Parco Interregionale del Delta del Po-I 9 segretari del circoli del PD del Delta informano.
I circoli del Partito Democratico del Delta del Po di Adria, Ariano Polesine, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina e Taglio di Po, che sono i nove comuni che comprendono il Parco naturale Regionale del Delta del Po Veneto, istituito con legge regionale 8 settembre 1997, n. 36, si sono uniti in un unico documento riguardante l’imminente modifica della Legge 394/91 incluso l’art. 27 che istituisce il Parco interregionale del Delta del Po comprendente le aree del perimetro Veneto e quelle dell’Emilia Romagna con l’intento di mettere assieme le potenzialità e le specificità delle due Regioni. La delega al Governo per l’istituzione di un unico Parco in sostituzione dei due parchi regionali: Emiliano-Romagnolo e Veneto ora esistenti potrebbe essere un passo avanti a patto che siano coinvolte le comunità locali prima della prossima discussione alla Camera e venga del tutto abbandonata l’ipotesi d’istituzione di un Parco Nazionale o a qualsiasi istituzione che si configurasse nella sostanza a un Parco a gestione nazionale, idea che trova nel Coordinamento del PD del Delta ferma contrarietà. Questo e altri concetti fondamentali fra quelli di non ampliare gli attuali confini e all’istituzione di nuovi vincoli oltre a quelli esistenti, che danneggerebbero e penalizzerebbero le attività tradizionalmente esercitate nel Delta (Pesca, Agricoltura, vallicoltura Acquacoltura e Caccia), saranno espressi formalmente al relatore della proposta di legge Enrico Borghi capogruppo del Partito Democratico in commissione ambiente il 3 marzo prossimo a Porto Tolle invitato dal PD locale insieme agli altri circoli dei comuni del Parco. Il nostro l’impegno è di far valere anche tramite il parlamentare Diego Crivellari il rispetto della volontà delle comunità locali affinché le attività esercitate nelle aree facenti ora parte di “Rete NATURA 2000”, siano disciplinate e regolate dalle Regioni d’intesa con le comunità locali e non dagli Enti Parco; fra l’altro in contrasto con l’art. 32 della L. 394/91, delle aree contigue che, per fare un esempio, comprendono le lagune ora sfruttate dalla pesca di molluschi dove trovano reddito 2.000 Pescatori. Il ruolo del territorio deve essere fondamentale e assolutamente prioritario, sia nella fase d’istituzione sia in quella di gestione, (Sindaci, non Commissari o Presidenti di nomina Nazionale), in conformità ai piani di sviluppo locali e nell’assoluto rispetto delle attività produttive e tradizionali (il Parco Veneto è commissariato da circa due anni) e rivista la rappresentanza all’interno degli organismi di governo del nuovo Ente, in base al territorio ricadente nel nuovo perimetro del Parco. Un richiamo ai principi della Riserva di Biosfera Delta del Po, così come riconosciuta nel 2015 che, per esplicita dichiarazione dell’UNESCO, non implica alcun nuovo vincolo giuridico, interpretando l’occasione per affrontare e risolvere, con la partecipazione della popolazione, i problemi locali e i relativi possibili conflitti in una dimensione globale rispettando, di fatto, quanto stabilito dall’Unione Europea che invita il coinvolgimento del territorio.
Fin a ora le attese e i vantaggi connessi all’istituzione del Parco non sono state appagate; l’Ente che non è stato in grado di decollare anche a seguito della politica Regionale e dai diversi commissariamenti che, di fatto, hanno esautorato il ruolo del territorio. E’ ora d’ambire a una nuova forma di governance più efficiente e più comprensiva. Il documento spiega Massimino Zaninello Segretario del PD di Porto Tolle delegato a esprimere le preoccupazionidella modica alla legge sui Parchi è il frutto di un’attenta analisi delle richieste del territorio Possiamo ancora intervenire perché la parte organizzativa è fuori dall’emendamento e per tali garanzie, come richiesto dai Sindaci del Delta del Po, è necessario dare operatività al tavolo istituzionale previsto nella mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, per redigere in maniera condivisa le norme e le regole del futuro Parco. Il relatore della riforma Enrico Borghi ci ha assicurato, anche alla luce del lavoro di confronto che sarà svolto sia in sede parlamentare sia territoriale, che sarà portato fino in fondo in maniera positiva con un tempo adeguato il risultato dell’ascolto delle proposte degli stakeholder. Invitiamo, quindi, tutti i nostri parlamentari del PD Nazionale alla massima attenzione affinché il disegno di legge si muova proprio in questa direzione e diventi frutto di un’alta mediazione con tutti i soggetti interessati, dalle Associazioni ambientaliste, faunistiche e venatorie, a quelle di categoria, agli Enti e alle Comunità locali.Chi vive nel parco non deve subire nessuna imposizione e questo nuovo Ente deve nascere con la condivisione.
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