ULSS 5 Polesana: grossa difficoltà nell’erogazione dei servizi e tracciamento saltato… urgente un intervento della Direzione e della Regione per decidere le priorità.
ULSS 5 Polesana-Il propagarsi del virus sta determinando una situazione ingestibile nei servizi ormai al collasso e, stante l’esponenziale crescita dei contagiati il tracciamento è diventato impossibile. Molecolari diagnosticati dopo 72/96 ore, file interminabili ai covid point con frequenti accessi dalle altre province, in particolare Padova ma non solo, senza alcun limite posto da parte della Direzione, circa 150 operatori sanitari dell’ULSS positivi a casa, tracciamento e screening nelle case di riposo al collasso con positività riscontrate dopo giorni dal tampone e utilizzo dell’antigenico in sostituzione del molecolare, numeri questi che impongono l’esigenza di modificare l’approccio perché il sistema è saltato. Già lo abbiamo segnalato per le case di riposo, dove la carenza di personale rischia di far più danni dello stesso virus per la ridotta capacità di erogare assistenza e attività sanitaria. Bisogna agire con urgenza avendo il coraggio di fare le necessarie scelte per riorganizzare il servizio sanitario e socio sanitario del territorio.
Si riorganizzi il servizio di screening finalizzandolo in primis al personale sanitario e socio sanitario e all’attività necessaria al rientro dalla quarantena dei lavoratori della Provincia. Inaccettabile che il ritardo di diagnosi negativa impedisca il rientro a lavoratori senza alcun sintomo. Abbiamo la necessità di ridurre al minimo la ricaduta del virus sulla tenuta degli organici.
Bisogna fare la scelta che il tracciamento sia finalizzato prioritariamente alla provincia e solo se fattibile allargarlo anche a cittadini di altre province. Non possiamo far collassare il servizio aumentando esponenzialmente il bacino di utenza senza avere le risorse per farlo. Necessita siano i medici di base a certificare/liberare per il rientro dalla quarantena la persona risultata negativa, non può essere il solo SISP a farlo determinando un intasamento dello stesso.
Come già proposto per la situazione del pronto soccorso, è necessario il coinvolgimento anche della sanità privata per supporto ai servizi in difficoltà della sanità pubblica. Ribadiamo la necessità che anche le cliniche private possano esser fruite per i tanti ricoveri che ora trovano difficoltà all’essere accolti nelle strutture di degenza pubbliche, in particolare internistiche e di lunga degenza.
Infine, la valutazione più importante che ci impone delle domande, dove le risposte spettano alla Regione e al Governo ma che devono partire da un’analisi che deve assolutamente fare urgentemente la nostra ULSS:
– l’organizzazione che le normative covid stanno imponendo con quarantena forzata, alla luce della terza dose di vaccinazione e delle reali ricadute del covid dal punto di vista sanitario, possono ancora considerarsi utili ai fine della tutela della salute pubblica se queste incidono in maniera così drammatica sugli organici e perciò sui servizi sanitari?
– ci possiamo ancora permettere un numero così alto di assenze di personale sanitario, che si sommano ad un sistema gia in difficoltà per i tagli effettuali dalla politica di questi decenni e piegato da due anni di pandemia, e che si scaricano sul personale che rimane ormai al collasso?
– siamo così certi che i danni che la pandemia sta causando siamo ora effettivamente afferenti al Covid, o forse il tema vero si lega ai servizi in ginocchio per la carenza di personale? La cosa certa è che i servizi sono in ginocchio e gli operatori stanno scoppiando… vi è la necessità di risposte straordinarie. Segretario Generale FP CGIL Rovigo
Davide Benazzo.
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