Comunicati stampaGuardia di FinanzaRovigo

GdF-SMANTELLATA RETE CRIMINALE DI IMPRESE CINESI. 9 DENUNCE, 1 ARRESTO, SEQUESTRI PER CIRCA 700.000 €.

ROVIGO-E’ scattata all’alba un’operazione della Guardia di Finanza di Rovigo finalizzata all’esecuzione di provvedimenti emessi dalla locale Procura della Repubblica nella persona dei Sostituti Procuratori Dott. Ermindo Mammucci e Dott. Andrea Bigiarini, titolari delle indagini.
Una ventina di finanzieri, con l’ausilio anche di due unità cinofile addestrate per la ricerca di valuta fornite dalla Compagnia di Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Venezia, hanno eseguito 9 perquisizioni domiciliari in provincia di Rovigo e Venezia e due misure cautelari personali nei confronti di due indagati: si tratta del bilancio conclusivo di un’indagine durata circa un anno nei confronti di un sodalizio composto da imprese criminali gestite da soggetti di origine cinese.

Le attività investigative svolte dalla Tenenza di Adria hanno infatti portato all’attenzione della Procura rodigina un disegno criminale caratterizzato dalla presenza di ditte individuali cd. “apri/chiudi” operanti nel settore tessile e gestite da cittadini di origine cinese residenti in Adria (RO) e Cavarzere (VE), i quali hanno sottratto circa 700 mila euro alla tassazione a discapito del buon andamento di un settore economico strategico a livello locale, quale quello dell’imprenditoria tessile e manifatturiera. Tutte le ditte coinvolte – succedutesi al medesimo indirizzo e intestate a prestanome – venivano programmate per avere una “vita utile” non eccedente i 3 anni e, pur presentando le dichiarazioni fiscali, si sottraevano sistematicamente al versamento delle imposte. Gli indagati, tutti perfettamente a conoscenza dei tempi di accertamento e riscossione richiesti dall’attuale sistema impositivo, facevano in modo che le ditte fossero fatte cessare in modo da non versare alcuna imposta, anche a fronte di innumerevoli cartelle esattoriali di centinaia di migliaia di euro a carico dei loro rappresentanti, rendendosi di fatto irreperibili. Inoltre, con lo scopo di vanificare ogni possibilità di recupero da parte del Fisco, il ricavato delle attività d’impresa veniva prontamente spostato sui conti correnti intestati a prestanome e successivamente, attraverso una rete di operazioni e relazioni bancarie, bonifici, giroconti, prelevamenti, assegni e versamenti in rapida successione, veniva trasferito tramite bonifici internazionali su conti correnti bancari in Cina.

La regia della frode è riconducibile ad una donna, indagata principale, nota agli investigatori con lo pseudonimo di “Elena”, per la quale l’Autorità Giudiziaria ha ordinato la misura degli arresti domiciliari, la quale pur non comparendo formalmente in nessuna azienda, cosi come accertato dalle indagini, era in realtà il soggetto a cui tutte le imprese erano riconducibili; nei confronti del marito di questa il GIP del Tribunale di Rovigo ha disposto invece la misura cautelare personale della interdizione dall’esercizio attività di impresa, mentre gli altri 7 partecipanti alla frode fiscale sono stati tutti denunciati a piede libero. Al termine delle indagini è stato altresì disposto, oltre alla denuncia e alle misure cautelari nei confronti delle persone coinvolte per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte in concorso fra di loro, (art. 11, comma 1 del D. Lgs. 74/2000 e 110 c.p.) il sequestro diretto e per equivalente, fino al raggiungimento della concorrenza della somma di 700 mila euro, dei beni mobili, immobili, intestati e/o riconducibili alla disponibilità dei responsabili, in quanto costituente profitto del reato accertato. In tale contesto sono stati sequestrati, al momento, 3 immobili, 3 autovetture e 45.000 euro tra contanti e depositi bancari.

L’attività in argomento si inquadra in un contesto operativo di più ampio respiro riconducibile ad una mirata analisi di contesto elaborata dal Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza tesa ad individuare quei soggetti economici stranieri che operano illecitamente nel nostro territorio che, disattendendo gli obblighi di natura fiscale, sottraggono risorse alla collettività canalizzandole verso i propri paesi di origine. Infatti, la prevenzione e la repressione di tutte le forme di inquinamento dell’economia legale a tutela degli operatori onesti rappresenta, ancor più in questo momento, uno dei principali impegni per la Guardia di Finanza quale moderna forza di Polizia economico finanziaria a spiccata vocazione sociale.

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