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Integrazione Rette case riposo – a pagare deve essere il comune.

ROVIGO-Guglielmo Brusco – Rifondazione Comunista Polesana -I FAMIGLIARI NON DEVONO PAGARE QUOTE DI RETTE, PER PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI, OSPITATE IN CASE DI RIPOSO, NEI LETTI CONVENZIONATI CON LA REGIONE VENETO.

Sulla stampa locale, in questi giorni ho visto espressa tanta  preoccupazione, circa il possibile aumento delle rette di certe Case di Riposo polesane. Capisco che la preoccupazione sia presente per chi ha reddito ISEE più che sufficiente a coprire l’importo di tali rette. Quella che non capisco è invece la preoccupazione di chi, ha un/a famigliare non autosufficiente, over 65, ricoverato/a in letto convenzionato con la Regione e con reddito ISEE, inferiore all’importo della quota-retta che la Casa di Riposo interessata fa pagare ai propri ospiti.

Se la legge non è di recente cambiata, perché questa gente dovrebbe essere preoccupata? Cari famigliari, sarà vero che magari avete firmato impegni che potevate non sottoscrivere e dai quali potete recedere, ma perché voi, protetti dalla Legge 328/2000, vi preoccupate se le Case di Riposo aumentano le rette? A preoccuparsi dovrebbero essere i Comuni di Residenza prima del ricovero della persona non autosufficiente ospite di un letto convenzionato. E a preoccuparsi dovrebbe essere la Regione Veneto che dovrebbe fornire ai comuni i soldi necessari per i loro pagamenti previsti dall’art. 6 c. 4 della Legge 328/2000. I famigliari NON DOVREBBERO PAGARE!!!! MA SE VOLETE FARLO,  ALMENO NON LAMENTATEVI PIU’! STATE ZITTI E PAGATE! E, di fronte al ripetersi, per quasi 20 anni, di fatti di questo tipo, ripropongo alcune riflessioni: NON SAREBBE GIUSTO CHE  I SINDACI DEI NOSTRI COMUNI INFORMASSERO I POLESANI CHE I FAMIGLIARI NON DEVONO PAGARE LE INTEGRAZIONI DI RETTA DEI  NON AUTOSUFFICIENTI RICOVERATI,  IN CONVENZIONE?  –  LO HA DETTO ANCHE L’ULSS 5!!

Nel 2017, l’ULSS 5 in Tribunale a Rovigo, cercando di qualificare per disabile un malato psichiatrico, nel tentativo di scaricare così su un comune polesano costi da addebitare invece al proprio bilancio,  tra l’altro dichiarava: …” in base alla legislazione vigente, la quota sociale della retta, andava posta a carico dell’assistito ed, in caso di insufficienza del reddito di quest’ultimo, a carico del Comune in cui lo stesso aveva la residenza prima del ricovero”!!!!! Insomma, l’ULSS 5 di Compostella ha sostanzialmente dichiarato che le centinaia di famiglie polesane (e anche le decine di migliaia italiane) che per il reddito insufficiente del famigliare ricoverato, pagano l’integrazione di retta, non dovrebbero pagarla!!!!  E chiedo anche a tanti Partiti, Sindacati , Associazioni dei Consumatori e Famigliari, del perché non portano più spesso  quanto subito da centinaia di famiglie polesane, a conoscenza della Magistratura non solo contabile o di altre istituzioni addette al controllo della legalità. Guglielmo Brusco – Rifondazione Comunista Polesana                                                                                 

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