TRIONFO DI STORIA E BELLEZZA ALLA ROTONDA DI ROVIGO.
ROVIGO – Una serata di bellezza, circondati dai dipinti del Seicento e immersi nella musica barocca dell’antico organo costruito dal maestro Callido nel 1767, come 34ma opera. L’intera città di Rovigo ha partecipato al concerto finale del XVII Festival Antichi organi del Polesine, organizzato da Asolo Musica con la direzione artistica dell’organista rodigino Nicola Cittadin, che si è svolto ieri sera (28 dicembre) nel meraviglioso Tempio della Bv del Soccorso detto La Rotonda, a Rovigo. Orgogliosamente fieri della propria storia, a fine concerto, gli spettatori hanno fatto la fila per poter salire, a gruppi di dieci, nella cantoria della chiesa, dove ha sede il piccolo e pregiato strumento e poterlo ammirare da vicino, con la sua cassa tripartita e le preziose portelle dipinte da Giovan Battista Novelli nel 1615.
Gli onori di casa sono stati affidati al presidente del Sindacato del Tempio, Luciano Zanforlin, che ha ricordato il simbolo della bellezza legato a Rovigo, quella rosa icona della città, che è anche nelle mani del bambino in braccio alla Madonna, nel piccolo affresco cui è dedicata La Rotonda. Ad Asolo Musica il compito di spiegare l’importanza di valorizzare gli organi antichi, vere pietre miliari della vita sociale delle comunità locali, che si articolava nel tempo dell’anno, scandito dalla liturgia delle parrocchie animata da queste straordinarie macchine sonore. Il concerto è stato organizzato grazie al sostegno della Regione del Veneto e del Ministero per i Beni culturali, il patrocinio ed il contributo del Comune Rovigo e la collaborazione del Sindacato del Tempio.
Il programma musicale, pensato per esaltare tutte le caratteristiche di questa 34ma opera di Callido, organo nato soprattutto per l’accompagnamento della liturgia e dei cori, è stato introdotto e spiegato dagli stessi concertisti che hanno poi deliziato mente e cuore del pubblico: Federica Iannella, organista, concertista, musicologa e studiosa degli organi callidiani delle Marche, sua regione di provenienza; e Roberto Rigo, veronese di adozione, prima tromba delle più importanti orchestre nazionali. Il resto della serata è stata musica. Un rapimento collettivo che solo le note, fresche, seppure così antiche, possono permettersi di fare. Come in una visione settecentesca, pareva di vedere apparire dalle pareti e dai dipinti, dame incipriate in abiti rigonfi di drappeggi colorati accompagnate da cicisbei imbellettati, danzare leggiadri minuetti sui marmi della chiesa.
Partenza con gli inglesi Jeremiah Clarke (Trumpet voluntary) e John Stanley (Adagio e andante largo dal Voluntary n. 5 op. 6); poi il Sebastian Bach della Fantasia in Do maggiore Bwv 570 per organo solista, cui è seguita una carrellata di autori italiani di varie scuole, da Bernardo Pasquini (Partita sopra, Aria della folia da Spagna), a Domenico Zipoli (Canzone in Sol minore), da Benedetto Marcello (Fuga in Mi minore) al finale con Giuseppe Torelli nel Concerto Estienne Roger 188. L’ottima acustica del Tempio ha reso giustizia ai due strumenti: organo e tromba si univano all’unisono in dolci articolazioni armoniche e l’organo ha mostrato tutte le sue potenzialità, che vanno ben oltre il semplice accompagnamento liturgico. La tromba di Righi, col suo timbro definito e la sua espressività, ha aggiunto potenza e colore laddove l’organo antico, non dotato di registri ad ance, non poteva arrivare. Un melodioso dialogo sonoro, gradevole e frizzante, è stata la Suite in Re Hwv 341 di un Georg Häendel d’annata, forse l’apice del concerto. Nei brani per organo solista Iannella è riuscita a tirar fuori tutti i colori a disposizione, usando i registri più dolci e arrivando addirittura qualche sonorità romantica con la Sonata X di Gaetano Valeri, autore a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Un tripudio di applausi e richieste di bis, generosamente regalate dai due virtuosi concertisti.
Il festival Antichi Organi del Polesine è un progetto di Asolo Musica per la valorizzazione degli organi antichi della regione, nell’ambito del circuito concertistico Cantantibus organis, con la direzione artistica di Nicola Cittadin, il sostegno della Regione del Veneto e del Ministero per i Beni culturali, il patrocinio ed il contributo dei Comuni di Lendinara, Rovigo e Porto Tolle e la collaborazione delle Parrocchie della Cattedrale Santi apostoli Pietro e Paolo di Adria, di Ca’ Venier San Nicolò, di Lendinara San Biagio e del Sindacato del Tempio La Rotonda di Rovigo. L’edizione 17ma del 2019 si è dunque conclusa, con un augurio per il nuovo anno e la soddisfazione di aver fatto risuonare gli organi antichi di quattro città con la collaborazione di musicisti di assoluto rilievo nazionale: oltre al Callido di Rovigo, il Malvestio 1930 della Cattedrale dei santi apostoli Pietro e Paolo di Adria dove si è esibita Ilaria Centorrino; il Bazzani 1887 della chiesa di San Nicolò vescovo di Ca’ Venier-Porto Tolle con uno straordinario binomio tra organo Elisa Teglia e voce soprano Paola Cigna; il Malvestio 1926 della chiesa di San Biagio a Lendinara, con un magico concerto di Paola Chiarion all’organo ed Enzo Caroli al flauto traverso.
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