Quando non c’erano i selfie-Recuperare la memoria e il passato attraverso i ricordi stampati.
TAGLIO DI PO – Oggi si scattano, in media, 10 fotografie al giorno con il proprio smartphone. Fino a qualche decennio fa, invece, ogni fotografia era preziosa, selezionata, curata e custodita gelosamente. Ogni singolo scatto aveva un valore affettivo, prima che ancora di mercato, enorme: rappresentava la sintesi massima di un momento vissuto, che – ancora oggi – i nostri anziani proteggono come un cimelio, diventando uno strumento per conservare i ricordi più vividi.
Per tutti questi motivi è stata pensata e organizzata la mostra “Quando i selfie non c’erano”, che inaugurerà venerdì 12 luglio, alle ore 10, all’interno del centro Madonna del vaiolo di Taglio di Po. Il tutto curato da Maurizio Callegarin, fisioterapista appassionato di fotografia. Si tratta del risultato di un anno e mezzo di lavoro effettuato dallo staff della struttura in collaborazione con i propri ospiti, le loro famiglie ed i volontari. Ogni anziano ha recuperato le foto della propria infanzia e adolescenza, quelle della propria famiglia, e insieme al personale, guidato da Mirka Guolo, coordinatrice della struttura di Taglio di Po, e Emanuela Grotto, educatrice, ne hanno discusso in gruppi aperti, giorno dopo giorno. “Sono affiorati così ricordi, emozioni, racconti di una realtà vivida che abbiamo voluto mettere in mostra – spiega la Grotto -. Da questi scatti e dai racconti dei nostri ospiti emerge un mondo, simile per tutti: la povertà, la fame, l’intenso lavoro sui campi, il senso di comunità e famiglia, il sacrificio. La cosa curiosa è che, nonostante le condizioni di vita fossero peggiori a oggi, tutti tornerebbero indietro subito per ritrovare quel senso di solidarietà, di aiuto reciproco e di una comunità che c’era un tempo. E abbiamo voluto recuperare questi preziosi ricordi per riconsegnarli al territorio con una mostra”. Un lavoro che ha una valenza terapeutica e sociale. “Si chiama Click care – spiega l’educatrice Emanuela Grotto -. Ricordare attraverso le vecchie foto aiuta a stimolare la memoria e a migliorare il senso di sé e la propria autostima. Inoltre, nei gruppi di lavoro si ricorda insieme, si socializza e si condividono emozioni che scaturiscono, affrontando sia quelle positive sia quelle negative. Si dà valore alla propria identità, si superano insieme dei traumi del passato”. I gruppi di discussione da cui sono state selezionate le oltre 100 foto in mostra infatti sono stati seguiti anche dalla psicologa Paola Paganin e dalla volontaria Paola Pellegrini.
Ma il progetto ha la valenza di recuperare la memoria di un’intera comunità territoriale, che altrimenti andrebbe perduta. Si tratta infatti di un’ulteriore iniziativa promossa dall’Osservatorio della memoria dell’Isola di Ariano: la mostra rimarrà aperta almeno fino a settembre, per poter condividere questo mondo reale con le nuove generazioni e le scuole. Le foto sono state raccolte e pubblicate in un catalogo, che riporta tutta la storia degli scatti esposti. “Da sempre cerchiamo di porci al centro della vita culturale del territorio – spiega Daniele Panella, direttore del Ciass, ovvero il consorzio che gestisce i centri di Corbola, Taglio di Po e Ariano -. Cerchiamo di trasformare le nostre attività in eventi culturali e formativi per tutta la comunità: siamo consci della potenza del messaggio culturale di queste fotografie e vogliamo far arrivare a tutti che dentro alla struttura, come dentro alle fotografie esposte, c’è vita, c’è emozione, c’è una realtà in movimento che va valorizzata”. La mostra sarà inaugurata dallo stesso sindaco di Taglio di Po, Francesco Siviero, venerdì 12 luglio, alle 10, in occasione dello svolgimento della Fiera della Beata Vergine del Carmine, alla presenza del Presidente del CIASS Gilberto Moretti. L’ingresso è gratuito. L’intera cittadinanza è invitata a riscoprire la propria memoria comune.
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