“Rovigo sconosciuta”-A cura di Andreina Milan Una visita guidata all’ultima, e più recente, cinta muraria della città.
ROVIGO-Domenica 07 Aprile 2024 torna la Domenica ecologica con il centro storico della città di Rovigo chiuso al traffico dalle ore 10.00 alle ore 20.00. Le Domeniche ecologiche, come previsto dalla delibera regionale sono promosse nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione dei cittadini su temi ambientali e della riduzione dell’inquinamento dell’aria.
Per questo Italia Nostra sezione di Rovigo propone una visita guidata alla scoperta delle mura della città di Rovigo “L’addizione borsiana” a cura di Andreina Milan professoressa e ricercatrice dell’Università di Bologna, socia e consigliera del direttivo dell’Associazione. L’appuntamento per tutti quelli che vorranno partecipare è alle ore 09.00 a Rovigo nel piazzale del Tempio della Beata Vergine del Soccorso. La visita guidata alla scoperta delle mura della città di Rovigo “è una vera occasione per conoscere alcuni aspetti della cinta muraria della città ancora sconosciuti dice il Presidente Fabio Bellettato”, la visita è gratuita per tutti.
Inutilmente si cercherà sui testi di storia urbana la denominazione “Addizione Borsiana” di Rovigo. Pochi cenni rimanderanno invece all’ampliamento che il marchese di Ferrara, Borso d’Este (1413-1471), avviò intorno alla seconda metà del secolo XV nella capitale d’un Ducato in piena espansione, ma costantemente minacciato dalla potenza adriatica di Venezia. A Ferrara, la nuova linea difensiva murata era stata concepita da Niccolò III già a partire dal 1441, per essere completata nei primi anni Cinquanta del Quattrocento, prendendo il nome di “Addizione Borsiana”. Tali mura erano caratterizzate da alte cortine merlate e intervallate, come a Rovigo, da torri a base quadrangolare.
In effetti, è questo l’avvio d’un’ipotesi di studio, nata da una lunga e frammentaria ricerca sulla cinta murata della città. I documenti storici, sottratti agli studiosi per mezzo d’una lunga catena di vicende belliche e istituzionali, sono sovente conservati in sparsi archivi che solo l’acribia dei ricercatori può sottrarre all’oblio. Permane il documento materiale, ad accendere di curiosità gli appassionati di storia locale.
A Rovigo “le mura” sono identificabili solo per isolati lacerti, più spesso evocati dall’onomastica delle strette vie del centro: “Via Mure San Giuseppe, Via Mure Soccorso, Via Mure Ospedale, Via Mure Seminario Vecchio”. Molti dei giovani cittadini, lontani da interessi storico-archeologici non le conoscono affatto e per lo più ne ignorano l’esistenza. Eppure, in quelle scure pietre corrose, erette su un basamento di trachite euganea, si conserva parte della nostra memoria, restituendo senso alle residue Porte della Città.
Riconosciamo infatti il “Vòlto” di San Bortolo e la Porta di Sant’Agostino, che segnavano la fine delle “Parti” – i nobili quartieri “interni” – e l’inizio dei Borghi di San Bartolomeo e di San Bernardo. Tre di questi antichi accessi sono oggi scomparsi: Porta Arquà (o “San Lorenzo”) presso l’antico Ospedale di santa Maria della Misericordia; Porta San Giovanni presso Contrada San Rocco (odierna Via Angeli) e l’omonimo Borgo esterno; Porta San Francesco, l’ultima delle porte urbiche, aperta in età estense.
