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Tutti ridono con le streghe tragicomiche di Stivalaccio-Teatro Soldout ai giardini Zen di Adria.

ADRIA (RO), 31 luglio 2024 – Grottesche, paradossali, popolari, melodrammatiche quanto basta. Le “streghe” di Stivalaccio teatro hanno fatto soldout ieri sera, 30 agosto, ad Adria, nell’ambito della rassegna “Tra ville e giardini 25 anni”. Il pubblico ha movimentato l’atmosfera con sonore risate per tutta la commedia ed acclamazioni al grido di “Strighe maledette!”, alla parola d’ordine prestabilita. Un vero tripudio per questo “Strighe maledette!”, il nuovo spettacolo tragicomico di Stivalaccio, per la regia di Marco Zoppello, che ha scritto il soggetto ripescando nella storiografia della caccia alle “streghe”, tra quattrocento e cinquecento da parte dell’Inquisizione, specie nella Valle Camonico, ai margini della Repubblica di Venezia.

La commedia inizia in modo solenne e leggermente angosciante, in una processione rituale che accompagna al rogo l’ennesima malcapitata; quando s’interrompe la narrazione e, in un colpo di teatro la strega/donna Laura si rivolge alle altre e al pubblico ridicolizzando il rito; quindi tra lazzi e gestualità da commedia dell’arte, le quattro donne iniziano a raccontare, inscenandola, la terribile notte, in cui si trovarono tutte accusate di stregoneria e chiamate a decidere chi fra loro si sarebbe sacrificata per tutte. Dialetto tardo rinascimentale e battute grasse senza mai cedere alla volgarità, le quattro raccontano storie mitologiche sulle poco probabili origini delle streghe, di “Lillit la rossa” la prima donna che non voleva soggiacere ad Adamo, della peripatetica Isabella che irretiva anche i chierici e di Proserpina portatrice di discordia. Recitazione esuberante con la voce e con il corpo, per le quattro attrici di Stivalaccio, che vestono i panni delle incolpate e dei personaggi di contorno alle storie, senza mai rallentare il ritm, dall’inizio alla fine dei settanta minuti pieni; inoltre cantano e suonano fisarmonica e liuto. Sono: la procace emiliana Orsolina la rossa (Anna De Franceschi, no limit), la meretrice veneziana donna Angela (irriconoscibile Sara Allevi), l’herbaria donna Laura (Eleonora Marchiori, piena di tic al limite dell’epilessia) e la solenne nobile Maddalena (Maria Luisa Zaltron, che aggiunge austerità in lunghezza, con la sua figura slanciata e che si accompagna in scena anche con gli strumenti musicali). Il finale è aperto, resta sulle grida della folla (il pubblico) che le vuole mettere a morte, mentre loro si rifiutano di incolparsi e serrano i ranghi in “formazione a testuggine”.

Elaborati e sontuosi i costumi di Lauretta Salvagnin, realizzati da Antonia Munaretti. Ingegneristica la scenografia tridimensionale (con le ruote) fatta di oggetti di legno e scope di saggina che, spinta in cerchio su se stessa, serve per i cambi scena, come pulpito, o come pira. Opera di Andrea Belli, realizzata nella bottega di Stivalaccio teatro da Roberto Maria Macchi e Matteo Pozzobon. Maschere di Stefano Perocco di Meduna e Tullia Dalle Carbonare. Disegno luci di Matteo Pozzobon. Assistente alla regia Francesca Boldrin. La serata è stata introdotta dal sindaco di Adria Massimo Barbuiani, dal presidente della Provincia di Rovigo Enrico Ferrarese e dal direttore artistico della rassegna Claudio Ronda. Applauso speciale ai tecnici de “La Fabbrica dello zucchero” che hanno fronteggiato in pochi secondi un blackout generale di cui quasi non se n’è accorti. Grande competenza.

Tra Ville e Giardini è un evento della Provincia di Rovigo, con l’organizzazione di Ente Rovigo Festival, il contributo di Regione Veneto RetEventi e Fondazione Cariparo, in partnership con i comuni di Adria, Ariano nel Polesine, Badia Polesine, Canaro, Canda, Castelmassa, Ceneselli, Corbola, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Frassinelle Polesine, Fratta Polesine, Lendinara, Polesella, Porto Tolle, Rovigo, San Bellino.  Ideazione, progettazione e direzione artistica di Claudio Ronda.

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