ADRIA-la consigliera regionale M5S Bartelle ritorna a parlare della Torre dell’Orologio.
Adria – I Cinque stelle riportano alla luce la lunga e tortuosa vicenda del restauro della “torre dell’orologio”, per la quale sembra siano stati destinati 150mila euro di fondi pubblici e un dipendente comunale sarebbe stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. I fatti. Era il Febbraio del 2010 quando iniziarono i lavori di ristrutturazione ed il recupero del complesso edilizio di Piazza Castello da parte della società “La torre” di Bottrighe.
Tra le varie irregolarità riscontrate a fine lavori, l’aumento del volume e dell’altezza dell’edificio. Nella vecchia foto si nota infatti che l’orologio della torre spicca oltre il tetto, ma alla fine dei lavori, avvenuta nel 2011, la situazione è cambiata. Dietro sulla destra, sporge un tetto che prima non esisteva. A quel punto una nube nera avvolse le persone incaricate di controllare e vigilare sullo stato dei lavori della torre dell’orologio che fece scattare gli accertamenti da parte della procura della repubblica di Rovigo. Una questione trattata ampiamente dal giornale online Rovigooggi”. In seguito alle indagini vennero riscontrati palesi conflitti di interesse tra il geometra comunale e la società proprietaria , che aveva realizzato il recupero del complesso edilizio di piazza Castello. La magistratura contestò il reato d’abuso d’ufficio al funzionario che avrebbe omesso di effettuare i controlli e di denunciare gli abusi e avrebbe così consentendo alla società immobiliare, di cui sarebbe socia la moglie, di certificare la regolare fine dei lavori e di ottenere i certificati di agibilità. Era il 2014. A quel punto, per volere dell’allora segretario comunale Donato Razzano, il funzionario sarebbe stato temporaneamente allontanato dal suo incarico. Da allora sono trascorsi tre anni; nel frattempo il geometra comunale sarebbe rientrato a ricoprire altre importanti funzioni comunali e il sindaco non avrebbe adottato provvedimenti significativi in merito. Due figure, sindaco e dirigente comunale, che in virtù del Testo Unico Edilizia (DPR 380/2001), hanno il compito di vigilare sull’attività urbanistica edilizia e, per questo, hanno l’obbligo di emettere una ordinanza di demolizione delle opere abusive, come previsto dall’art.27 del medesimo T.U. Va detto per inciso che l’abuso edilizio in questione – secondo la legge vigente – non è sanabile perché è soggetto a “particolare tutela.”
La non – azione del dirigente di settore e del sindaco in questi tre anni – ribadiscono i cinque stelle – potrebbe ora configurare l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio e/o omissione di atti d’ufficio, specie se si accertasse che ciò abbia consentito alla società di vendere ad ignoti cittadini unità immobiliari irregolari, sulla base di dichiarazioni di conformità edilizia e di agibilità mendaci. “Inoltre – commenta la consigliera regionale Patrizia Bartelle – come Movimento Cinque Stelle vogliamo capire il percorso intrapreso dai fondi pubblici che la regione Veneto destinò per la ristrutturazione della torre dell’orologio”. Patrizia Bartelle (Consigliera Movimento 5 Stelle Regione Veneto) www.patriziabartelle.it
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