voi”, che nell’edizione in corso, coinvolge 25 Comuni polesani con 35 spettacoli di teatro ragazzi e circo teatro. Per l’iniziativa “Scrivi e disegna il teatro con Gatto Tomeo” è stato premiato con libri di storie del gatto mascotte il piccolo Filippo Bagatin di 7 anni. La rappresentazione de “La Bella e la Bestia” è davvero un regalo artistico della compagnia ferrarese Il Baule volante, fondata da Andrea Lugli e Liliana Letterese, entrambi soli in scena, senza respiro, dall’inizio alla fine, che narrano la storia a due voci e vi inseriscono teatro d’attore e coreografie drammaturgiche (di Caterina Tavolini). Lo spettacolo, creato nel 2004, continua a stupire per la tecnica applicata in maniera innovativa ad una trama classica, che poteva rischiare il déjà vu. Non per caso, continuano le rappresentazioni e le critiche positive per questa versione de La Bella e la Bestia, definita capolavoro dalla rivista Eolo (che l’ha premiata agli Eolo awards nel 2006), e che ha visto più di 800 repliche tra l’Italia e l’Europa.
Nessuna scenografia, nessuna distrazione. Solo il cappotto usato per tracciare la figura di Bestia ed un drappo bianco, che disegna coreograficamente i legami che si stabiliscono tra i due protagonisti. Il testo potente, visivo ed immaginifico, scritto dal regista Roberto Anglisani con la stessa Liliana Letterese, letto, recitato, interpretato, vissuto dai due attori in scena, è il protagonista assoluto. Fin dall’entrata, voci e movimento dei corpi cominciano il racconto, sovrapponendosi e alternandosi, duplicando il pathos, creando piani paralleli spazio temporali di narrazione, come in un grandioso poema epico; voci e movimento sono due modalità narrative perfettamente in risonanza, che si completano a vicenda. Non ci sono pause: è un fiume impetuoso di parole e immagini. Compaiono dal nulla i personaggi, il padre, le sorelle. Una sottolineatura, una battuta e tutta la storia si dipana perfettamente. La tempesta che travolge le navi e la famiglia perde tutti i propri averi, la casa svuotata anche di “biancaneve e i nani da giardino”; la foresta sembrava corrergli incontro: il padre entra nel palazzo della Bestia e le sue parole creano un’eco sinistra; la neve come lo strascico di un abito da sposa, il ruggito della Bestia cui è stata rubata una rosa bianca; Bella va al palazzo e gli zoccoli del cavallo sembrano non toccare terra. Divertenti siparietti in cui Bella insegna a Bestia a mangiare in modo elegante o quando i due giocano a nascondino. I ritorni a casa attraverso l’anello magico; il dolore mortale di Bestia rimasto solo; il ritorno di Bella e la rinascita di Bestia come uomo, grazie all’amore. Il sottofondo musicale dell’ultima scena è “La cura” di Franco Battiato. Lo spettatore vede tutto, sente tutto, partecipa ad ogni istante di una storia che corre a ritmo serrato verso il suo finale. Fenomenali Lugli e Letterese che hanno mostrato ciò che non c’era.
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