La cinta, ora parzialmente inclusa nelle murature di spina delle modeste casette di via Mure, risulta nascosta dalla costruzione delle ville novecentesche sul Terraglio (odierno viale Trieste). Anche a Rovigo, il manufatto, con le sue torri e bertesche, sorse probabilmente per volontà di Niccolò III continuate da Borso, ultimo marchese di Ferrara e primo duca di Modena e Reggio. Dal 1453, per nomina dell’imperatore Federico III d’Asburgo fu nominato “Conte di Rovigo”. Certamente la costruzione della cinta, che avrebbe definitivamente consolidato la forma urbis delle città, fu portata a compimento successivamente alla scomparsa di Borso, per opera del fratellastro Ercole I (1431-1505). Nel 1482 infatti scoppiava nuovamente il violento conflitto con Venezia, noto come seconda “Guerra di Ferrara”, che, avrebbe coinvolto i maggiori potentati italiani. Con la Pace di Bagnolo, nel 1484, la guerra si concludeva per il ducato estense (e per Rovigo) nel più infausto esito, segnato dal definitivo passaggio del Polesine ai Domini di Terraferma.
Il governo di Borso fu contrassegnato da un lungo periodo di prosperità economica, in un momento in cui le grandi famiglie rodigine e polesane – i Roverella, i Silvestri, i Prisciani, i Foligno – potevano esercitare grande influenza sulla politica del marchesato-ducato. É di quegli anni l’ideazione e l’avvio di un’ambiziosa campagna di bonifiche: la più nota, promossa da Borso e continuata da Ercole, nell’agro di Pontecchio, divenne feudo pregiatissimo in epoca veneziana. Malgrado la breve parentesi di pace, per il Polesine di Rovigo si prospettavano tempi gravidi di tensione. Certamente la capitale della contea, Rovigo, aveva attratto nei secoli e decenni precedenti l’insediamento di numerosi impianti ospitalieri, monastici e conventuali. In particolare, aveva conosciuto un considerevole sviluppo nel settore nord, con la fondazione, nel 1292 dell’insula francescana, già attiva dal 1223 presso la chiesetta di Santa Croce. Poco si conosce della precedente cinta muraria: sappiamo però che essa in parte coincideva con l’attuale tracciato di Via IV Novembre. La chiesa gotica e l’annesso convento risultavano già edificati nei primi anni del Trecento, conoscendo un ulteriore sviluppo nel 1430, con la costruzione del coro e di quattro cappelle gentilizie, ad uso delle più potenti famiglie rodigine.
Proteggere il prezioso convento, così caro alla famiglia ducale, ed integrarlo nella città era certamente un atto dovuto. Così, la cinta muraria finiva per comprendere i cospicui terreni della fraternità francescana che a Rovigo, come a Ferrara, godeva di speciale patronato signorile e due nuove piccole aree cimiteriali, la cristiana e l’ebraica. Non casualmente in questo particolarissimo distretto sarà eretto il Tempio della B.V. del Soccorso, portando a compimento, alla fine del secolo XVI, un progetto di santuario ideato e forse parzialmente realizzato nella seconda metà del secolo XV. Si trattava del tipo cosiddetto “ad instar”, ovvero la ricostruzione su modello del prototipo del Santo Sepolcro di Gerusalemme, officiato e custodito dai Francescani di Terrasanta.
Nella visita guidata entro il perimetro delle mura e intorno agli antichi insediamenti religiosi, si incontreranno altri molti altri importanti manufatti, come la Porta di San Bartolomeo – di matrice estense, eretta nel 1482 e riformata dopo gli eventi bellici – ed il Monastero delle Monache Agostiniane della Santissima Trinità, oggi Tribunale, edificato nel 1499 negli anni di transizione tra il dominio estense e quello veneziano.
Italia Nostra sezione di Rovigo sempre con la guida della professoressa Andreina Milan ha già con realizzato con successo altre tre visite guidate in città:
Domenica 20 Marzo 2022 “Genesi e sviluppo delle piazze di Rovigo, dal Medioevo all’Unità d’Italia”
Domenica 09 Ottobre 2022 “Città vecchia di Rovigo”
Domenica 16 Aprile 2023 “Rovigo e le crociate”.
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