IL sindacato esprime vicinanza alla Lavoratrice sanzionata disciplinarmente dalla casa di riposo.
ROVIGO-Come CGIL, dopo aver espresso in modo riservato la vicinanza alla Lavoratrice della Casa del Sorriso che ha ricevuto la sanzione disciplinare attraverso la sigla che la rappresenta, abbiamo anche voluto capire cosa fosse effettivamente successo.
La questione, per come esposta sulla stampa, va al di là della mera questione disciplinare, per due evidenti aspetti:
– si toccano diritti individuali, oltre ad aspetti personali e sociali, che una società come la nostra dovrebbe fortemente tutelare (il rapporto col padre, il lutto, la famiglia),
– dipinge una struttura pubblica in modo negativo con una rilevante ricaduta su tutti, Lavoratori compresi, che vengono colpiti da una gestione apparentemente “senza cuore”.
Per tali motivi diventa difficile come CGIL lasciar passare inosservato quanto successo. Gli stessi principi che stanno alla base delle tante lotte che hanno messo al centro la persona vengono profondamente toccati da quanto, per come descritto l’accaduto, emerge. Dalla nostra carta costituzionale, fino alle grandi riforme degli anni ’70, nel mondo del lavoro, le grandi lotte sindacali hanno avuto la finalità di mettere al centro la persona come soggetto di diritto e non come semplice parte della produzione, e, anche se nel tempo si è tentato di scardinare tali principi, continuiamo a pensare debbano sempre essere al centro delle azioni della politica e del sindacato. Non vogliamo entrare nel merito della contestazione, che già è oggetto di tutela da parte di chi rappresenta la Lavoratrice, ma sull’opportunità della stessa Direzione della Casa del Sorriso di mantenere in essere una questione che, da un lato è poco comprensibile dal punto di vista umano, ma soprattutto sta minando la stessa credibilità e valore della struttura.
In questo momento, avendo anche letto le tante impressioni uscite nei social, oltre ai sentimenti sopra descritti, sta emergendo un disvalore della stessa struttura che i lavoratori non meritano e che tutta la struttura non merita. Ci sembra assurdo che una scelta, forse non giustificata nel contratto, ma che trova giustificazione umana per quanto poi effettivamente successo, diventi oggetto di scontro pubblico con ripercussioni così negative sulla struttura. La tutela dei principi alla base dei rapporti umani, prima di quelli lavorativi, e la tutela del valore sociale del lavoro svolto nella Casa del Sorriso e della qualità offerta agli Ospiti deve essere principio primo nelle scelte che fa la Direzione, anche nella gestione del personale. Per tale motivo, senza entrare nel merito delle motivazioni tecniche e contrattuali alla base della contestazione, come CGIL non possiamo non essere dalla parte dei Lavoratori e della loro dignità che ogni giorno esprimono nell’assistere gli Ospiti e, su quanto successo, ci mettiamo a disposizione affinchè si risolva definitivamente il contenzioso, al fine di eliminare ogni ulteriore alea negativa sulla struttura e su chi vi lavora.
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