Serata green con un Brachetti sopra e sotto le righe.
PORTO TOLLE-Scardovari-Alto e sottile, col suo ciuffo da cartone animato, quasi una presenza impalpabile, quel sorriso espressivo che conquista e tutta la verve di un Peter Pan nel Paese di Alice. Era proprio lui, Arturo Brachetti, il mito del trasformismo mondiale a monopolizzare il palco di Tra ville e giardini XX, nella serata di ieri (25 luglio) nel giardino di Tenuta Giarette a Scardovari di Porto Tolle, nel cuore del Delta del Po.
Accanto a questa presenza speciale, un’altra grande notizia per il comune. La vicesindaco Silvana Mantovani ha annunciato che Porto Tolle ha conquistato la Spiga verde 2019, il riconoscimento del Fee Italia (Foundation for environmental education) e di Confagricoltura, attribuito ai comuni rurali per le loro strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. E’ l’equivalente della Bandiera blu per i comuni balneari. La Spiga verde è stata attribuita a 42 comuni Italiani, solo tre in Veneto: con Porto Tolle a Caorle (Ve) e Montagnana (Pd). Serata green, dunque. Anche per Arturo Brachetti, che, al contrario di quanto accade normalmente nei suoi spettacoli, fatti di lustrini, effetti speciali, tecnologia e travestimenti sbalorditivi, si è mostrato in versione “Arturo racconta Brachetti” senza trucco e abiti di scena: una narrazione del dietro le quinte di un personaggio che ha superato l’immaginazione. Parla Brachetti. Ed ha pure una bella voce, con qualche volutissima inflessione torinese inserita qua e là, non a caso. Parla Brachetti. E quanto parla! Ironizza, dichiara, confessa, imita, diverte, allude, commenta le foto di famiglia. “Dai salesiani facevo l’aiutante del Mago Sales, un sacerdote che faceva i giochi di prestigio. Mi faceva scomparire, mi segava in due, mi infilzava la spada in testa, tutte attività educative per cui uno va in collegio dai preti…”. “Mi regalò un libro ‘Fregoli raccontato da Fregoli’, e con tutte quelle figure di personaggi, mi sono immaginato come lui…”. Basta un vecchio cappello col foro in mezzo, trovato nella soffitta dal ragazzino Arturo di allora, che il Brachetti di oggi riesce a tracciare una ventina di personaggi, ad una velocità che intontisce: don Camillo, Casanova, Santa Caterina, Elisabeth Taylor in Cleopatra, Rossella O’Hara in Via col vento, e il pompiere che accorre a spegnere il fuoco e diventa il 7° samurai. Basta cambiare il modo di indossare il cappello, ed il Brachetti trasformista diviene ciò che vuole. Imita magistralmente Paolo Poli nelle sue freddure grasse.
Fa ridere e sorridere. Parla di sua mamma (che siede nel pubblico) e canta un brano divertente scritto per celebrare “la mamma su internet”. Racconta di Erminio Macario, della sua prima esperienza lavorativa a Parigi, nel 1979, quando diventò “l’italien avec la tour Eiffel sur sa tête” (l’italiano con la Torre Eiffel sulla testa) per via del ciuffo impennato con “Viagra gel” che s’era fatto per interpretare il folletto Puck in “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Ciuffo che lo accompagnerà per sempre. “Vedete questo?”, chiede al pubblico imbracciando un invisibile oggetto. “Sììì!? Se lo vedete qui vi fumate le zanzare!”. Basta un cono di luce e Brachetti invade la scena con i suoi animali proiettati con le ombre cinesi. Il sogno di un bambino che gioca nel buio si trasforma in quello del ragazzo che gironzola nella notte parigina al chiarore della luna, dove intravede come in uno specchio, i volti dei famigliari al di là delle Alpi. “La luna mi fa sognare”, confessa. Il racconto e la poesia si confondono nell’ultima parte della serata. “Internet uccide la fantasia”, dichiara Arturo. “Io dico ai ragazzi: leggete e da lì immaginate cosa volete fare. Non andate a vedere su youtube per fare quello che fanno gli altri”. Disegnando sulla sabbia con arte e maestria, oltre che con la consueta velocità connaturata al suo corpo, Arturo Brachetti traccia un poetico omaggio al regista del fantastico, Tim Burton, attraverso i suoi tanti personaggi cinematografici.
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