Politica

Bartelle (M5S) – Servizi sempre più lontani dai bisogni dei cittadini bassopolesani, dove si stanno concretizzando le RAZIONALIZZAZIONI poste in essere dalla politica leghista.

ADRIA La fusione delle due Ulss con Rovigo ha portato, come conseguenza, molte criticità nel nostro territorio in quanto non è stato accorpamento tra due aziende ma un premeditato accordo, che viene da lontano, per far sparire i servizi sanitari autonomi di Adria. A distanza di un anno da questa azione appare chiara la motivazione per cui tutti i primariati, resisi vacanti prima del 2016 e le direzioni delle unità operative, non siano mai stati rinnovati. Era già  stato deciso che dovevano essere a Rovigo, anticipando di anni la riforma della sanità veneta e depotenziando i servizi adriesi, gradatamente, per non dare troppo nell’occhio. Le fusioni, per effetto della riforma Azienda Zero, non sono state così impattanti come per Adria, per tutti i territori; ad esempio, in una Uls vicina, come Chioggia, hanno visto aumentare i servizi locali anche in linea con art.15 c.3 dello statuto della regione Veneto che tutela le specificità del territorio deltizio. Tutto questo nel disinteresse totale della conferenza dei sindaci. Il territorio si è trovato un progetto ben avviato di soppressione dell’azienda sanitaria di Adria con evidente vantaggio delle strutture private. “A Corbola, a fine mese, andrà in pensione uno dei due medici di base lasciando scoperti circa 1.500 cittadini. Una parte di questi verrà assorbita dall’unico medico rimasto, sino  a raggiungere il limite massimo concesso. E gli altri?” Nessun problema, nel territorio vi sono medici con posti liberi, che possono assorbire la richiesta, tutto in linea con i regolamenti: ad un numero di residenti deve corrispondere un numero di medici presenti nel territorio del distretto e i cittadini devono essere redistribuiti tra i diversi professionisti, anche molto lontani dal luogo di residenza degli iscritti. Tutto regolare, ma non in linea con i bisogni delle persone. Molti abitanti del Delta sono anziani e senza possibilità di muoversi in maniera autonoma.

“Peccato che gli studi medici si trovino mediamente a 10 chilometri di distanza e che, da voci ufficiose, difficilmente apriranno un ambulatorio in paese pur avendo la disponibilità gratuita di un ambulatorio messo a disposizione dell’amministrazione locale… e qui vorrei essere smentita.” Peccato che la maggioranza delle persone, che ancora non hanno effettuato la scelta del medico, siano soggetti anziani, persone senza mezzi o accompagnatori. In questi giorni chi ha potuto si è recato nella sede del distretto di Taglio di Po per accaparrarsi i posti liberi presso il medico locale. “Voglio auspicare – continua la Bartelle – che la direzione provinciale dei servizi socio-sanitari possa valutare il superamento di rigidi regolamenti; che si voglia e possa derogare nell’applicazione della norma e quindi che si dia incarico ad un medico di altra zona di aprire un ambulatorio a Corbola per una necessità e specificità territoriale data dalla bassa densità di popolazione. Vogliamo, in sintesi e semplicemente, che sia applicato il  ‘diritto’ dei veneti rodigini sopra menzionato, sancito dallo statuto della regione Veneto, in attesa che si possa nominare un nuovo medico nel territorio del distretto che sembra non possa accadere prima di dodici mesi.” Patrizia Bartelle(Consigliera Movimento 5 Stelle Regione Veneto) www.patriziabartelle.it

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