Banca del Veneto Centrale, il cda approva il progetto di bilancio 2020. Utile a 7,66 milioni.
ROVIGO-Solidità, servizi al territorio e capacità di creare valore al netto dei rischi: questo il ritratto di quella che si configura come la quarta banca del Gruppo Cassa Centrale per masse intermediate.
Banca del Veneto Centrale – gruppo Cassa Centrale Banca – archivia un 2020 positivo e, nonostante il periodo d’eccezionale complessità, segnato dagli effetti della pandemia, presenta un progetto di bilancio che il direttore generale, Mariano Bonatto, non esita a definire «più che soddisfacente; con tutti gli indicatori economici e patrimoniali in evidente crescita».
Il consiglio d’amministrazione ha infatti esaminato il bilancio d’esercizio 2020 della banca, da sottoporre poi all’approvazione dell’assemblea dei soci in programma in primavera. «La raccolta complessiva, diretta e indiretta, è in visibile crescita, attestandosi a 3,010 mld – spiega il direttore Bonatto – Gli impieghi lordi verso la clientela ammontano a 1,5 mld, con oltre 100 milioni di nuove erogazioni nel corso dell’anno. L’utile netto è di 7,661 milioni, con un incremento del 22% rispetto all’esercizio precedente. Le coperture sul credito posizionano la banca ai primi posti della graduatoria nazionale per accantonamenti a presidio dei rischi. Il conto economico, infine, mostra una redditività più che positiva, che ha permesso di far fronte all’effetto negativo delle rettifiche su crediti dovute alle conseguenze della pandemia e di affrontare le attività a sostegno di imprese e famiglie e altri interventi di spessore».
La banca registra, infatti, fondi propri per 184,7 milioni di euro e la sua solidità è misurata e certificata dagli indicatori CeT1 ratio e Total capital ratio, che si attestano entrambi al 19%, contro una media delle banche italiane del 14,8%. L’istituto di credito, nato dalla fusione tra la vicentina Centroveneto Bassano Banca e la polesana RovigoBanca, opera con 52 filiali su un territorio di competenza che si estende su 163 comuni sparsi in cinque province: Vicenza, Padova, Treviso, Rovigo e Ferrara. L’azienda può vantare oltre 14.000 soci e 90.000 clienti e si presenta come una realtà moderna e dinamica, sebbene abbia preservato nel proprio DNA i valori della cooperazione di credito e l’approccio tipico delle banche di comunità: vocazione localistica, centralità della persona, mutualità e cooperazione a sostegno delle famiglie, delle imprese e del territorio. Una vicinanza che non si esplica soltanto attraverso la fornitura di servizi finanziari, ma che trova nella consulenza offerta ai privati e alle imprese il suo punto di forza. Assistenza non solo sul credito ordinario e agevolato con i principali interlocutori quali Sace, Medio Credito Centrale o nelle agevolazioni Sabatini, ma anche sull’operatività estero o nella gestione del risparmio, dove la banca concretizza le proposte alla clientela contando su una piattaforma multibrands con le principali case mondiali di investimento.
«A completare il panorama – commenta ancora Bonatto – sono state concesse moratorie a 3.514 posizioni di mutuo, per un controvalore di quasi 335 milioni di euro, e 1.363 finanziamenti per più di 28 milioni di euro coperti dalla garanzia 100 del Fondo Centrale. Il nostro istituto ha inoltre stanziato per i prossimi cinque anni un plafond di 60 milioni per l’acquisto di crediti di imposta legati al superbonus. Il permanere di un ottimo stato di salute patrimoniale viene certificato dalla crescita del tasso di copertura dei crediti deteriorati pari al 86,45%. Vorrei dire che questa banca intende distinguersi per la capacità di continuare a creare valore nel tempo, al netto dei rischi, perseguendo una prudente strategia di gestione che consentirà di affrontare nuove sfide».
Banca del Veneto Centrale, tra le realtà più solide e patrimonializzate all’interno del gruppo Cassa Centrale, rappresenta ormai un punto fondamentale di riferimento in ambito regionale, dimostrando di essere in grado di conquistare la fiducia dei risparmiatori e quote sempre crescenti di mercato. «È un risultato positivo che non arriva inaspettato – dichiara, visibilmente soddisfatto, il presidente della Bcc Gaetano Marangoni – e prova la validità del nostro modello di essere banca del territorio. La grande attività di riorganizzazione e razionalizzazione delle risorse, accompagnata da un notevole irrobustimento patrimoniale, hanno gettato fondamenta solide, e creato le premesse positive per sostenere i forti interventi che in questi mesi sono stati messi in atto a sostegno della sanità territoriale, di famiglie e di imprese. Questi dati di bilancio garantiscono tranquillità alla banca e sono frutto di un’attenta gestione, di solide radici locali, modello che continua a essere fortemente attrattivo nei confronti del mercato. Nel corso di un anno difficile come il 2020 abbiamo cercato di dare una risposta immediata al sistema produttivo Veneto e la crescita degli impieghi lo conferma. Siamo convinti che le banche potranno crescere solamente se crescono le aziende e se le famiglie continueranno a sentirsi protette».
«Anche la nostra recente fusione – prosegue Marangoni – ci assicura maggiore potenzialità in termini di sviluppo e di servizio alla clientela, con diversificazione economica e geografica, in un contesto come l’attuale, in cui le sfide di mercato richiedono risposte efficaci e rapide e la competitività è un fattore essenziale. Vorrei, infine, ricordare che la nostra Banca ha messo a disposizione del territorio tutte le sue risorse economiche e umane. Un grazie va perciò riconosciuto ai nostri collaboratori, che hanno operato con grande spirito di sacrificio, e a tutti i nostri soci e clienti per la fiducia che hanno voluto accordarci».
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