ANTONIO LOVISON espone le sue “Strutture di emozioni” a Ca’ Cornera, stazione di sosta nel delta del Po.
PORTO VIRO-Superata l’emergenza relativa alla pandemia Covid-19 è il momento, anche per Ca’ Cornera, di ripartire con le dovute cautele, dando l’opportunità di incontrare l’artista ANTONIO LOVISON con le sue opere ancora esposte nel granaio della Stazione di sosta nel Delta del Po. Giovedì 3 sett. 2020 – ore 18,30. Per l’occasione avremo il piacere di ospitare alcuni partecipanti e curatori dei recenti laboratori “Paesaggi Collettivi” e “Pollen…nelle radici l’identità collettiva“ attivati nel vicino comune di Ariano nel Polesine dall’ Associazione Culturale Leonardo da Vinci all’ interno del progetto CANTIERE PAESAGGIO, promosso dal CSV di Rovigo. Di fatto il percorso artistico di Antonio Lovison, qui esposto, dal titolo “Strutture di emozioni” mette in evidenza elementi e situazioni del nostro paesaggio che coincidono con gli stimoli ed insegnamenti ricevuti frequentando i suddetti laboratori. La nostra area protetta è per noi un tesoro prezioso e la sostenibilità ambientale non è solo una questione di tecnologie ma passa attraverso il nostro rapporto con il territorio. In questo le aree salvaguardate possono essere sempre più laboratorio per la sperimentazione di nuovi e più armonici equilibri fra uomo e ambiente. Ne abbiamo assoluto bisogno!
Con presenza di Giorgia Businaro–Responsabile Co-progettazione Area Cultura Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo. Letture di Donata Fischetti, Lara Mantovani e Gianpaolo Gasparetto. Da non sottovalutare: per chi desiderasse trattenersi in compagnia, Ca’ Cornera, stazione di sosta nel delta del Po ha il pregio di avere uno dei più premiati pizzaioli nazionali PINO LONGO. Ottima occasione per gustare uno dei suoi “capolavori”, magari accompagnato da una birra eccellente! Telefonare al 340 2430030.
Antonio Lovison nasce a Padova nel 1949. Formazione al Liceo Artistico di Padova e studi allo IUAV e all’Accademia di belle arti di Venezia.
Dagli anni settanta inizia la sua attività espositiva e collabora per circa un decennio con la galleria Venicedesign di Venezia, con frequenti mostre personali e collettive, in Italia e all’estero; attività che si affianca all’insegnamento di Discipline pittoriche negli istituti d’arte e a Disegno, nel corso di laurea Paesaggio Parchi e Giardini alla facoltà di Agraria di Padova.La sua ricerca artistica, partendo da un ambito prettamente pittorico, approda gradualmente a esperienze di scultura, articolate verso una concezione minimalista della forma in un gioco scoperto di puro “Trompe-L’oeil”.Sue opere si trovano in importanti collezioni in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Stati uniti d’America e Israele. Recenti esposizioni: New York, Agama Gallery; Wien, Hilger Gallery; Shanghai, Theater gallery; Toegin am Inn, Rathaus Gallerie.
Gianpaolo Gasparetto–La nostra area protetta è per noi un tesoro prezioso e per questo siamo orgogliosi di poterlo presentare attraverso lo sguardo poliedrico dell’artista Antonio Lovison. La sua arte ci offre una visione davvero unica, che ci auguriamo possa trasmettere e suscitare emozioni in chi vorrà avventurarsi in questo “viaggio”, fra le sue installazioni fatte di sequenze punteggiate da immagini fotografiche e da opere tridimensionali.
La sostenibilità ambientale non è solo una questione di tecnologie ma passa attraverso il nostro rapporto con il territorio. In questo le aree protette possono essere sempre più laboratorio per la sperimentazione di nuovi e più armonici equilibri fra uomo e ambiente. Ne abbiamo assoluto bisogno!
Antonio Lovison predilige l’approccio concettuale ricorrendo all’elemento fantastico per sottolineare le strazianti cicatrici procurate dall’uomo, il passare del tempo e il ciclo della storia. Ritorna spesso questa sensibilità per uno sguardo doppio, di incrocio, di incontro, di sovrimpressione mentale, potremo dire, con qualcosa che ha più a che fare con una sorta di indagine intellettiva che non con il realistico. Il tempo assume qui un’importanza essenziale, non tanto per il fatto di essere un compendio di secondi, minuti e ore, quanto piuttosto per essere una complessa struttura di emozioni. Gli esseri umani sono assenti da questo mondo, eppure la loro presenza si percepisce ugualmente.
La fotografia costituisce un elemento ormai ricorrente dell’arte di Lovison. Egli utilizza le fotografie come segno concettuale, come elemento strutturale delle sue installazioni, come ricordo visivo oppure come caratteristica puramente espressiva; testimonianza di tragitto grafico, che di solito la maggioranza dei fotografi vuole ignorata. Il significato vero dell’opera così non sta più tanto nel risultato estetico finale, ma nel processo mai ultimato, verso quelle immagini ancora fermentanti, irrisolte, che sono attraversate vivamente dal tuo percepire, dal tuo temp nell’evidenziarle agli occhi dell’osservatore. Spesso usa una combinazione di materiali differenti in cui egli sottolinea i riferimenti concettuali. Gioca con i doppi sensi e coi contrasti: materiali inaspettati sono inseriti l’uno contro l’altro. Di frequente esso verte su forti associazioni nostalgiche ed ecologiche. Elementi sottintesi fortemente lirici costituiscono una presenza che rende la sua arte una creazione unica di poesia visiva con intensi momenti di sorpresa.
E’ convinto che fotografare più che un’arte sia compiere un’indagine intorno allo spazio come rappresentazione e tempo come tragitto, che lascia una traccia, una bava. In queste immagini costruisce vistosamente una prova tangibile del suo percorso, del suo intervento, mettendo in luce i frammenti di una storia e permettere all’osservatore di trarre le proprie conclusioni. Come un dettaglio topografico lo scatto circoscrive un’area e spiega a chi guarda cos’è accaduto; il suo obiettivo è diretto a cogliere il senso del tempo.
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