Un altro impianto per produrre biometano che si ferma.
POLESINE-Importante, se non fondamentale, l’opposizione dell’amministrazione comunale di Bergantino che sottolinea che il territorio è già saturo di altri siti impattanti come la discarica di Torretta.
A Ceregnano invece abbiamo solo Polaris, TMB e, nelle prossimità del confine comunale, di fronte a Pezzoli e poco lontano dal luogo dove dovrebbe sorgere l’impianto per produrre il biometano, la zona industriale di Villadose con industrie per la lavorazione di materie plastiche e un’industria farmaceutica tedesco – indiana già al centro di vertenze legali per emissioni inquinanti e sogfetta alla direttiva Seveso. Poco lontano, sempre a Villadose, insiste la più grande discarica polesana ed una delle più grandi del Veneto, quella di Taglietto.
È per questa situazione evidentemente considerata serena, con una pessima qualità dell’aria analoga a quella di Rovigo, che l’amministrazione comunale di Ceregnano ha accolto positivamente la proposta di realizzare un impianto per il biometano sul proprio territorio ai confini con il Comune di Villadose e quello di Adria, non troppo lontano da dove dieci anni fa, il 22 settembre 2014, alla Coimpo di Cà Emo morirono 4 lavoratori per le emissioni di gas che sono presenti tra le emissioni pure di questo impianto, e non si è posta neppure per un attimo il dubbio che non sia un’opportunità, ma un danno per il territorio.
Ovviamente ci aspetteremmo che pure i Comuni di Adria e Villadose, sicuramente coinvolti nell’impatto di traffico ed emissioni facessero sentire la propria voce.
Nell’attesa presenteremo in questi giorni il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro l’incredibile decisione del Comitato Provinciale di non assoggettare l’impianto di Pezzoli di Ceregnano alla valutazione d’impatto ambientale. Non ci fermiamo, sia chiaro.
Vanni Destro-Rete dei comitati polesani-per la difesa della salute e dell’ambiente.
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