UNA REGIONE IN FUGA.
VENETO-La Regione Veneto da circa dieci anni si è trovata ad affrontare uno dei peggiori disastri ambientali della storia italiana: la contaminazione da Pfas del territorio sito tra Vicenza, Verona e Padova ad opera dell’azienda Miteni, i cui vertici sono ora sotto processo.
La Regione deve fare delle scelte, prendere delle decisioni, mettere in atto una serie di misure a tutela prima di tutto della salute della popolazione esposta e poi di ciò che a ricaduta resta coinvolto (ma sarebbe meglio dire ‘travolto’) da un disastro di tale portata.
La Regione ha compiuto in effetti le sue scelte. Ha deciso se analizzare gli alimenti, ha deciso se monitorare lo stato di salute della popolazione a rischio di contaminazione e come farlo. Peccato che nel settembre 2022 il Commissario dell’Onu, Marcos Orellana, abbia riscontrato forti violazioni dei diritti della cittadinanza in questi due ambiti: analisi sui cibi inadeguate e insufficienti, analisi sulla salute delle persone inadeguate e insufficienti. E tra mille promesse su analisi degli alimenti che slittano perennemente avanti in un futuro imprecisato, la nostra Regione procede. E il tempo passa. Rispetto alle analisi del sangue per i cittadini in zona arancione, che da anni stiamo chiedendo, la storia però ha messo ora la Regione con le spalle al muro. Abbiamo analisi di cittadini della zona arancione effettuate in Germania che dimostrano. la presenza di PFAS a livelli molti alti e che sono stati associati a gravi esiti avversi per la salute sia nella zona rossa del Veneto che in numerose altre regioni del mondo contaminate da PFAS. Di fronte a questo dato inconfutabile, a settembre sono cominciate le promesse dei dirigenti del Dipartimento di Prevenzione regionale: ‘Dobbiamo in effetti rimediare a questo vuoto. A questo è seguito un incontro il 19 ottobre in cui ci hanno assicurati di aver avviato le pratiche necessarie per ottenere le analisi per la zona arancione chiedendoci però il ‘silenzio stampa’ per ‘non compromettere l’esito della pratica’ (qui sorge spontaneo chiedersi: ma se è un nostro diritto perché dovrebbe essere compromesso l’esito???) perché a breve ci avrebbe aggiornati sulla pratica. Due settimane avevano promesso.
A inizio novembre ci arriva dalla Segreteria del Dipartimento Prevenzione il messaggio che l’incontro slitta al 30 novembre. Nessuna motivazione o giustificazione. Strano che in un mese abbiano già la certezza di non trovare un quarto d’ora da dedicarci per aggiornarci sulla pratica, anche solo per dirci che non ci sono novità, ce l’avevano promesso. Il 28 novembre arriva una nuova mail: l’incontro slitta a ‘prima di Natale’. Sempre senza motivazioni. Prima di Natale, non pervenendo alcuna comunicazione, scriviamo chiedendo data e ora dell’incontro. Risposta non c’è. Perché i responsabili della salute in Regione Veneto sono in fuga. Di fronte alle proprie responsabilità, ai propri doveri, di fronte al proprio lavoro. (E non sono nuovi a promesse poi mai mantenute come per esempio gli studi sui neonati e sugli esiti avversi materno-fetali e uno studio completo sui tumori nella zona rossa). Ora che di giustificazioni per negare le analisi non ce ne sono più non resta che scappare. Il che fa presumere che in tutti questi anni fossero già ben consapevoli che le loro giustificazioni erano zoppe.
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