Casa di riposoRovigoVeneto

IRAS-La Regione non faccia come Ponzio Pilato.

ROVIGO-La questione della situazione debitoria dell’IRAS, esplosa in questi giorni e giunta a un livello di insostenibilità tale da metterne a rischio la sopravvivenza, è frutto di alcuni decenni di gestione nei quali si sono accumulati inefficienze, operazioni sbagliate, incompetenza gestionale, con gli ultimi sei anni trascorsi sotto il commissariamento di nomina della Regione che ha evidentemente completamente disatteso il compito di risanare la situazione e predisporre un piano di rilancio. E anche qui è utile ricordare un dettaglio, che dettaglio non è: dopo una così lunga gestione commissariale decisa dalla Regione, con scelte tutte al di fuori del raggio d’azione del Comune, senza un Piano Economico Finanziario adeguato a dare un indirizzo verso il risanamento dell’Ente, le responsabilità e i debiti vengono scaricati unicamente sull’attuale Amministrazione Comunale a cui si chiede sostanzialmente di rispondere con risorse che sono di tutti i cittadini di Rovigo ben al di là di quelle che sono le possibilità previste dalle norme.

Una vicenda nel suo complesso che merita una commissione di inchiesta per assegnare le responsabilità. La vicenda IRAS pone però insieme anche due questioni che da sempre riteniamo inscindibili. La questione della tutela del servizio pubblico per offrire luoghi di accoglienza e assistenza agli anziani e la questione della tutela delle figure professionali che lavorano per garantire questo servizio. Sono due motivi che da soli impongono la necessità di arrivare ad una soluzione per questo Ente, ma anche per tutte le strutture di accoglienza per gli anziani. Serve salvaguardare un servizio fondamentale per il territorio e con esso salvare i posti di lavoro a cui vanno riconosciuti i legittimi diritti economici.
Per rispondere a queste due questioni, è necessario partire da come questa struttura, come tutte le altre case di riposo presenti sul territorio, possa essere pienamente utilizzata, arrivando ad adeguare il servizio ad un modo di invecchiare che ne sta trasformando le esigenze stesse. E con esse si sono trasformate anche le competenze e professionalità che meritano, non solo di ricevere il proprio stipendio con puntualità, ma anche di avere stabilità e pieno riconoscimento dell’importanza della funzione svolta.

IRAS apre quindi anche un cruciale punto di confronto: che modello di assistenza vogliamo per gli anziani? In anni di spinta alla privatizzazione a scapito del servizio pubblico (salvo poi contare solo sul pubblico per la gestione della pandemia) quali sono i programmi della nostra Regione per questo fondamentale servizio? Con una popolazione che invecchia sempre più, quali sono le forme di assistenza necessarie per malattie degenerative sempre più numerose e cosa si sta offrendo? Le istituzioni, Regione in primis visto che le competono direttamente, hanno il dovere di affrontare questo tema. IRAS rischia di essere solo la prima a collassare di molte altre strutture, RSA, che svolgono un ruolo fondamentale sul territorio in un contesto sempre più difficile, fra pandemia e debiti E, in tutto questo, la domanda sorge spontanea: si stanno portando le strutture pubbliche ad una lenta agonia per introdurre una progressiva privatizzazione?
La Regione su queste problematiche non può tacere perché pienamente parte in causa e quindi va chiamata in causa. Servono azioni concrete. Ad esempio, alle case di riposo gravate in questo biennio pesanti oneri per la gestione della pandemia, la Regione non ha elargito alcun ristoro, e non risulta sia in procinto di farlo, come invece hanno fatto o stanno facendo altre Regioni. Cosa attende a farlo? Cosa attende la Regione a realizzare finalmente la riforma delle IPAB che attendiamo da decenni?

Quali risorse dal PNRR saranno destinate all’adeguamento delle strutture che spesso (vedi Casa Serena) hanno necessità di interventi inderogabili?
Anche così, disattendendo questi compiti, si fa morire il servizio pubblico, che va invece difeso, migliorato, potenziato.
In Polesine non mancano assessore e consiglieri regionali. Auspichiamo che la loro voce si faccia sentire in consiglio Regionale in difesa delle RSA del nostro territorio e di tutto il Veneto.
Come importante sarebbe sentire la voce di tutte le amministrazioni Comunali anche non direttamente interessate e della Provincia, fresca di rinnovo delle cariche.
Le istituzioni e figure istituzionali polesani dovrebbero muoversi in modo unisono quando sono in gioco i servizi territoriali. Alle voci preoccupate dei sindacati e del sindaco di Rovigo si uniscano quelle di tutti coloro che possono svolgere un ruolo, chiamando la Regione a non fare Ponzio Pilato.
IRAS diventi una utile occasione per pensare e programmare la gestione del servizio pubblico di assistenza agli anziani, adeguato alle nuove esigenze, in grado di valorizzare le professionalità e di fornire aiuto alle famiglie. Laura Bassi, Andrea Micheletti, Claudio Curina Il Veneto che Vogliamo – coordinamento polesano.

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